Karzai non firmera' l’accordo bilaterale di Sicurezza

Il presidente afgano Hamid Karzai non firmerà l’accordo bilaterale di sicurezza concluso con gli Stati Uniti e che prevede il mantenimento di una presenza militare estera in Afghanistan anche dopo il 2014: se ne è detto convinto il Director of National Intelligence statunitense James Clapper (nella foto a sinistra), nel corso di un’audizione al Congresso. Karzai ha sempre affermato di voler lasciare la ratifica del documento al proprio successore – che non verrà eletto prima del prossimo aprile – ma l’Amministrazione Obama aveva mantenuto la speranza di una firma in tempi brevi: speranza che secondo Clapper sarebbe invece vana. Il ritardo e le relative incertezze hanno tuttavia già avuto effetti negativi sulla situazione in Afghanistan, ha sottolineato il responsabile della intelligence community (che coordina le 16 agenzie nazionali attive in questo settore), spiegando che solo nello scorso anno tra le fila dell’esercito afgano si sono registrati 30mila diserzioni su una forza totale di 185mila effettivi. Nei giorni scorsi si era espresso in termini analoghi al generale Clapper anche il Segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen.

Secco il giudizio del democratico Carl Levin, presidente della commissione del Senato davanti alla quale è comparso Clapper: “Chiunque sia il prossimo presidente dell’Afghanistan, verosimilmente sarà più affidabile di Karzai, e altrettanto verosimilmente la sua firma ispirerà maggiore fiducia rispetto alla firma di Karzai”. Del resto Karzai non si fida di Obama fin dalle precedenti elezioni presidenziali del 2009 (quando Washingtion sostenne senza successo il suo rivale Abdullah Abdullah) Tre mesi or sono intervenendo davanti alla Loya Jirga, la Grande Assemblea tradizionale formata da circa 2.500 tra anziani, capi tribu’ e dignitari di varia estrazione (che approvò il BSA) Karzai ammise che “la mia fiducia nell’America non è buona. Io non mi fido di loro, e loro non si fidano di me”. Di fronte ai continui dinieghi di Karzai gli Stati Uniti sarebbero ormai inclini a far slittare il ritiro delle truuppe aspettando che l’attuale presidente afghano esca di scena per firmare il  Bilateral Security Agreement con il suo successore. Lo sostiene il ‘Wall Street Journal citando fonti riservate interne all’amministrazione di Barack Obama. Lo stesso Karzai ha rinviato l’eventuale firma a dopo le elezioni presidenziali del 5 aprile prossimo, e a questo punto anche a Washington si sarebbe orientati in tal senso, rinunciando all’obiettivo di avere un quadro chiaro sulla futura presenza di proprie truppe in Afghanistan già prima della fine dell’anno, entro cui va comunque completato il ritiro delle forze Nato

. “Se lui non sarà parte della soluzione, dobbiamo trovare il modo di andare oltre” hanno osservato le fonti anonime. “E’ un riconoscimento pragmatico del fatto che Karzai chiaramente il patto può anche non firmarlo, e che però non rappresenta la voce del suo popolo”. Ogni decisione definitiva sul lasciare o meno soldati nel Paese centro-asiatico, su quanti, con quali compiti e a quali condizioni, sarebbe dunque rinviata almeno alla seconda metà dell’anno dopo che si sarà insediato il nuovo presidente che uscirà prevedibilmente da un secondo turno di ballottaggio  previsto in maggio.  Gli Stati Uniti avevano chiesto all’Afghanistan di firmare l’accordo entro la fine del 2013 e un ulteriore rinvio fino alla tarda primavera mette in difficoltà  anche gli alleati della Nato, specie quelli che hanno già confermato il mantenimento di contingenti di circa 800 militari dopo la fine dell’operazione Isaf. E’ il caso di Italia e Germania che hanno già assunto impegni precisi per l’Operazione NATO nota come “Resolute Support” il cui avvio nel 2015 è però condizionato dalla  firma del BSA.

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