Putin vuole 76 nuovi Sukhoi Su-57 entro il 2028

Con sei caccia di quinta generazione Sukhoi Su-57 che hanno fornito la scorta all’aereo presidenziale Ilyushin Il-96-300, Vladimir Putin è arrivato in grande stile lo scorso 14 maggio al 929° GLITz – Gosudarstvennyj Letno-Ispitatel’nyj Tzentr o Centro di volo prove e collaudo sito nella base aerea di Akhtubinsk – Vladimirovka al fine di ispezionare la base, prendere visione dei nuovissimi sistemi d’arma e parlare faccia a faccia con il personale impiegato nei collaudi dei suddetti.

Il giorno dopo a Sochi, Putin ha poi preso parte ad un incontro con i vertici militari e i leader dell’industria della Difesa durante il quale sono state prese decisioni drastiche sul riarmo della Forza Aerea russa.

Nelle parole espresse dal presidente russo è stato deciso infatti di procedere all’acquisto entro il 2028 di 76 caccia multiruolo di quinta generazione Su-57 e di ben 100 elicotteri d’attacco potenziati e modernizzati Mil Mi-28NM.

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Nelle dichiarazioni rese da Putin infatti: “il piano del programma i riarmo prevedeva l’acquisto di 16 Su-57 entro il 2028”  ma dopo un’ulteriore valutazione, il Ministro della Difesa Shoigu ha riferito che i produttori erano riusciti a ridurre il costo dell’aereo e dei relativi sistemi d’arma del 20%; motivo per cui (ma non l’unico, considerate la probabile espansione della presenza di F-35 nell’Europa orientale) si è deciso di dare una svolta seria al lavoro di realizzazione dei nuovi Su-57 e quindi di bilanciare il dominio statunitense nel predominio dell’aria, in special modo nei paesi ai confini con la Russia.

“Come risultato del lavoro svolto e come risultato dei nostri accordi con l’industria – ha spiegato Putin – ora abbiamo l’opportunità di acquistare più macchine da combattimento di nuova generazione”. Nelle parole del presidente russo l’industria è riuscita a tagliare i costi degli aerei rendendo possibile un aumento numerico all’interno del budget assegnato al ministero della Difesa ma specificando che non si tratterebbe solo di numeri – “…se consideriamo che il Su-57 si avvale di una piattaforma nuova di zecca e che non abbiamo realizzato nulla del genere negli ultimi 40 anni!”

Ovviamente questo lotto non sarebbe l’ultimo considerando che la domanda totale dei Su-57 nella VKS russa è stimata in circa 200-250 esemplari.

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Riguardo ai costi economici del riarmo il quotidiano economico Kommersant ha suggerito che 76 Su-57 costerebbero circa 170 miliardi di rubli, il che significa che il costo del velivolo è di circa 2,23 miliardi di rubli ad esemplare (pari a 35,6 milioni di dollari), anche se si teme che questa stima possa rivelarsi troppo ottimistica.

Secondo le fonti del settore aeronautico dell’Izvestia infatti, il costo stimato dei Su-57 prodotti in serie era nel 2014 di circa 2,5 miliardi di rubli ad esemplare, il che considerando l’inflazione degli ultimi anni avrebbe fatto superare il costo finale a oltre 3 miliardi di rubli. Se teniamo conto della riduzione del 20% di cui sopra è probabile che il valore totale del contratto potrebbe effettivamente essere vicino al valore prima citato di 2,4 miliardi di rubli.

Alla luce di questi numeri il futuro contratto per 76 Su-57, necessari ad equipaggiare tre reggimenti di volo con non meno di 24 aerei ciascuno a disposizione (e quasi certamente situati nell’estremo oriente, nel sud-ovest e nel nord-ovest della Russia), può essere serenamente analizzato sulla base di altri contratti precedenti per il periodo 2012-2018:

Sukhoi Su-35, 78 unità consegnate;

Sukhoi Su-30SM, 116 unità consegnate

Sukhoi Su-34 84 unità consegnate;

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Si tratta di aerei già prodotti in serie, ma in linea di principio 76 Su-57 per il periodo 2020-2028 non sembrano costituire un dato irrealistico.

Detto questo, il contratto per 76 Su-57 che garantirebbe alla KnAAPO di Komsomolsk on Amur un rateo di produzione di circa 7-8 caccia l’anno potrebbe essere firmato addirittura in occasione del prossimo salone aerospaziale russo MAKS 2019.

Riguardo la natura dei numerosi altri interventi di Putin a Sochi è da citare la menzionata presa visione dei MiG-31 armati di missili da crociera KH-47M2 Kinžal operativi proprio nella base di Akhtubinsk e oggetto di particolari attenzioni del premier russo, della richiesta di sviluppo e messa in opera di nuovi missili da crociera per la triade nucleare costituita dai futuri aggiornamenti dei Tu-95MS, Tu-22M3 e Tu-160M.

Ancora, oggetto dell’intervento è stata la dotazione aggiuntiva di 100 elicotteri modernizzati Mi-28NM poiché secondo quando dichiarato da Putin – “…la flotta elicotteristica deve essere rapidamente equipaggiata con sistemi difensivi di bordo con caratteristiche migliorate e di un sistema di armi avanzate a portata estesa.

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L’esperienza bellica siriana ha messo in luce una serie di carenze nei nostri velivoli ed elicotteri schierati in Siria nonché in alcuni sistemi d’arma aviolanciati e queste pecche sarebbero state impossibili da scoprire durante i test ai poligoni di tiro.” – un chiaro riferimento alla difficoltà operate in special modo dalle prime versioni dei Mi-28N impiegate nel teatro siriano e altrettanto chiaro richiamo diretto all’industria nazionale affinché tutti questi problemi possano essere processati ed eliminati nel più breve tempo possibile.

E inoltre la menzione, nonostante i 45 anni d’impiego operativo, della validità del Su-24M equipaggiato con nuovi sistemi di puntamento e navigazione al fine di migliorarne ulteriormente la precisione di tiro nel suo ruolo d’interdizione.

Alla conclusione del suo discorso Putin ha riferito infine che nel periodo 2013-2018 le forze armate russe hanno preso in consegna più di 1.000 velivoli nuovi e/o modernizzati pari al 60% dell’intera flotta aerea. “Il nostro compito – ha dichiarato il presidente russo – è continuare attivamente l’ulteriore sviluppo dell’aviazione da combattimento e concretizzare tutti i precedenti piani sulle consegne di armi e equipaggiamenti alle forze armate.”

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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