L’Italia cede all’Ungheria il comando di KFOR, ma solo per un anno

 

 

Il 15 ottobre il generale di divisione dell’Esercito Franco Federici ha ceduto il comando della missione NATO KFOR in Kosovo al parigrado ungherese Ferenc Kajari, dopo 8 anni consecutivi di comando italiano. La cerimonia di cambio si è svolta alla presenza del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, accompagnato dal capo di stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli.

L’’evento è stato presieduto dal comandante dell’Allied Joint Force Command di Napoli, ammiraglio Robert P. Burke, nonché di numerose autorità civili, militari, religiose e diplomatiche, nel rispetto delle norme e dei protocolli previsti dalla NATO per il contrasto alla diffusione del coronavirus.

KFOR, è la missione più longeva della NATO e attualmente anche la più corposa in termini di forze dispiegate sul terreno (attualmente circa 3.700 militari) che fonda la sua legittimità sui compiti assegnati dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU 1244 (12 giugno 1999) e sul Military Technical Agreement siglato con la Serbia (9 giugno 1999).

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Dei 3.700 militari impiegati in KFOR, circa 620 sono italiani con una rappresentanza di personale appartenente a tutte e quattro le Forze Armate. Questo rende attualmente il nostro paese il primo contributore della KFOR.

Il ministro della Difesa, on. Lorenzo Guerini ha speso parole di plauso per l’operato delle Forza Armate italiane in Kosovo complimentandosi con il generale Federici per il valore della sua leadership riconosciuta da tutti e ampiamente apprezzata dalla NATO.

“Con la mia presenza qui, oggi, il Governo italiano intende testimoniare l’immutato impegno nazionale per un Kosovo prospero e sicuro, in un area di pace e in un contesto regionale sempre più integrato con l’Europa e la NATOha detto il ministro.

“Nel 2022 – ha continuato – saremo nuovamente alla guida della missione NATO, che continuerà ad essere tra i nostri principali impegni per la sicurezza internazionale ed in particolare per quella dei Balcani occidentali, area di fondamentale interesse per l’Italia”.

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Durante il mandato annuale della KFOR XXV, sotto comando italiano, la NATO ha rafforzato ulteriormente la cooperazione con le istituzioni locali, con la comunità internazionale e con tutte le organizzazioni di sicurezza, allo scopo di assolvere il proprio mandato.

Allo stesso tempo la missione ha contribuito a promuovere la convivenza interetnica e a sviluppare un ambiente sicuro in cui far progredire il dialogo tra Pristina e Belgrado.

In particolare il Generale Federici (12° comandante italiano della missione KFOR), è stato direttamente interessato alla soluzione delle tensioni per la “crisi delle targhe”, conducendo personalmente colloqui con tutte le parti coinvolte per contribuire a una rapida de-escalation della situazione sul terreno con un’intensa azione di dialogo, ascolto e proposte dalle quali sono stati tratti alcuni punti fondamentali per raggiungere l’accordo nell’abito del dialogo facilitato dall’Unione Europea.

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KFOR ha anche sostenuto in modo imparziale tutte le istituzioni locali impegnate nel contrasto al COVID-19 attraverso donazioni di dispositivi di protezione individuale, facilitando al tempo stesso le iniziative di assistenza da parte di Paesi della NATO e partner.

Nell’incontro bilaterale tra Guerini e il ministro della Difesa ungherese Tibor Benkő, avvenuto a margine della cerimonia, il Ministro dopo aver ricordato la forte collaborazione ed il comune impegno delle due nazioni per la stabilità della Regione dei Balcani occidentali ha sottolineato che “le sfide che ci attendono sono numerose, in tutte le direzioni strategiche ma sono sicuro che Roma e Budapest sapranno farsi protagoniste di una Difesa europea più capace e reattiva, che non può prescindere dalla NATO e quindi dalla relazione transatlantica”.

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Guerini ha poi rimarcato il bisogno di coesione, soprattutto nel cuore dei Balcani occidentali, che rimane una regione fragile in termini di sicurezza e si è congratulato per l’assunzione da parte dell’Ungheria del comando dell’Operazione Joint Enterprise in Kosovo.

“È chiaramente una dimostrazione dello sforzo ungherese di contribuire alla sicurezza collettiva ed alla gestione delle crisi nel contesto dell’Alleanza” ha detto Benko.

Il ministro ha poi evidenziato, il costante irrobustimento del contingente italiano negli ultimi anni a testimonianza della volontà dell’Italia di mantenere alta l’attenzione nell’area non solo in KFOR ma anche nell’Operazione ALTHEA (Bosnia-Erzegovina) – dove il contributo ungherese è estremamente significativo. Un livello di forze e di capacità che è “mia intenzione mantenere invariato, anche durante il periodo di comando ungherese di KFOR”.

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Non è mancato uno scambio di idee sul processo di revisione strategica in corso in ambito NATO ed UE. In questo senso per il ministro l’Ungheria riveste particolare rilevanza in quanto Paese che si confronta con le sfide sia sul fronte est sia sul fronte sud dell’Alleanza Atlantica. Guerini ha poi affermato che: “l’Italia attribuisce grande importanza ad iniziative di difesa come la DECI (Defense Cooperation Initiative) in quanto opportunità di lavoro per lo sviluppo di una comune visione sui temi di Difesa e Sicurezza”.

Sul tema della cooperazione industriale il Ministro ha espresso l’auspicio che il rapporto di amicizia tra Italia ed Ungheria possa essere rafforzato nell’ambito degli accordi di cooperazione già in vigore che “costituiscono un’adeguata cornice governativa per intensificare i rapporti tra i nostri Paesi. Nel settore dei materiali della Difesa, l’Italia potrebbe offrire – ha detto Guerini – un significativo contributo in termini di know-how e di sviluppo delle capacità con mutui benefici”.

(con fonti Stato Maggiore Difesa, Ministero della Difesa e KFOR)

 

 

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