Gli iracheni perdono mille mezzi, gli USA inviano portaerei

L’esercito iracheno in rotta di fronte ai miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil) ha perso un equipaggiamento militare dal valore di 1,3 miliardi di dollari, in gran parte fornito dagli Stati Uniti. Lo riferisce al Washington post Hisham al Hashemi, un analista iracheno a conoscenza delle stime dell’esercito. Nei depositi dell’esercito abbandonati dai soldati in fuga vi sono 72 carri armati, circa 700 veicoli militari Humvee, centianaia di altri veicoli blindati, migliaia di tonnellate di munizioni e due elicotteri. Secondo Hashemi, non è detto che i miliziani dell’Isil si siano appropriati di tutto il materiale: per loro i tank sono d’impaccio e poco utili strategicamente. E’ probabile che se ne siano tenuti pochi. Gli altri potrebbero essere stati distrutti, abbandonati o finiti nelle mani delle forze curde dei peshmerga.

In vista dei possibili raid aerei contro gli jihadisti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) gli Stati Uniti stanno rafforzando la presenza  nel Golfo Persico. Con l’invio della portaerei nucleare Uss George H. W. Bush, ed il suo gruppo navale formato, tra le altre unità, dall’incrociatore lanciamissili USS Philippine Sea e dal cacciatorpediniere lanciamissili USS Truxtun, sono due le grandi unità della classe Nimitz nel Golfo. Accanto alla Bush gli USA contano già sull’unità gemella, la Uss Harry Truman, di stanza a Manana in Barhein dove ha sede il comando della V Flotta. Le due navi sono lunghe 332 metri e trasportano 6.000 militari e fino a 80 cacia-bombardieri ed oltre una decina di elicotteri. Nel golfo, ma in Qatar c’è anche la grande base aerea della Us Air Force “Al Udeid”, poco fuori Doha, con decine di caccia-bombardieri e aerei di diverso tipo e un totale di 10.000 uomini.

Trova conferme intanto il supporto militare diretto fotnito in queste ore dall’Iran a Baghdad con l’invio del generale dei pasdaran Qasem Soleimani in Iraq per coordinare l’assistenza militare iraniana nel contrastare l’avanzata dei miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante. Lo conferma ad Aki – Adnkronos International una fonte del ministero degli Esteri di Teheran a condizione di anonimato. Secondo la fonte, il generale si sarebbe recato in Iraq tra giovedì e venerdì scorsi e al momento almeno due compagnie di Pasdaran sarebbero presenti in Iraq al fine di fermare l’avanzata dei ribelli sunniti di Isis. Secondo la fonte degli Esteri, Teheran “non puo’ permettersi di perdere la propria influenza sull’Iraq e pertanto continuera’ a supportare, su tutti i fronti, il fronte sciita iracheno”. Anche alcune fonti citate dal Guardian e dal Wall Street Journal hanno sostenuto che il generale Soleimani avrebbe visitato le autorita’ irachene, garantendo il supporto militare e logistico iraniano. La notizia era pero’ stata smentita dal ministero degli Esteri iraniano, che ha confermato il sostegno politico di Teheran nei confronti del governo di al-Maliki, ma negato di aver inviato le proprie forze militari in Iraq.

Il generale Soleimani è stato nominato nel 1997 comandante delle Brigate al- Quds del corpo dei Pasdaran. E’ uno dei più importanti ufficiali del sistema militare iraniano ed è molto vicino alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, che risale agli anni della guerra Iran-Iraq (1980-1988). Soleimani, prima di diventare comandante di al-Quds (sezione estera dei Guardiani della Rivoluzione), era stato uno dei principali comandanti dei Pasdaran durante la guerra contro Saddam Hussein. Dopo si e’ dedicato a combattere il traffico di droga al confine orientale del Paese con l’Afghanistan. Soleimani ha iniziato la sua carriera militare come un semplice membro dei paramilitari Basij subito dopo la rivoluzione del 1979. Date le sue qualità nella strategia militare e nell’intelligence, è riuscito a salire i ranghi militari in poco tempo, diventando oggi l’ufficiale più influente in Iran. Soleimani e’ stato e continua a essere molto importante nella politica estera iraniana in Iraq (particolarmente a Bassora) e in Afganistan (particolarmente a Herat) dal momento che le Brigate al-Quds sono il braccio estero dei Pasdaran che, a volte, riescono a determinare anche linee di politica estera della Repubblica islamica. Soleimani è un convinto fedele dell’Islam sciita e crede all’ideologia khomeinista. (

Con fonti Adnkronos/Washington Post e AGI

Foto: Wikimedia, Reuters

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