Il Ministro Pinotti presenta i nuovi programmi navali

Il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti ha reso noti alcuni dettagli circa i nuovi piani di costruzioni navali peraltro già dettagliati nell’aprile scorso da Analisi Difesa. ”Abbiamo la necessità di continuare a disporre di una Marina che sia pienamente efficiente, quindi dotata di mezzi moderni e sottoposti alla corretta manutenzione, con equipaggi addestrati e motivati” ha ieri detto il ministro nella sua audizione alle Commissioni congiunte di Camera e Senato, sul Documento programmatico pluriennale per il triennio 2014-2016 in corso di presentazione. ”Abbiamo bisogno di una base industriale e tecnologica -ha proseguito il ministro- capace di sostenere le nostre esigenze in fatto di piattaforme navali e di apparati elettronici imbarcati, perché una Marina pienamente efficiente non può prescindere da un sistema di sostegno tecnico e logistico altrettanto valido”.

Il programma ”si protrarrà per durata complessiva di 19 anni, nel periodo 2014-2032, includendo anche la fase del sostegno logistico”, ha spiegato ancora Pinotti. Il costo complessivo stimato del programma ”ammonta a 5.800 milioni di euro, inclusi gli eventuali oneri di ammortamento per capitale e interessi, finanziato con stanziamenti tratti dal bilancio del ministero dello Sviluppo Economico, afferenti alla missione 11 (Competitività e sviluppo delle imprese), Programma 5 (Regolamentazione, incentivazione dei settori imprenditoriali, riassetti industriali, sperimentazione tecnologica, lotta alla contraffazione, tutela della proprietà industriale), macro-aggregato-UPB ‘Investimenti’ e Centro di Responsabilità Dipartimento per l’impresa e l’internalizzazione”.

La formula di finanziamento prescelta, ha detto ancora Pinotti, ”vede l’attivazione di impegni ventennali di spesa: 40 milioni di euro a decorrere dall’anno 2014, di 110 milioni di euro a decorrere dall’anno 2015 e di 140 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016. Pertanto, la fase di finanziamento coprirà il periodo 2014-2035”. Passando alla tipologia e al numero di unità navali finanziate, il ministro della Difesa ha spiegato che si tratta di 6 Pattugliatori Polivalenti d’Altura per la sorveglianza marittima tridimensionale, più quattro Unità aggiuntive in opzione”. Come abbiamo già evidenmziato su queste pagine, almeno quelli in versione “full” sembreranno più fregate o cacciatorpediniere che non pattiugliatori d’altura in termini di dimensioni e armamento.

E ancora: una Unità d’altura di Supporto Logistico, con capacità ad ampio spettro (trasporto e rifornimento in mare di combustibili, lubrificanti, munizionamento, pezzi di rispetto, viveri, acqua, medicinali, materiali vari) e di concorso ad attività di soccorso umanitario in caso di eventi straordinari o calamità naturali; una Unità anfibia multiruolo per la proiezione di assetti operativi ad elevata prontezza, militari e umanitari, per il concorso della difesa ad attività di soccorso umanitario in occasione di eventi straordinari o calamità naturali, con spiccati requisiti di standardizzazione e interoperabilità con gli alleati e i partner europei, in particolare per le capacità imbarco, trasporto, rilascio, impiego e supporto di mezzi anfibi e aerei. Inoltre due Unità navali polifunzionali ad altissima velocità e spinto contenuto tecnologico per il supporto alle forze speciali del Gruppo operativo Incursori, ”per il contrasto della minaccia asimmetrica e per l’impiego in tutti i contesti operativi che richiedano flessibilità, incisività, deterrenza e discrezione”

Il piano, ha detto ancora il ministro della Difesa nella sua audizione di fronte alle Commissioni Difesa di Palazzo Madama e di Montecitorio, ”sarà completato poi da un programma di ‘Supporto Logistico Integrato’, conforme alle specifiche normative in vigore e comunque non inferiore a 10 anni, programma i cui oneri sono inclusi negli stanziamenti già citati”. Dal punto di vista tecnico-amministrativo, ha proseguito Pinotti ”’intendimento è quello di avvalersi dell’Occar, ovvero la ‘Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti’, che gestisce programmi europei di cooperazione, della quale siamo Membri fondatori e che, già in passato, ha dimostrato la sua efficacia nella gestione di questo genere di commesse”. ”Come accaduto in passato -ha spiegato ancora Pinotti- ricercheremo attivamente intese internazionali coi nostri partner europei, per realizzare congiuntamente, se possibile, alcune di queste unità. Ho già prospettato questa soluzione al mio collega francese, Le Drian, lo scorso 16 giugno, e l’interesse è elevato”, ha concluso il ministro della Difesa.

”Negli ultimi sei anni la Difesa ha visto diminuire le consistenze iniziali del Bilancio dei settori Investimento ed Esercizio, di complessivi 1.732,7 milioni di euro, pari ad un -27,51% delle disponibilità del 2008” ha aggiunto il ministro.  In particolare “i consumi intermedi si sono ridotti di un totale di 1.440,3 milioni di euro, pari a una diminuzione del 63,59%, passando dai 2.265 milioni nel 2008 agli attuali 824,7 milioni. In proiezione, gli stessi scenderanno ancora, arrivando a 745,3 nel 2016-2017. Ho fatto riferimento alla crisi economica -ha detto ancora il ministro della Difesa- della quale non è certo mia intenzione sottovalutare la portata o gli effetti. Devo però segnalare come, nel periodo in esame, la spesa complessiva di tutti i dicasteri, per consumi intermedi, sia passata da 7.753 milioni di euro nel 2008 a 9.926 milioni di euro nel 2014.

È quindi cresciuta, sebbene ad un ritmo inferiore a quanto previsto inizialmente. Se ne ricava che la riduzione apportata alla Difesa che, lo ripeto, si attesta ad oltre il 63%, appare squilibrata nel confronto con l’andamento complessivo” . Passando all’esame della voce relativa agli investimenti, Pinotti ha spiegato che “il dicastero ha diminuito progressivamente le proprie disponibilità, passando da uno stanziamento nel 2008 pari a 3.635 milioni di euro agli attuali 3.220,7 milioni di euro, rispetto a un tendenziale approvato dalla Finanziaria 2011 di oltre 4.200 milioni. Diventeranno 2.871 Milioni nel 2015 e 2.863,4 nel 2016, segnando così una riduzione del 31,82%, nel periodo in esame”.

Con fonte ADNKronos

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