I costi della guerra al Califfato

Per ora i costi sostenuti dal Pentagono per le operazioni contro lo Stato Islamico sono limitati a 10 milioni di dollari al giorno. lo ha affermato il Segretario alla difesa americano Chuck Hagel annunciando che chiederà al Congresso un “finanziamento supplementare”.

Un’esigenza confermata  dal Capo di stato maggiore interforze, generale Martin Dempsey, secondo il quale a lungo andare ci saranno problemi di budget e saranno necessari stanziamenti ad hoc. Dall’8 agosto al 27 settembre le forze aeree statunitensi hanno compiuto 250 raid di cui 43 in Siria (dal 23 settembre) finanziati con 530 milioni di dollari dal fondo per le Operazioni all’estero (Overseas Contingency Operations) che è separato dal Budget del Pentagono e copre i costi delle operazioni in atto.

Da quando il presidente Obama ha dato il 16 giugno l’autorizzazione all’invio di istruttori militari per le forze di sicurezza irachene, il Pentagono ha sostenuto una spesa di circa 7,5 milioni al giorno. Finora le operazioni contro l’IS sono costate circa 765 milioni di dollari a cui aggiungere i costi delle incursioni aeree e del munizionamento impiegato  come gli oltre 50 milioni di dollari che rappresentano il costo dei 47 missili Tomahawk lanciati dalle navi il 23 settembre.

Allo stato attuale si valuta che tra forze aeree e truppe in Iraq (quasi 2mila militari) la guerra contro l’IS potrebbe arrivare a costare più di un  miliardo di dollari al mese. Gordon Adams, un analista esperto in budget della difesa citato da Military.com, sostiene che contando anche i costi dei trasporti, rifornimenti in volo, missili e le ore volate da aerei e droni fino ad ora l’operazione americana in Iraq e Siria è già costata più di un miliardo di dollari.

Il rapporto pubblicato dal Center for Strategic and Budgetary Assessments, valuta invece che la guerra sia costata finora tra i 780 e i 930 milioni di dollari; spese destinate ad aumentare sensibilmente, se Washington dovesse decidere di rafforzare il proprio intervento.

Secondo il rapporto pubblicato gli Stati Uniti probabilmente spenderebbero tra i 200 e i 320 milioni al mese se decidessero di portare 2.000 soldati a combattere in Iraq. Una graduale escalation del conflitto vedrebbe i costi salire 350/570 milioni al mese con più raid aerei e 5 mila soldati  USA sul terreno fino a 1,m1/ 1,8 miliardi al mese  (22 all’anno) con un’intensa campagna aerea e 25 mila militari sul terreno.

La sola campagna di raid aerei a bassa intensità, insufficienti per molti critici per sconfiggere lo Stato Islamico, costerebbero per un anno tra i 2,4 e i 3,8 miliardi di dollari. Nel caso in cui Washington decidesse di rafforzare la campagna aerea, i costi potrebbero salire a una cifra compresa tra i 4,2 e i 6,8 miliardi di dollari all’anno. Certo si tratta di stime variabili a seconda del numero di velivoli, truppe e del  tipo di armamento impiegato: una bomba a guidata satellitare JDAM costa circa 30 mila dollari, un missile Hellfire lanciato da un drone circa 110 mila mentre un missile aria-terra MBDA Brimstone come quelli lanciati dai Tornado GR.4 della Royal Air force costa 200 mila euro.

Foto AFP e US DoD

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