Ankara minaccia di cacciare gli americani da Incirlik

Nel pressing della Turchia su Washington per ottenere appoggio militare nell’operazione nel nord della Siria contro i curdi-siriani e lo Stato Islamico torna in ballo la cessione agli Stati Uniti della base aerea di Incirlik, fin dalla Guerra Fredda baluardo della presenza statunitense in Turchia.
Con numerose dichiarazioni governative la Turchia ha definito “insufficiente” il sostegno ricevuto nell’ultimo mese e mezzo nella sua lotta all’Isis, condotta nel nord della Siria nell’ambito dell’operazione ‘Scudo dell’Eufrate’, e in particolare nell’offensiva verso la roccaforte di al-Bab, e potrebbe decidere di chiudere alle firze Usa e alleate la base aerea di Incirlik se la situazione non cambierà.

Lo ha detto in un’intervista alla tv Kanal 24 il portavoce del presidente Recep Tayyip Erdogan, Ibrahim Kalin, aggiungendo di avere l’impressione che la nuova amministrazione Usa di Donald Trump sarà più attenta alle “sensibilità” di Ankara, in particolare rispetto al supporto di Washington ai curdi-siriani del Pyd nella lotta all’Isis. Ieri, una dichiarazione analoga su Incirlik era giunta dal ministro della Difesa, Fikri Isik, secondo il quale la mancanza di supporto della Coalizione internazionale anti-Isis, e in particolare degli Usa, nell’offensiva turca contro la roccaforte del Califfato di al Bab, nel nord della Siria, “sta causando una seria delusione nell’opinione pubblica” e “portando a discussioni su Incirlik”, la base aerea nel sud della Turchia concessa da Ankara dall’estate 2015 per le operazioni della Coalizione contro l’Isis.

erdogan “Gli Stati Uniti sono per noi un alleato molto importante. Cooperiamo in ogni ambito. Ma al momento il rapporto di fiducia è in crisi” aveva dichiarato ieri il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, evidenziando in un’intervista all’agenzia di stampa Anadolu almeno tre criticità che stanno gettando un’ombra sull’alleanza tra Washington ed Ankara. Il primo punto, ha spiegato Cavusoglu, riguarda il mancato sostegno della coalizione anti-Is guidata dagli Usa all’offensiva delle forze armate turche per strappare al-Bab, nel nord della Siria, al gruppo jihadista. A questo proposito il ministro ha affermato che la Turchia ha iniziato a mettere in discussione l’utilizzo della base da parte della coalizione.

“La nostra gente si chiede, ‘perché (le forze della coalizione, ndr) stanno usando la base aerea di Incirlik?’ Quale scopo avete se non fornite supporto aereo contro Daesh (acronimo dello Stato Islamico in lingua araba, ndr) nell’operazione per noi più sensibile?”

Il capo della diplomazia di Ankara ha quindi puntato il dito contro quella che non ha esitato a definire una promessa “non mantenuta” dagli Usa riguardo il ritiro delle Unità di Protezione del Popolo (YPG, la milizia curda siriana che difese Kobane dall’Isis che il governo turco considera alla stregua di un’organizzazione terroristica) da Manbij, nel nord della Siria. “Fornire armi alle Ypg significa che gli Usa si sono scelti un’organizzazione terroristica come alleato”, ha aggiunto Cavusoglu, precisando che nei giorni scorsi una delegazione congiunta Turchia-Usa è stata inviata a Manbij senza ottenere risultati soddisfacenti per Ankara.

cvxkswqwaaa4myx “Obama ha detto che è d’accordo con noi sul fatto che le milizie curde, dovrebbero ritornare a est dell’Eufrate”, ha dichiarato, evidenziando tuttavia che Washington finora “non ha mantenuto le promesse”. Il terzo punto di criticità nel rapporto con gli Usa, ha proseguito Cavusoglu, riguarda l’estradizione del predicatore Fethullah Gulen, ritenuto da Ankara la mente del fallito golpe dello scorso 15 luglio e che attualmente vive in esilio in Pennsylvania.

La mancanza di supporto della Coalizione internazionale anti-Isis, e in particolare degli Usa, nell’offensiva turca contro la roccaforte del Califfato di al Bab, nel nord della Siria, “sta causando una seria delusione nell’opinione pubblica” e “portando a discussioni su Incirlik” ha detto Isik.

Blanda la replica del colonnello John Dorrian, portavoce della Coalizione (Operation Inherent Resolve) che si è limitato a ribadire il ruolo fondamentale di Incirlik nelle operazioni contro l’Isis. “Il mondo intero è diventato più sicuro grazie alle operazioni che vi sono state condotte” e per questo motivo la base turca di Incirlik “è stata molto importante per la Coalizione”, ha detto Dorrian, spiegando che la coalizione fa affidamento su Incirlik per attività di intelligence, ricognizione e sorveglianza, oltre che come punto di partenza per i raid aerei contro l’Isis.

leopard-turco-in-siria-al-bab-twitterNei giorni scorsi Ankara ha chiesto più volte e senza risultati il supporto aereo della Coalizione nel settore di al-Bab dove le forze turche stanno incontrando forte resistenza da parte delle milizie del Califfato subendo le perdite più severe da quando, nell’agosto scorso, è stara varata l’operazione “Scudo dell’Eufrate”. In appoggio ai turchi sono intervenuti invece i velivoli russi basati in Siria e, secondo indiscrezioni, anche unità di forze speciali inviate da Mosca.

Due funzionari militari statunitensi hanno invece dichiarato a NBC News che la Turchia ha rifiutato il supporto aereo degli Stati Uniti ad al-Bab accettando invece quello dei jet russi.

La crisi tra Ankara e Washington (dove è in atto una difficile transizione tra le amministrazioni Obama e Trump) sembra contribuire quindi a rinvigorire l’alleanza tra Erdogan e Putin allontanando sempre di più la Turchia dalla Nato e dagli alleati occidentali.

Foto: Reuters, Anadolu e Twitter

 

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