Tokyo pone la cyberwar al centro della politica di difesa nazionale

Il Giappone rivedrà le linee guida della propria politica di difesa con una maggiore attenzione verso le minacce moderne in aree come il cyber, lo spazio e la guerra elettronica, con l’obiettivo principale di permettere al Paese di adattarsi ad un ambiente di sicurezza in rapida evoluzione, anche e soprattutto rafforzando la cooperazione con gli Stati Uniti.

Il governo intende aggiornare in questo modo il Programma di difesa nazionale, che guiderà il piano a medio termine, ovvero quello che fisserà gli obiettivi per la spesa e le attrezzature nei prossimi cinque anni. Un gruppo consultivo inizierà presto le discussioni per dare il via al processo.

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Il primo ministro Shinzo Abe ha ripetutamente affermato che il governo identificherà le reali capacità di difesa anziché estendere le capacità esistenti, un sentimento che è riaffiorato in un documento del ministero della Difesa. Gli aggiornamenti pianificati riguarderanno le modifiche strutturali alle Forze di autodifesa e la crescente cooperazione tra le JSDF (Japan Self defense forces) e l’esercito americano.

Un altro punto di interesse nella prossima revisione è il modo in cui lo spazio e le squadre cyber, ad esempio, potrebbero essere inserite nelle Sdf, che sono divise in settori terrestri, marittimi e aerei. Il governo discuterà inoltre di come affrontare le problematiche di cross-domain, comprese quelle relative alla guerra elettronica. La creazione di un ufficio del personale comune per gestire le tre filiali Sdf nel 2006 aveva già contribuito a migliorarne la coesione. Probabilmente sarà anche affrontato l’inserimento di tecnologie all’avanguardia come l’intelligenza artificiale e droni con capacità di difesa.

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Dopo la fine della Guerra Fredda, il Giappone iniziò a considerare l’espansione militare della Cina e lo sviluppo nucleare e missilistico della Corea del Nord come potenziali minacce.

Si è concentrato sullo schieramento di forze difensive, costruendo un sistema di difesa contro i missili balistici – incluse le navi dotate della tecnologia anti-missile di Lockheed Martin Aegis – per proteggersi dagli attacchi della Corea del Nord.

Tokyo vede ancora la Corea del Nord, la Cina, la Russia e il terrorismo internazionale come potenziali minacce, ma riconosce che la natura di esse sta cambiando rapidamente. Molti analisti giapponesi credono che uno scenario di guerra moderna si aprirebbe con attacchi di hacking o jamming elettronici per disturbare radar e comunicazioni. Potrebbero essere prese di mira, secondo gli esperti, anche l’energia elettrica e altre infrastrutture.

Fonte Cyber Affairs

Foto: Washington Post, Youtube e AP

 

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