La “FRIULI” conclude con un convegno l’approntamento per il Libano

La Brigata aeromobile “Friuli” dal prossimo mese inizierà il proprio dispiegamento nella terra dei cedri al fine di assumere il comando Italiano della missione UNIFIL in Libano denominata “Leonte 13”.  A conclusione di un intenso ciclo di preparazione iniziato già dal mese di gennaio, la brigata di Bologna ha realizzato un seminario svoltosi ieri venerdì 21 settembre presso la sede della Cassa di Risparmio di Bologna (CARISBO), incentrato sul Libano e presentato da alcuni autorevoli relatori del calibro dell’ambasciatore Checchia, già capo missione presso l’Ambasciata di Beirut, attuale Consigliere Diplomatico del Ministro per la Difesa, del Dr. Sebastiano del Monte, funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico, già Direttore dell’Istituto per il Commercio Estero in Libano e in Siria, del Dr. Giuseppe Bonavolontà, corrispondente RAI dalla capitale Libanese, e del Generale Franco Angioni che completerebbe il parterre degli interventi con un ricordo sulla sua esperienza di primo comandante militare italiano in Libano nella missione ITALCON agli inizi degli anni ottanta. E’ intervenuto in qualità di moderatore, nelle fasi di presentazione dei relatori e di dibattito conclusivo, il Dr. Antonio Righetti, attuale funzionario presso la nostra Ambasciata di Beirut. Il seminario è l’atto conclusivo di un’ulteriore attività informativa organizzata in questi giorni dalla brigata a favore dei media regionali. Tale attività ha visto impegnati i giornalisti per tre giorni sulla sede di Bologna e su quella di Forlì; gli stessi giornalisti hanno preso parte alle attività addestrative che i reparti sviluppano in fase di preparazione per le missioni all’estero.  Destinatari del seminario tutti i gli ufficiali ed i sottufficiali delle Forze Armate italiane che a breve ricopriranno gli incarichi chiave, di staff e di comando, del contingente militare nazionale nella missione delle Nazioni Unite nel Libano del sud.

Il commento di Maurizio Cini
Non si è trattato di un normale briefing Oporativo sulle attività future ma di una vera lezione sulle  caratteristiche politiche, sulla storia, le religioni e sull’ economia. Le relazioni dei quattro autorevoli protagonisti della presenza italiana in Medio Oriente hanno offerto la possibilità di arricchire la sensibilità dei militari destinati a operare nel Paese dei Cedri circa gli aspetti pregnanti dell’ identità culturale libanese. Durante gli interventi dei relatori non è mancata una vera ” Lezione Magistrale” dell`ambasciatore  Checchia che ha fotografato la complessità della società libanese con i sue 23 riti confessionali  di cui 18 rappresentati in modo proporzionale nel Governo di Unità Nazionale che dal 2007 al 2010 si è occupato della ricostruzione di un paese uscito distrutto dagli 86 giorni dell’ ultimo conflitto con Israele.Governo caduto a seguito delle turbolenze nel mondo arabo nel gennaio 2011 determinando uno stallo politico  durato fino al mese di giugno con l’insediamento del  governo guidato dal Primo Ministro Najib Mikati. (sciita) e che vede Presidente Michel Suleiman (Cristiano maronita). Rispondendo ad alcune domande dei partecipanti  l`Ambasciatore non ha sottovalutato i rischi che la guerra civile in Siria possa ancora una volta travolgere la terra dei cedri anche se negli ultimi mesi componenti del Partito Hezbollah hanno preso le distanze dal regime di Bashar al Assad.  Giuseppe Bonavolontà  ha messo in guardia la platea sulla difficoltà dell’ informazione ”ufficiale” della carta stampata e tv che rappresentano la suddivisione del paese e gli interessi della parte politica e religiosa di riferimento. Il vero modo di apprendere il sentimento che pervade nel popolo deve essere “annusato” di volta in volta nei volti e nei cuori dei libanesi, e di guardare oltre, più a fondo del superficiale caos che pervade le strade di Beirut con le sue macchine di lusso, le gioiellerie, i suoi 300 grattacieli che stanno cementificando il meraviglioso lungo mare della città e le sua gioventù con stile di vita all` occidentale che convivono con donne velate e con l’erogazione a singhiozzo di luce e acqua, un gap  che nei prossimi quattro anni un piano di investimento governativo cercherà di colmare. Sebastiano Del Monte ha illustrato come negli ultimi anni i rapporti commerciali Italia Libano sono cresciuti e consolidati su valori consistenti. Oggi l’Italia rappresenta il secondo partner economico al mondo (secondo solo a USA ) e l’interscambio è cresciuto mano a mano che la presenza militare nazionale si è fatta più consistente grazie al avoro di squadra che a visto Ambasciata Italiana, Contingente Militare, Istituto Commercio Estero supportati dai media nazionali ,presenti nell’area. Il Libano rimane da sempre la cassaforte del Medio Oriente. Meta fondamentale per i commerci e il turismo dei paesi confinanti e del Golfo Persico, i depositi monetari presso gli istituti bancari di Beirut sono di una entità sproporzionata rispetto ai 4 milioni di abitanti del Paese se non si tiene conto delle rimesse in valuta pregiate dei 16 milioni di cittadini libanesi espatriati in USA, Europa e nei Paesi arabi del Golfo.  In Libano prima della primavera araba, il settore del turismo ha vissuto rapidi sviluppi e notevoli investimenti, raggiungendo i due milioni di visitatori annui. Crescita analoga  anche per il settore immobiliare. Le forti tensioni politiche regionali registrate nel 2011 hanno portato ad un calo delle vendite di beni immobili e di presenza di turisti. Rimangono più ottimistiche le previsioni di crescita del PIL con un più 3,5 per cento nel 2012 e un più 5 per cento nel prossimo biennio..  Il generale Franco Angioni si è soffermato sulle diversità della missione da lui guidata negli anni ’80 e UNIFIL dal punto operativo (addestramento, logistica e motivazione) e in particolare sulla situazione dei rifugiati Palestinesi ( tecnicamente ospiti momentanei ) che non godono di nessun diritto a sanità, istruzione  e alla possibilità di impiego. Dal1982 nulla è cambiato per volontà politica delle Nazioni Unite  il generale ha concluso con un meraviglioso  ed appassionato trattato sul “Valore Etico del militare “ che gli 80 ufficiali e sottufficiali della Brigata Aeromobile Friuli non dimenticheranno facilmente,

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