Olimpiadi: Mosca teme il ritorno dei jihadisti dalla Siria

Adnkronos/Washington Post – La Russia teme che le diverse centinaia di jihadisti del Caucaso che negli ultimi mesi si sono trasferite in Siria tornino in coincidenza con i giochi olimpici di Sochi il prossimo febbraio. ”E’ una minaccia seria”, ammette in una intervista al Washington Post Sergei Smirnov, il vice direttore dell’Fsb. ”La loro esperienza ed esposizione ai gruppi della galassia di al Qaeda é un pericolo reale. I servizi di sicurezza sono molto preoccupati. Le forze russe combattono quasi quotidianamente contro gli estremisti nel Caucaso del Nord”, sottolinea Elena Suponina, responsabile del programma Medio oriente e Asia centrale dell’Istituto di studi strategici, secondo cui un terzo dei militanti che ora combattono in Siria tornerà in Russia. Il loro numero, spiegano all’istituto, é almeno tre volte più alto dei 400 di cui parla l’Fsb. Dall’inizio dell’anno, testimonia il capo del consiglio di sicurezza della regione Magomed Bachilov, c’é stato un vero e proprio esodo di combattenti dal Daghestan. ”I giovani salgono su una macchina, vanno all’aeroporto, volano in un paese arabo facendo scalo e Mosca e da lì arrivano in Siria.

Non siamo coinvolti nel conflitto siriano ma siamo preoccupati che i nostri cittadini creino problemi al ritorno. ”Anche tenendo conto dell’esodo rimangono nel Daghestan una decina di gruppi islamisti con centinaia di membri e complici, alcuni dei quali sono già impegnati a preparare attacchi in coincidenza delle olimpiadi”, aggiunge Andrei Konin, il responsabile dell’Fsb in Daghestan. Il terrorista ceceno Doku Umarov (nella foto) che ha rivendicato i più cruenti attentati degli ultimi anni in Russia ha diffuso un video lo scorso luglio in cui sollecitava attacchi contro i giochi. Fra tutti i russi provenienti dal Nord del Caucaso in trasferta in Siria, spicca il nome di Abu Omar al- Shishani, che è a capo del gruppo jihadista di Jaish Al Muhajireen wal Ansar di cui fanno parte numerosi ceceni e che ha organizzato, fra gli altri, l’attacco contro il villaggio alawita dello scorso agosto in cui sono rimaste uccisi 190 civili e altri 200 sono stati presi in ostaggio. In questi ultimi mesi Vladimir Putin si é rivolto a Barack Obama e ai leader di altri 80 paesi chiedendo il loro aiuto per prevenire attentati islamisti in coincidenza con i giochi e identificare i possibili rischi per la sicurezza provenienti dall’estero.

E non ne ha fatto mistero. ”Putin e Obama hanno concordato di intensificare la cooperazione della sicurezza per i giochi dopo l’attentato della maratona di Boston, di cui sono accusati i due fratelli di origine caucasica. Anche il premier britannico David Cameron ha accettato di riavviare la cooperazione fra i servizi del suo paese e quelli russi che era congelata dalla morte per avvelenamento di polonio di Alexandr Litvinenko nel 2006. ”Molti nostri compatrioti stanno combattendo al fianco di al Qaeda in Siria. E’ una minaccia globale che possiamo prevenire solo con un impegno congiunto”, ha detto il vice premier russo Dmitry Kozak responsabile al governo per l’organizzazione dei giochi. Il dipartimento di stato Usa invierà a Soci un numero non precisato di agenti del servizio di sicurezza diplomatico per garantire la sicurezza di migliaia di atleti e sponsor, ha confermato l’ambasciata americana a Mosca al quotidiano americano. ”Con l’approvazione della nazione ospite”, si precisa.

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