II «new deal» del Giappone: fuori dalla crisi con il riarmo

da Libero Quotidiano del 15/01/15

In Giappone non s’era mai visto dopo la disfatta del 1945 un simile livello di spese militari. I ben 4980 miliardi di yen, pari a 42 miliardi di dollari, approvati ieri per l’esercizio marzo 2015-marzo 2016 dal governo capeggiato da Shinzo Abe toccano ormai il 5% del bilancio statale, che totalizza 96.300 miliardi di yen. Il ministero della Difesa aveva chiesto anche di più, 5050 miliardi di yen. I generali non sono stati accontentati fino in fondo, ma di came al fuoco ce n’è tanta anche così. Il nuovo ministro della Difesa Gen Nakatani, in carica dal 24 dicembre 2014, ha ricordato la minaccia cinese, date le contese nell’arcipelago delle isole Senkaku, controllate dai nipponici ma rivendicate da Pechino col nome di Diaoyu.

«Dobbiamo adattarci – dice Nakatani – ai mutamenti. Le navi della Cina appaiono più frequentemente presso le nostre acque e i loro aerei da caccia volano anormalmente vicini ai nostri».

Non a caso nella “lista della spesa” primeggiano ordigni aeronavali, specie di produzione nazionale. Ad esempio si compreranno 20 nuovi aerei da pattugliamento marittimo Kawasaki P-1,(nella foto a sinistra)  grossi jet capaci di sorvolare l’oceano fino a 4000 km di distanza dalla base. Sono equipaggiati col meglio dell’elettronica giapponese, apparati targati Toshiba, NEC, Mitsubishi, Shinko, per snidare e distruggere i sottomarini cinesi che in caso di guerra tenterebbero d’affamare Tokyo con un blocco navale simile a quello che gli U-Boot tedeschi posero alla Gran Bretagna in entrambe le guerre mondiali. Solo i P-1 costerebbero 350 miliardi di yen.

  Bell’affare per le industrie e per l’economia del Paese, quasi come il “new deal” per l’America di 80 anni fa. In lista nel 2015 anche 6 dei 42 previsti caccia F-35 (foto accanto) che verranno comprati dagli USA.I giapponesi, però, non si fidano totalmente dell’aereo americano e guardano al colosso Mitsubishi che prepara un caccia invisibile indigeno, l’ATD-X, che dovrebbe volare quest’anno.

Del resto, l’aviazione giapponese schiera 350 aerei da combattimento e 42 F-35 non bastano a sostituirli. In mare, continua la costruzione di sottomarini d’ultima generazione, la classe Soryu, cinque già in servizio e il sesto atteso a marzo. Battelli da mezzo miliardo di dollari l’uno, dotati di un avanzatissimo motore tipo Stirling, “ad aria calda”, che la Kawasaki ha sviluppato con la svedese Kockum.

Un motore silenzioso atto a lunghe immersioni eludendo il nemico.Sempre in marzo entrerà in linea la Izumo, prima vera p or-taerei costruita in Giappone dopo la guerra, lunga 250 metri, ed è già in costruzione la seconda, che sarà varata in agosto.

Anche le forze speciali si rafforzano.Domenica una grande es er-citazione ha mobilitato battaglioni di paracadutisti, mentre nel nuovo piano entreranno anche 30 mezzi da sbarco.

A prevenire l’altrettanto importante minaccia della Corea del Nord serviranno nuovi sistemi antimissile Aegis e droni spia a lungo raggio e ad alta quota Global Hawk (foto a sinistra), comprati dagli USA, per controllare Pyongyang. I soldi non sono un problema, dopo il contestato aumento delle tasse sul consumo, deciso da Abe nel 2014, tanto che quest’anno si registra un +9 % solo nelle tasse in-cassate, arrivate a 54.525 miliardi di yen. Ciò ha permesso di aumentare del 3,3 % (31.529 miliardi) le spese sociali, mentre le opere pubbliche restano invariate, sui 6000 miliardi del 2014.

Ma Tokyo si frega le mani anche per i bassi prezzi del petrolio, come ricordato il 9 gennaio dal ministro dell’Economia Aldra Amari: «Col petrolio meno caro, la nostra economia avrà una spinta di 50 miliardi di dollari e caleranno i prezzi al consumo». Proprio la dipendenza dall’energia estera, nonostante la riaccensione delle centrali nucleari, richiede la protezione delle rotte marittime vitali per il Paese. Se poi i nuovi armamenti sono “fatti in casa”, tanto meglio per le aziende del Sol Levante.

Foto: The Economist, Lockheed Martin, Northrop Grumman, Kawasaki

Nato nel 1974 in Brianza, giornalista e saggista di storia aeronautica e militare, è laureato in Scienze Politiche all'Università Statale di Milano e collabora col quotidiano “Libero” e con varie riviste. Per le edizioni Odoya ha scritto nel 2012 “L'aviazione italiana 1940-1945”, primo di vari libri. Sempre per Odoya: “Un secolo di battaglie aeree”, “Storia dei grandi esploratori”, “Le ali di Icaro” e “Dossier Caporetto”. Per Greco e Greco: “Furia celtica”. Nel 2018, ecco per Newton Compton la sua enciclopedica “Storia dei servizi segreti”, su intelligence e spie dall’antichità fino a oggi.

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