La Turchia continua a farsi beffe dell’operazione europea Irini

 

La Turchia continua a farsi beffe della comunità internazionale, dell’Unione Europea e dell’Italia che guida la missione europea Irini incaricata di attuare l’embargo delle Nazioni Unite sulle armi in Libia. Ankara ha infatti negato di nuovo il consenso all’ispezione di una nave sospettata di trasportare armi alle forze libiche fedeli al governo di Tripoli o alle truppe turche che controllano alcune basi in Tripolitania.

Oggi, una nave dell’operazione EuNavFor Med – Irini, guidata dall’ammiraglio Stefano Turchetto della Marina Militare Italiana, ha chiesto l’autorizzazione a perquisire con il proprio boarding team composto da una squadra di fucilieri il portacontainer Kosovak (nella foto sotto) da 15 mila tonnellate e battente bandiera turca, in base a quanto previsto dalla Risoluzione 2292 delle Nazioni Unite.

La richiesta è stata respinta dalla Turchia che, dall’avvio di Irini nel marzo 2020 ad oggi, ha negato per ben undici volte (sei nel 2021, tre nel 2022 e due nel 2023) le ispezioni della missione internazionale alle navi proprie navi mercantili dirette in Libia con carichi sosdpetti.

Il Consiglio di sicurezza Onu ha invitato tutti i membri delle Nazioni Unite a collaborare con le ispezioni. Attualmente gli assetti navali assegnati a Irini sono costituiti dalla fregata italiana Grecale (classe Maestrale), dalla fregata greca Aegean e dalla fregata francese Commandant Ducuing.

I compiti dell’Operazione Irini includono:

– contrastare il traffico illegale di armi, sostenendo l’attuazione dell’embargo sulle armi nei confronti della Libia sulla base delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu (il compito principale);

– raccogliere informazioni sul contrabbando di petrolio, in particolare per le sue conseguenze sull’economia libica e il suo possibile utilizzo per finanziare il mercato delle armi;

– contribuire all’interruzione del modello commerciale del traffico di migranti raccogliendo informazioni con mezzi aerei e condividendole con Frontex e le autorità nazionali competenti;

– sostenere lo sviluppo della capacità di ricerca e soccorso della Guardia costiera libica e della Marina attraverso la formazione (ad oggi non attuata).

Foto Op. Irini e Maritime Traffic

 

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