Libia: ecco il capo dei trafficanti di esseri umani

Adnkronos – Si chiama Ermias Ghermay ed è l’uomo di origine etiope che gestisce il traffico di esseri umani dalle coste libiche a quelle italiane. E’ quanto rivela – offrendone anche un identikit – la giornalista Alex Crawford in un servizio di ‘Sky News’ nel quale ha ripercorso assieme al cameraman Garwen McLuckie, al regista Toby Sculthorp e al produttore Mike Mawhinney le tracce dell’uomo considerato “il più ricercato” tra i trafficanti di esseri umani.

Un viaggio attraverso zone nelle quali l’ordine è inesistente e dove la reporter ha potuto essere testimone di abusi sui migranti, picchiati e umiliati e, si legge sul sito di ‘Sky News’, “soprattutto sfruttati da quasi tutti coloro con i quali si sono imbattuti nel loro tentativo di arrivare in Europa”.

La giornalista cita gli investigatori italiani, grazie ai quali è stata accumulata una montagna di prove contro alcuni dei principali trafficanti che operano in Libia e che hanno identificato proprio Ghermay anche grazie alle intercettazioni di alcune telefonate tra lui e i suoi luogotenenti.

Una di queste registrazioni, riporta l’emittente, collega direttamente l’uomo etiope con la tragedia del 3 ottobre 2013 a Lampedusa, quando un’imbarcazione con 500 persone a bordo si inabissò all’alba a poche miglia dalle coste provocando la morte di 368 migranti.

Emergono intanto alcune ipotesi sull’ennesima tragedia del mare a largo delle coste libiche che, secondo i superstiti, avrebbero causato la morte di decine di migranti.

Era in corso il trasbordo sulla nave tedesca e se 88 stranieri sono stati tratti in salvo, il resto sarebbe finito in mare nel disperato tentativo di salire sul mezzo navale.

Non si esclude che possa essere stata una disgrazia, un episodio accidentale. Dalla Procura di Siracusa emerge comunque che le vittime sarebbero in realtà una dozzina.

La stessa Procura, insieme al Gruppo Interforze, sta compiendo gli accertamenti sulle ricostruzioni fornite dai superstiti. Va poi valutata la competenza giurisdizionale, considerando che i fatti riguardano cittadini stranieri in acque internazionali.

Foto: Marina Militare

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