Prospettive vaghe per Eunavfor Med

Si chiama “Eunavfor Med” l’operazione militare anti-trafficanti che il Consiglio congiunto Esteri-Difesa dell’Unione europea ha approvato lunedì 18 maggio a Bruxelles. Il via libera consentirà di pianificare la missione navale, che avrà il suo comando a Roma, presso il Quartier generale che Roma ha istituito per le missioni a guida Ue nella base di Centocelle (che ospita anche il Comando Operativo di Vertice Interforze) sotto il comando dell’ammiraglio italiano Enrico Credendino, con lo scopo di “smantellare il ‘business model’ dei trafficanti di esseri umani nel Mediterraneo”.

L’Unione intanto, con la missione “Atalanta” per combattere la pirateria nel Corno d’Africa, ha messo a punto un modello di intervento operativo che alcuni esperti ritengono ripetibile per le operazioni di contrasti all’immigrazione clandestina anche nel Mediterraneo.

“Gran parte della costa somala – ha spiegato l’ammiraglio svedese Jonas Haggren (nella foto a sinistra), capo della missione – è fuori controllo, non ci sono leggi e il governo centrale, di fatto, non ha alcun potere di vigilanza su di essa. Allora l’Unione europea ha deciso di intervenire con missioni come ‘Nestor’ o ‘Atalanta’ ma c’è ancora tanto da fare”.

“Quello che abbiamo potuto verificare – ha aggiunto un pilota dei velivoli da pattugliamento marittimo P-3C Orion tedeschi impiegati nella missione – è che la pirateria è diminuita negli ultimi mesi. Penso che questo dipenda anche dagli sforzi che abbiamo fatto finora con missioni come Atalanta”. La missione Atalanta, operativa dal 2008, schiera 4 navi e 2 aerei da pattugliamento.

Da 176 nel 2011 il numero degli assalti di pirati in Somalia è drasticamente sceso a 2 nel 2014 e a zero, finora, nel 2015. Per questo si ritiene che ripetere questo modello possa davvero portare a ottimi risultati nel Mediterraneo.

Difficile però condividere un simile ottimismo per almeno quattro ragioni:

–    gli spazi ristretti del Canale di Sicilia non sono quelli dell’Oceano Indiano
–    i trafficanti libici puntano a mettere in mare barconi di clandestini che le flotte Ue caricano e portano in Italia mentre i pirati utilizzavano skiff e navi madri per attaccare con le armi i mercantili
–    la missione Atalanta non è mai stata incisiva, aveva regole d’ingaggio troppo blande e la gran parte dei pirati catturati sono stati poi rimessi in libertà
–    non è stata Atalanta né le altre flotte internazionali a fermare i pirati ma la presenza di team armati su tutti i mercantili in transito in quelle acque

La missione europea contro gli scafisti nel Mediterraneo varata ieri dal Consiglio Ue si prevede “complessa in un ambiente complicato”, secondo il capo del Comitato militare europeo, Patrick de Rousiers (nella foto a fianco) . Parlando in conferenza stampa al termine di una riunione dei capi di stato maggiore dei paesi Ue svoltasi oggi a Bruxelles, de Rousiers ha detto che il quartier generale a Roma della missione EUNavfor sarà rafforzato per consentire la migliore preparazione dei piani di azione da parte degli esperti di difesa dei 28 paesi Ue.

“La prima priorità è che i comandanti delle operazioni preparino piani di azione da presentare alle istituzioni politiche,” ha detto de Rousiers, precisando che nei prossimi giorni e settimane sarà definito che tipo di intervento sarà necessario “se con mezzi sottomarini, di superficie o aerei” e con quali tempi la forza di intervento dovrà essere schierata.

La riunione di oggi non ha però fatto passi avanti in materia di partecipazione dei singoli paesi Ue alla missione. “Stiamo andando molto in fretta, ma non possiamo andare troppo velocemente,” ha detto de Rousiers, sottolineando che oggi “nessuno si è impegnato a specifici contributi” per EUNavfor.

La missione contro i trafficanti di essere umani è “un’operazione a importante rischio militare” tra i quali quello che “tra i migranti che vengono salvati dai militari si mescolino terroristi”.

Lo riferiscono qualificate fonti diplomatiche Ue mentre tra Roma e Bruxelles comincia la messa punto ufficiale della pianificazione. Allo stato attuale sono previste “tutte le fasi”, comprese operazioni in acque territoriali libiche, ma sarà “eventualmente adattata” alla Risoluzione Onu.
(con fonti Askanews, AGI e ANSA)

Foto: EPA, Unione Europea, Marina Militare

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