L’Italia perde un’altra occasione: Londra e Oslo ricostruiscono la Marina Ucraina

 

Il Regno Unito ha annunciato oggi il trasferimento di due navi cacciamine della classe Sandown (nella foto sotto) alla Marina Ucraina come parte di una nuova coalizione anglo-norvegese tesa a fornire ulteriore supporto militare a Kiev, incluse unità navali ed equipaggiamenti per ricostituire le forze navali ucraine che oggi dispongono solo di motovedette veloci di fornitura statunitense da quando nel maggio scorso l’ultima unità operativa (un mezzo da sbarco LST) era stata distrutta dai missili russi nel porto di Odessa.

“Due navi cacciamine della Royal Navy verranno trasferite dalla Royal Navy alle Forze Armate dell’Ucraina (AFU) con l’obiettivo di rafforzare la capacità dell’Ucraina di operare in mare”, ha affermato il governo britannico in una nota.

Il segretario di Stato britannico alla Difesa, Grant Shapps, confermerà il trasferimento delle navi in Ucraina nel corso della giornata, si legge nella dichiarazione, secondo cui saranno forniti dettagli sul sostegno militare del Regno Unito a Kiev.

Il trasferimento delle navi cacciamine avverrà mentre Londra sta lanciando la sua nuova coalizione sulle capacità marittime con Oslo, ha aggiunto il governo britannico. “La nuova coalizione sulle capacità marittime rafforzerà il sostegno che il Regno Unito, la Norvegia e altri stanno fornendo all’Ucraina. Questo sarà a lungo termine per aiutare l’Ucraina a trasformare la sua Marina, rendendola più compatibile con gli alleati occidentali, più interoperabile con la NATO e rafforzando la sicurezza nel Mar Nero”, si legge nella nota.

Come Analisi Difesa aveva evidenziato già nei mesi scorsi, l’Italia avrebbe avuto tutte le possibilità di aggiudicarsi la riorganizzazione e riequipaggiamento su standard NATO della Marina Ucraina grazie alla interconnessione tra Mediterraneo e Mar Nero, al fatto che personale della Marina Ucraina era già stato ad addestrarsi in Italia e grazie alla possibilità di cedere a Kiev diverse unità navali (fregate classe Maestrale, pattugliatori classe Cassiopea, cacciamine classe Lerici…..) in radiazione di ranghi della mostra Marina e che avrebbero potuto essere “refittate” da cantieri italiani ed equipaggiate con dotazioni made in Italy.

Una commessa che l’Italia avrebbe potuto sostenere in termini finanziari ma con fondi che sarebbero quasi integralmente ricaduti sull’industria nazionale della Difesa.

Le capacità industriali e militari per aggiudicarsi questi contratti a lungo termine non mancavano di certo in Italia, dove nei giorni scorsi il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha dichiarato che “si sta valutando l’ipotesi” di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina.

Londra non ha invece lesinato l’iniziativa politica e finanziaria per stringere intese a lungo termine con Kiev mentre lo sforzo è necessariamente congiunto con la Norvegia, la cui Marina dispone di un gran numero di unità di piccole dimensioni (di cui la Royal Navy ha invece scarsa disponibilità) idonee a operare in acque ristrette come quelle del Mar Nero.

L’8 dicembre anche la Bulgaria ha annunciato un nuovo “pacchetto” di aiuti militari all’Ucraina. In Parlamento la cosiddetta ‘coalizione euroatlantica’ composta dai conservatori del partito Gerb e dai neoliberali della formazione ‘Continuiamo il cambiamento’ (Pp), appoggiati dal partito della minoranza turca Dps, hanno deciso di cedere gratuitamente a Kiev sistemi missilistici antiaerei di produzione russo/sovietica di tipo non precisato attualmente in dotazione alle forze bulgare.

Si tratterebbe di sistemi portatili (MANPADS) Strela e Igla e di sistemi mobili a corto e medio raggio tra quelli in dotazione alle forze di Sofia che schiera sistemi S-300 (alcuni missili già ceduti in precedenza a Kiev), S-200, SA-6, SA-8 e SA-13.

Hanno votato contro il provvedimento socialisti del BSP e i deputati del partito nazionalista Vasrazhdane (Rinascita). Nella delibera del Parlamento non si precisano la quantità e il tipo del materiale bellico. “Questo è l’ultimo passo prima di entrare in guerra”, ha dichiarato dalla tribuna il deputato del BSP, Borislav Gutsanov.

“State facendo esattamente quello che non vogliono i cittadini bulgari”, ha proseguito Gutsanov rivolgendosi agli esponenti dei tre partiti ‘euroatlantici’: Boyko Borissov (Gerb), Delyan Peevsky (Dps) e Kiril Petkov (Pp), che hanno inoltrato il progetto della delibera. La Bulgaria ha inoltre approvato di aprire il suo spazio aereo per l’addestramento e le esercitazioni di piloti ucraini sui caccia F-16 e accoglierà fino a quattro reparti militari ucraini di 160 unità in tutto ogni anno per l’addestramento.

@GianandreaGaian

 

Foto: Marina Ucraina e Ministero della Difesa britannico

 

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Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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