Le forze armate britanniche ai minimi termini

 

Il 2023 ha visto un crollo verticale del numero dei militari britannici: mai così pochi in servizio attivo o nelle Riserva dal 1815, quando con la battaglia di Waterloo cessarono le guerre napoleoniche (ma all’epoca non esisteva la componente aeronautica).

Lo rivela un rapporto del ministero della Difesa che conferma come la tendenza fosse già apparsa evidente nel 2022 ma quest’anno il numero dei membri delle forze armate britanniche è sceso ulteriormente a 184.860 contro i 195.050 dell’ottobre 2020.

Gli organici complessivi sono diminuiti tra il 1° ottobre 2022 e il 1° ottobre 2023 del 3,9% (7.440 effettivi) e in questo contesto il British Army è sceso ad appena 75.983 militari in servizio permanente effettivo che con i riservisti e i Gurkha (4.100, in aumento rispetto agli anni precedenti) raggiunge gli 111.170 effettivi.

La forza attuale (al 1° ottobre 2023) delle forze armate del Regno Unito è 184.860 effettivi che include:

  • Tutto il personale regolare del Regno Unito e tutto il personale Gurkha (che comprendeva il 77,7% del personale di servizio del Regno Unito);
  • Personale volontario di riserva (che comprendeva il 17,8% del personale di servizio del Regno Unito);
  • Altro personale, tra cui la riserva regolare in servizio, la riserva sponsorizzata, il servizio di guardia prevosto militare, il personale impegnato a livello locale ed elementi del servizio di riserva a tempo pieno (FTRS) (che comprendeva il 4,5% del personale di servizio del Regno Unito).

Le ragioni delle dimissioni di molti militari di ogni grado e del calo degli arruolamenti vengono indicati dal ministero della Difesa in problematiche sociali e psicologiche oltre agli elevati standard psico-attitudinali richiesti e alle condizioni economiche e alloggiative non eccellenti offerte dalle forze armate.

Secondo il rapporto, le cifre attuali sono il risultato di un annuncio del governo del 2021 sulla riduzione delle dimensioni dell’esercito e sul focus posto sulla modernizzazione tecnologica. Secondo l’ex maggiore dell’esercito e membro del parlamento Richard Foord, sempre più soldati stanno lasciando le forze armate a causa di problemi come gli alloggi militari al di sotto degli standard.

Una valutazione citata dal quotidiano The Telegraph, che risulta supportata da un recente sondaggio secondo cui il 46% dei soldati si è sentito insoddisfatto dello standard generale del proprio alloggio, rispetto al il 34% che ha affermato di sentirsi soddisfatto.

Anche il divieto a portare la barba potrebbe contribuire al minor numero di reclute. “Stiamo ancora lottando per aumentare il reclutamento e poi diciamo arbitrariamente che non puoi arruolarti se ti fai crescere la barba”, ha detto al Telegraph il segretario alla Difesa Grant Shapps. “È ridicolo. È tempo di modernizzarsi”.

La situazione è simile negli Stati Uniti (dove solo la piccola componente della Space Force ha raggiunto gli obiettivi di reclutamento) ma anche in Europa la questione della riduzione degli organici militari è diventata grave in molte nazioni, complice soprattutto la tensione con la Russia per la guerra in Ucraina e il rischio di un confronto militare diretto con Mosca.

All’inizio di quest’anno, l’ex capo della difesa britannico Lord Richard Dannatt, affermò che il Regno Unito potrebbe avere difficoltà a mantenere il proprio impegno nei confronti della NATO a causa del calo del personale e che la mancanza di truppe significa che il Paese non sarà più in grado di effettuare operazioni simultanee, come in Iraq e Afghanistan nel 2008, quando Londra schierava 20.000 militari simultaneamente con rotazioni ogni sei mesi.

“Potemmo farlo allora con un esercito regolare di oltre 100.000 uomini. Non potremmo farlo oggi.”

A questo link il documento completo del Ministero della Difesa britannico

Foto British Army

 

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