Siglata l’alleanza tra Niger, Mali e Burkina Faso mentre i tuareg attaccano nell’Azawad

 

(aggiornato alle ore 22,00)

Mali, Burkina Faso e Niger hanno firmato un patto di mutua difesa contro minacce di rivolte armate interne o aggressioni esterne. L’accordo, denominato Carta del Liptako-Gourma (la regione in cui si incontrano i confini dei tre Paesi teatro di costanti attacchi delle milizie jihadiste), è stato firmato il 16 settembre a Bamako e istituisce l’Alleanza degli Stati del Sahel (AES).

Come riferisce l’agenzia di stampa Nova (molto attenta agli sviluppi politici, militari ed economici in Africa), l’accordo in 17 punti prevede che “Qualsiasi attacco alla sovranità e all’integrità territoriale di una o più parti contraenti sarà considerato un’aggressione contro le altre parti”.

Le parti si sono impegnate anche a collaborare per prevenire o sedare le ribellioni armate, a combattere il terrorismo in tutte le sue forme e a contrastare la criminalità organizzata nello spazio comune dell’Alleanza. L’obiettivo è “istituire un’architettura di difesa collettiva e di assistenza reciproca a beneficio delle nostre popolazioni”, ha scritto su X (Twitter) il colonnello Assimi Goita (nella foto sotto), presidente di transizione del Mali.

“La creazione dell’Alleanza degli Stati del Sahel segna una tappa decisiva nella cooperazione tra Burkina Faso, Mali e Niger. Per la sovranità e lo sviluppo dei nostri popoli, guideremo la lotta contro il terrorismo nel nostro spazio comune, fino alla vittoria”, ha affermato sullo stesso social network il presidente del Burkina Faso capitano Ibrahim Traoré.

I tre stati firmatari sono guidati da giunte militari golpiste. L’alleanza militare sembra voler esercitare una sorta di deterrenza contro la minaccia di un attacco al Niger da parte della Francia e della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS) ma il primo test militare potrebbe venire richiesto in Mali dove il ritiro della missione dell’ONU Minusma sta favorendo il ritorno in azione delle milizie indipendentiste tuareg che hanno ripreso la lotta per il distacco della regione dell’Azawad dopo che un accordo per il cessate il fuoco era stato concordato ad Algeri nel 2015 con il precedente governo civile di Bamako.

Oggi i miliziani tuareg del Coordinamento dei Movimenti Azawad (CMA) che avevano già isolato la città di Timbuktù, hanno rivendicato la conquista di due basi militari a Lere, nel Mali centrale, avvenuta ieri. Lo ha confermato sui social un portavoce della coalizione, Mohamed Elmaouloud Ramadane, dopo che nuovi scontri sono scoppiati con l’esercito maliano, sostenuto dai contractors russi della PMC Wagner.

Oggi un comunicato (qui sotto) dello stato maggiore delle Forze Armate maliane (FAMA) ha confermato l’attacco ma non la caduta della base militare e nel pomeriggio è giunta la conferma anche da fonti civili in città che gli insorti si erano ritirati da Lere, probabilmente per sfuggire ai bombardamenti dell’esercito.

Il 12 settembre i tuareg avevano conquistato per breve tempo la città di Bourem, tra Gao e Timbuktù, nodo stradale strategico perché qui si incrociano le vie di comunicazione tra Bamako, Niger e Algeria. Il centro abitato era stato ripreso dalle truppe maliane e dagli uomini della Wagner il giorno successivo grazie anche all’appoggio delle forze aeree di Bamako che in questa battaglia hanno per perduto il loro unico velivolo da attacco Sukhoi Su-25.

Incerto il bilancio di quella battaglia: per le FAMA 46 ribelli e 10 soldati sono rimasti uccisi ma gli insorti del CMA hanno riferito di aver perduto 9 uomini uccidendo 97 militari e mettendo le mani su veicoli, armi e munizioni.

(con fonti agenzia Nova e Governo del Mali)

Foto: Governo del Mali e DIRPA

 

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