ARX 200 per i tiratori esperti dell’Esercito Italiano

di Riccardo Catalano

Le figura del tiratore scelto e dello sniper sono sempre state avvolte da confusione e un certo disinteresse nelle forze armate italiane. Nelle forze di polizia il tiratore scelto è una figura rispettata e definita (con peculiarità e tattiche di impiego proprie delle funzioni di polizia).  Nelle forze armate al contrario, con l’eccezione degli sniper in servizio nelle Forze Speciali, molto è lasciato alla buona volontà e all’ingegno dei singoli e dei reparti.

Nella dottrina anglosassone, da sempre contraddistinta da semplicità e chiarezza, si definisce la figura dello “Sniper” propriamente detto come colui che, con fuoco di precisione, in team di due o più operatori, colpisce obiettivi di alto valore militare da una distanza almeno superiore a 300 metri.

Il “Designated Marksman”, al contrario, è un comune soldato di fanteria, inserito in una squadra o plotone, addestrato al tiro di precisione con fucile semiautomatico dotato di ottica, in genere in calibro 7,62 NATO.  Lo scopo del Marksman (tiratore esperto) negli USA e in UK, è quello di estendere il raggio effettivo dell’unità con fuoco preciso e celere.

Negli ultimi anni di conflitti in medio oriente la figura del Designated Marksman ha assunto un ruolo sempre più importante negli eserciti occidentali.

Oltre alla necessità di contenere i danni collaterali nei sempre più frequenti scontri in aree densamente popolate, le distanze di ingaggio nei teatri mediorientali, sono in genere piuttosto elevate e la squadra di fanteria dotata di fucili in 5,56 NATO si è spesso trovata a necessitare un supporto di fuoco preciso a media distanza, senza per questo poter fare affidamento ad uno Sniper Team, per sua natura impiegato in compiti differenti.

In particolare il problema è più sentito nello US Army a causa dell’abbandono dei fucili M16 in favore delle carabine M4, corte e maneggevoli, ma con inferiore efficacia terminale a causa della canna da 14 pollici.  E’ da notare come il Corpo dei Marines, da sempre molto legato alla tradizione del tiro, non abbia mai abbandonato il modello M16 (canna da 20 pollici) in favore della carabina M4, se non per impieghi specifici in zone urbane o reparti meccanizzati.

La Bundeswehr, le forze armate tedesche, nonostante le condizioni generali piuttosto precarie che hanno dettato scandalo mesi fa, ha adottato il G28 della Heckler & Koch, lo storico marchio presente nelle armerie delle Forze Speciali di tutto il mondo. Il G28 è derivato dalla carabina da tiro MR308 civile ed è capace di fuoco semi-automatico in calibro 7,62 NATO, l’esercito tedesco lo ha adottato in due versioni, una con canna da 16 pollici denominata “Patrol” per impieghi dinamici e una con canna lunga 20 pollici, bipiede ed ottica a grande ingrandimento per supporto di fuoco a lunga distanza.

A quanto pare anche in Italia finalmente qualcosa si muove, anche se in ritardo. In verità alcuni reparti hanno condotto in passato, sin dai tempi della Somalia, studi autonomi e sperimentali, in alcuni casi coinvolgendo i vecchi BM59 adattati alla buona con ottiche di puntamento commerciali. Recentemente però la Direzione Nazionale Armamenti ha ordinato alla Beretta 800 fucili ARX-200 in calibro 7,62 NATO, per un valore di 2,5 milioni di Euro.

Per il momento la richiesta parrebbe legata alle esigenze delle Forze per Operazioni Speciali, come sembrerebbe indicare la “Determinazione a contrarre” numero T. 108 di Segredifesa/Direzione Armamenti Terrestri con cui viene avviata la commessa per 800 fucili per 2,5 milioni di euro.

Tuttavia Alberto Scarpitta, analista di forze terrestri e firma di Analisi Difesa, valuta che “le Forze Speciali/Forze per Operazioni Speciali hanno da tempo in dotazione il fucile M110 come arma di precisione semi automatica in 7,62 mentre Marina ed Aeronautica dispongono degli HK 417. Probabile quindi che il nuovo Beretta equipaggerà anche e soprattutto i reparti di fanteria convenzionale, probabilmente  in ragione di uno per squadra, ossia una trentina per reggimento”.

L’ARX-200 è l’evoluzione del modello ARX-160 in calibro 5,56 NATO (cui si riferiscono le foto che illustrano l’articolo) già in distribuzione ai reparti da qualche anno come arma standard individuale. Non esistono al momento informazioni specifiche su questo nuovo modello di arma, che sembra essere in una fase sperimentale iniziale. Indiscrezioni parlano di una meccanica apposita non mutuata dal modello più piccolo e pare che l’esercito abbia optato per mantenere la capacità di fuoco automatico sulla nuova piattaforma destinata ai “tiratori esperti”.

I caricatori, probabilmente proprietari Beretta, saranno da 20 colpi (standard in questo tipo di armi) e la canna da 14 pollici, molto compatta rispetto a quanto si è visto finora in altre armi simili. Di sicuro questo interesse dimostrato dall’Esercito promette bene, sarà poi da vedere come verrà gestita e organizzata la formazione e l’assegnazione dei tiratori e se avverrà anche nei reparti ordinari di fanteria. Si tratta certamente di un passo avanti nella modernizzazione delle tattiche in linea con gli alleati della NATO.

Foto ARX 160: Esercito Italiano e Beretta

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