Svelati (dallo Stato Islamico?) i nomi di 22 mila jihadisti

(aggiornato il 12 marzo alle ore 17)

Per il 70 per cento sono arabi, ma ci sono anche americani, francesi, tedeschi e inglesi tra le reclute dell’ISIS Lo rivelano 1.736 documenti circa l’identità di 22mila miliziani. Nei file consegnati da un ‘pentito’ a Sky News ci sono i nomi, le date di nascita, la nazionalità, gli indirizzi, i contatti familiari, il livello di istruzione e il gruppo sanguigno di cittadini provenienti da almeno 51 paesi.

Secondo il sito di informazione vicino all’opposizione siriana Zaman al-Wasl, un quarto dei miliziani indicati nei documenti è saudita e il resto prevalentemente tunisini, marocchini ed egiziani.  I documenti ora in possesso dell’intelligence tedesca dimostrano anche le modalità con cui il gruppo di Abu Bakr al-Baghdadi arruola i suoi  adepti.

E’ previsto un vero e proprio ”questionario di ammissione”, con 23 domande. Tra queste anche la possibilità di scegliere se si preferisce essere impiegati come attentatori suicidi, soldati o in un altro ruolo. Si chiede inoltre di fornire i dettagli di qualsiasi “esperienza jihadista fatta in precedenza”.

AbuuntitledUn volontario si propone per missioni suicide, ma nelle note i vertici dello SI spiegano che “ha problemi di visione notturna” e non sa guidare “auto col cambio manuale”.

Sedici i jihadisti britannici che figurano nella lista, quattro quelli americani, sei dal Canada, Francia e Germania. Tra i britannici anche Abdel Bary, l’ex rapper londinese di 26 anni a che si è unito all’Is nel 2013 dopo essere stato in Libia, Egitto e Turchia.

C’è poi Reyaad Khan, 21 anni, nato a Cardiff e ucciso ad agosto in Siria in un raid aereo britannico, e l’hacker Junaid Hussein, ventenne, ucciso invece in un raid Usa. Ma ci sono anche noti non noti alle autorità.

ISIS-videoi-Ramadi1“Si può presumere che i file siano autentici”, ha affermato il ministro tedesco degli Interni Thomas de Maiziere, secondo cui questa mole di informazioni potrà aiutare gli inquirenti a indagare e tracciare gli spostamenti dei combattenti jihadisti. Inoltre, essa potrà anche prevenire reclutamenti futuri da parte del movimento estremista islamico.

Il primo a pubblicare i file (in arabo) è stato il sito web Zaman Al-Wasl, con base in Qatar e vicino all’opposizione siriana che lotta contro il presidente Bashar al-Assad. Due dei nomi contenuti nell’elenco – Kerim Marc B e Abdelkarim B – appartengono a jihadisti oggi alla sbarra in Germania per terrorismo. Altri due sono apparsi in passato nei video di propaganda dello SI.

Isis-video-Ramadi-2Il file sarebbe stato trafugato da un “pentito”, identificato come Abu Hamed, un combattente dello SI che, dopo aver conosciuto da vicino il gruppo e i suoi vertici, dice di essere rimasto deluso e per questo ha voluto trafugare il documento prelevando dalla sicurezza interna al movimento.

Analisti ed esperti concordano sul fatto che, se comprovata a fronte di qualche dubbio che permane, la lista avrà un’importanza strategica enorme per le intelligence e i governi che si battono contro lo Stato islamico.

I dati risalgono al 2013 e ai primi mesi del 2014, quindi non sono aggiornate; tuttavia, essi rivestono ancora un significato enorme e sono una fonte essenziale di verifica per i governi nella lotta al terrorismo e al reclutamento jihadista. Infine, la magistratura dei vari Paesi potrà utilizzare questi elenchi per processare quanti rientrano in patria dopo aver militato nel gruppo terrorista.

FFimages1Secondo l’analista Magnier Elijah, intervistato dalla tv satellitare al-Arabiya. la lista di 22mila reclute dello Stato Islamico sarebbe stata “fatta filtrare” volutamente dalla stessa organizzazione terroristica, in difficoltà finanziarie, per impedire la fuga dal Califfato dei suoi adepti.

Elijah, che da 32 anni si occupa di questioni di sicurezza in Medio Oriente “è l’Isis ad aver fatto filtrare i questionari” pubblicati dal sito dell’opposizione siriana “Wasl al Zaman” di 22 mila reclute e considerata da molti “un duro colpo” all’organizzazione.

imagesCAZI02S32Stando all’argomentazione  dell’esperto, il Califfato trovandosi in difficoltà finanziarie negli ultimi tempi avrebbe “fatto filtrare volutamente i questionari per impedire chi sta pensando alla defezione e a tornare al Paese d’origine”.

Una “mossa magistrale, per rendere pressoché mpossibile la fuga in quanto i governi dei Paesi d’origine avranno già sicuramente stilato la lista dei nomi per essere arrestati ai punti di confine”.

Da parte  sua l’emittente panaraba ricorda come il regime del defunto dittatore iracheno Saddam Hussein ricorresse alla stessa pratica con i propri funzionari.

ISIS-images1L’ex regime iracheno infatti spesso rendeva pubblici i meriti oppure i “premi” dati ad alcuni suoi esponenti al fine “marchiarli e non lasciare loro una via di uscita” se non quella di assoluta fedeltà al dittatore.

E’ ormai noto che moltissimi dei dirigenti dell’Isis sono ex ufficiali dei servizi segreti iracheni.

(con fonti Adnkronos/AKI, Askanews e Asia News)

Foto: Stato Islamico

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