Da al-Qaeda all'ISIS. L'eredità di bin Laden sigla per sigla

Adnkronos – Osama Bin Laden è stato ucciso nel 2001, ma Al Qaeda si è evoluta in varie sigle in diverse aree del mondo, continuando a costituire, con livelli diversi di pericolosità, una costante minaccia per la sicurezza e la stabilità, non solo di quelle regioni. Sicuramente in ascesa è l’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e della Siria, come dimostrano le notizie più recenti provenienti da quei Paesi. Può contare, secondo un’analisi del britannico Telegraph, sul sostegno di circa 12mila combattenti. Nato dalla fusione di jihadisti siriani e iracheni, attualmente è il gruppo più potente tra quelli che combattono contro il governo di Damasco. C’è chi ritiene che l’Isis goda addirittura dell’appoggio non dichiarato del regime di Bashar Al Assad, che sfrutterebbe la violenza sconsiderata del gruppo per gettare discredito su tutto il più ampio universo dell’opposizione armata. In Iraq ha raggiunto una forza tale che gli ha consentito di dichiarare guerra aperta al governo, come dimostrano i successi militari degli ultimi giorni.

Altro gruppo al centro delle cronache è quello di Boko Haram, responsabile tra l’altro del rapimento di oltre 200 studentesse, composto da circa 9mila combattenti. Il gruppo islamista nato nel nord della Nigeria, mira alla la creazione di uno stato islamico nel nord del Paese e a ripulire etnicamente la regione dalla minoranza cristiana. All’inizio Boko Haram era concentrato solamente in Nigeria, ma a partire dal 2009 il gruppo ha adottato una strategia più ‘transazionale’, sotto i colpi dell’offensiva dell’esercito nigeriano che costrinse i leader del gruppo a cercare rifugio nel Mali e a chiedere l’aiuto di Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim). Appare invece in declino l’influenza esercitata da Al Qaeda nella Penisola arabica (Aqap), decimato dagli attacchi dei droni Usa. Al momento ne farebbero parte circa un migliaio di jihadisti. Il gruppo fu costituito nello Yemen nel 2009 da un gruppo di ‘duri e puri’ di Al Qaeda di origine saudita. Alcuni di loro avrebbero dovuto sottoporsi al programma di riabilitazione imposto dal governo di Ryad dopo la loro liberazione da Guantanamo.

Aqim negli anni ha condotto numerosi attacchi contro i militari governativi yemeniti. E’ responsabile di attentati contro le ambasciate presenti a Sana’a, del rapimento di stranieri e dei falliti attentati del 2010 con pacchi bomba caricati su alcuni aerei cargo diretti negli Stati Uniti. Al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim), composta da diverse centinaia di jihadisti, fa registrare una operatività in aumento. Il gruppo opera principalmente nelle regioni del Sahara abbracciate da vari confini. E’ quindi presente nel sud dell’Algeria e della Libia, in Mauritania, in Mali e Niger. Il gruppo fu formato da un gruppo di combattenti reduci della guerra in Algeria degli anni ’90. Nel maggio 2012 Aqim stabilì la sua roccaforte nel nord del Mali, prima di essere cacciata dall’intervento di una forza multinazionale a guida francese nel gennaio 2013. Secondo gli analisti, nonostante i colpi di coda, sarebbe in declino anche la capacità operativa dei somali di Al Shabaab. Il gruppo può contare al momento su una forza composta da 2-3mila combattenti. Gli Al Shabaab sono l’ala radicale di una più ampia coalizione di forze islamiste che nel 2006 conquistò Mogadiscio, ristabilendo la pace dopo anni di violenze.

Quando nel 2007 la coalzione venne cacciata dalla capitale somala a seguito di un intervento armato dell’Etiopia sostenuto dagli Usa, Al Shabaab diede vita a una nuova campagna militare contro il governo provvisorio somalo appoggiato dall’Onu. Al Shabaab è anche responsabile dell’attacco al centro commerciale di Nairobi dello scorso anno, nel quale morirono 63 persone. Il gruppo originario di Al Qaeda, identificato con l’acronimo Af-Pak (Afghanistan-Pakistan), può ancora contare su un numero di jihadisti compreso tra le centinaia e le poche migliaia. La leadership, dopo l’uccisione di Bin Laden, è passata nelle mani dell’egiziano Ayman Al Zawahiri. Da un punto di vista operativo ha una capacità assai ridotta rispetto al passato, a causa delle pesanti perdite inflitte dagli attacchi dei droni Usa nelle zone al confine tra Pakistan e Afghanistan. In ribasso anche le capacità operative della Jamaah Islamiyah. Il gruppo qaedista indonesiano sarebbe ancora composto da circa 5mila membri, di cui i combattenti attivi sarebbero solamente poche centinaia.

La Jamaah Islamiyah opera principalmente in Indonesia, con l’obiettivo di creare un califfato islamico nel sudest asiatico. Il gruppo è responsabile dell’attentato a una discoteca di Bali nel 2002, nel quale rimasero uccise 202 persone, la maggior parte delle quali turisti stranieri. Appartengono alla galassia jihadista di ispirazione qaedista anche i cosiddetti ‘lupi solitari’. Personalità come quelle dei fratelli Dzochar e Tamerlan Tsarnaev, responsabili dell’attentato alla Maratona di Boston del 2013. O come Michael Adebolajo, che in pieno giorno a Londra, lo scorso anno, uccise il soldato britannico Lee Rigby. Si ispirano alla filosofia qaedista e sono influenzati dalla propaganda jihadista e dai sermoni diffusi in rete da predicatori estremisti, come Anwar al Awlaki, l’imam statunitense di origine yemenita ucciso da un drone Usa nel 2012.

 

Grafica: Marco Giannini  Affreschi Digitali, AM tv

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