Washington Post: chi siamo noi per giudicare la Russia?

(TMNews) – “Lo penso solo io, o la retorica sulla crisi in Ucraina suona come se Washington soffra di amnesia? Dovremmo essere scioccati – scioccati! – che una grande potenza militare voglia inventare un pretesto per invadere un più piccola e debole nazione? Mi scuso, ma abbiamo tutti dimenticato gli sfortunati eventi dell’Iraq di qualche anno fa?”. Sono le parole di Eugene Robinson, editorialista del Washington Post, che in un articolo dal titolo “Nella crisi in Ucraina, gli Stati Uniti hanno un problema di credibilità?”, pur condannando la decisione del presidente Vladimir Putin, ripercorre tutte le invasioni territoriali recenti messe in atto dagli Stati Uniti. “Per essere chiaro sto dalla parte del legittimo governo ucraino, non con il regime neoimperialista di Putin”, continua Robinson che sottolinea tutte le azioni militari americane in cui è stata violata la sovranità territoriale di uno Stato. “Prima dell’Iraq c’è stato l’Afghanistan, c’è stato il Golfo persico, Panama e Grenada. E anche se condanniamo Mosca per la sua oltraggiosa aggressione, ci riserviamo il diritto di usare missili mortali in Pakistan, in Yemen, in Somalia e chissà in quale altri luoghi”, scrive l’editorialista facendo riferimento all’impiego di droni da parte del governo del presidente Barack Obama in Asia e in Africa. “Nessuno dà al presidente russo Vladimir Putin il diritto di strappare la Crimea dal resto dell’Ucraina e rincorporare la storica penisola nell’impero russo.

Ma è difficile basare le obiezioni Usa su un principio – anche se Putin dice che i cittadini di nazionalità russa in Crimea sono sotto minaccia [la sua parola] risulta per essere fallace quanto l’affermazione dell’amministrazione Bush sulle armi di distruzione di massa possedute da Saddam Hussein”, sostiene Robinson. L’editorialista poi si concentra sulle possibilità che ora la comunità internazionale ha davanti per risolvere la situazione: “La Russia non ha nulla da temere dal Consiglio di sicurezza dell’Onu visto che può porre il veto su ogni azione proposta”, sostiene Robinson che ricorda come cacciare la Russia dal G8 potrebbe ledere il prestigio della nazione ma non toglierà certo il sonno a Putin. Anche le sanzioni sono solo minacce più che possibilità percorribili. “L’Unione europea dipende dalla Russia per la maggior parte del suo gas naturale – un fatto che dà a Putin una leva considerevole”, dice il Washington Post. La soluzione? “La Russia prende possesso della Crimea da sola o in maniera congiunta (con i miliziani della Crimea stessa). L’Ucraina e le altre repubbliche ex sovietiche ricordano che Mosca sta guardando e devono tutte calmarsi. Purtroppo per l’Ucraina, ma realisticamente, questo potrebbe essere l’accordo che il mondo deciderà di accettare”.

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