La Marina Russa vuole al più presto UAV e munizioni circuitanti imbarcati

 

 

La Marina Militare russa riceverà droni da ricognizione e attacco imbarcati: lo ha riferito all’agenzia TASS una fonte dell’industria della Difesa secondo cui la realizzazione di un UAV impiegabile dai ponti delle unità navali è addirittura già in corso d’opera.

Secondo la fonte la progettazione preliminare degli UAV di questa classe inizierà quest’anno, il prototipo dovrebbe essere pronto nel 2024 e nel 2025 è previsto il primo volo con l’obiettivo di approntare la produzione di serie nel 2026.

Tempi stretti quindi, che appaiono credibili solo se il velivolo sarà sviluppato sulla base di sistemi da attacco e ricognizione già esistenti.

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Lo scorso 27 gennaio il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, durante una visita al nuovo stabilimento dell’azienda JSC Kronshtadt a Dubna, nei pressi di Mosca e la cui apertura era stata anticipata da Analisi Difesa nel maggio del 2021, ha affermato che il nuovo complesso di produzione sarebbe stato in grado di produrre droni imbarcati inclusi droni-elicotteri.

D’altra parte, come riportato a febbraio sul nostro canale Telegram, per la Marina Russa è già in fase di sviluppo una versione “imbarcata” del drone d’attacco Sirius; il lavoro in questione viene svolto dalla società Kronshtadt insieme a rappresentanti della Marina che intende riceverne una versione antisom (ASW), una da ricognizione, una da ricerca e soccorso (SAR) e una da ponte-radio.

Il Sirius, ricordiamo, è un ulteriore sviluppo del drone Orion, ha due motori, sistemi di comunicazione satellitare e capacità di interagire con altri velivoli pilotati o meno.

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Sempre una fonte nel settore della cantieristica navale citata dalla TASS aveva riferito alla fine dello scorso anno che il Progetto 23900 per le due portaelicotteri d’assalto anfibio multiruolo Ivan Rogov e Mitrofan Moskalenko (nella foto sopra), attualmente in costruzione presso il cantiere navale Zaliv di Kerch, in Crimea, sarebbero stati adattati per l’utilizzo di droni da ricognizione e attacco oltre alla consueta dotazione di elicotteri imbarcati.

Secondo l’interlocutore dell’agenzia di stampa, i droni saranno in grado di fornire efficacemente supporto di fuoco a una forza d’assalto anfibia, durante le delicate operazioni di sbarco dal mare e dall’aria, fornire supporto alle operazioni delle forze speciali (Spetsnaz) ed eliminare natanti a basso profilo (motovedette e unità leggere), anche attraverso l’utilizzo di droni-kamikaze, anch’essi oramai da tempo nell’elenco dei desiderata della Marina.

Immagini: Kronshtadt, Zala Aero Group e Wikipedia

 

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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