L’ammiraglio Credendino fa il punto su Eunavfor Med

ANSA – Con l’operazione europea Sophia sono  state salvate nei primi sei mesi “9mila persone”: la missione ha  “l’obiettivo di contrastare i trafficanti di esseri umani. Il  soccorso non è nel mandato ma è un obbligo morale e se c’è un dubbio la mia decisione è sempre di salvare vite umane”. Lo ha detto l’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione EunvaFor Med, in audizione davanti alle commissioni Difesa di  Camera e Senato.

L’operazione Sophia “è – ha aggiunto l’ammiraglio – parte dell’approccio globale dell’Unione Europea, io mi limito a curare i sintomi, se non c’e’ un approccio complessivo non  possiamo risolvere noi. E’ necessario avere un interlocutore  libico”. “La fase 3 della missione andra’ condotta insieme ai  libici”, ha sottolineato.

Rispondendo poi ad una domanda in merito, il comandante ha sottolineato che “le regole di ingaggio che ho attenuto sono esattamente quelle che mi servono,  consentono di andare sulle barche degli scafisti, di  sequestrarle e, nel caso, di rispondere al fuoco. Andando avanti  aumenteranno i rischi e le minacce militari, ecco perché serve  una forza militare e non solo di polizia”.

L’ammiraglio Credendino ha sottolineato che “la rotta sud è molto più pericolosa e chi può sceglie la rotta ad est. Il 91% delle partenze avviene dalla Tripolitania, il 9% e’ un flusso egiziano, che però nelle ultime 6-7 settimane non abbiamo più avvertito”.

Nel corso della missione europea antiscafisti – che “mescola una componente militare con una di polizia e si attua con mezzi militari”, e alla quale partecipano 22 Paesi membri (a breve si aggiungeranno Austria e Portogallo), con “1.400 persone assegnate alle missioni, 700 italiani” – e’ stato possibile ricostruire il ‘modus operandi’ dei trafficanti, come hanno spiegato lo stesso ammiraglio Credendino e il contrammiraglio Andrea Gueglio, in collegamento dalla nave Cavour.

A est di Tripoli vengono utilizzati gommoni di fabbricazione cinese, sono molto sottili e affondano dopo il primo viaggio; arrivano, attraverso la Turchia, a Malta, costano 8mila euro e imbarcano 100 persone, con un guadagno netto per migrante di circa 7-800 euro.

Dalle coste a est di Tripoli prendono il mare barche in legno, con un guadagno netto di 400mila euro.

Ma “oggi gli scafisti – ha detto Credendino – non hanno più la libertà che avevano prima, non partono più barche in legno. Abbiamo arrestato 48 scafisti e sequestrato 66 barche”, infatti “l’unico modo per fermare le partenze è sottrarre le imbarcazioni”.

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