Le ultime forniture occidentali di armi all’Ucraina

 

 

(Aggiornato alle ore 19,55)

Nuovi invii di armi alle forze armate ucraine sono stati decisi o presi in esame da diverse nazioni occidentali negli ultimi giorni, inclusa l’Italia (di cui ci occupiamo nell’editoriale).

Oggi gli Stati Uniti hanno stanziato nuovi aiuti militari per un valore di 400 milioni di dollari inseriti nella Ukraine Security Assistance Initiative (Usai). Il pacchetto include:

  • fondi per procurarsi missili da difesa aerea Hawk da impiegare sui lanciatori offerti dalla Spagna;
  • 45 carri armati T-72B ammodernati ex esercito della Repubblica Ceca che giungeranno in Ucraina a fine anno (altri 45 saranno ammodernati con fondi olandesi);
  • 1.100 munizioni circuitanti (droni -kamikaze) Phoenix Ghost.
  • 250 veicoli blindati ruotati M117 (nella foto sopra) al loro debutto nel conflitto ucraino
  • 40 motovedette fluviali blindate
  • Sistemi di comunicazione

NASAMS-AIM120-Ukraine

Il 28 ottobre gli USA avevano definito  un ulteriore aiuto a Kiev per un valore di 275 milioni di dollari nell’ambito dell’Additional Presidential Drawdown Security Assistance for Ukraine che comprende:

  • Munizioni in numero non specificato per i lanciarazzi campali multipli High Mobility Artillery Rocket Systems (HIMARS);
  • 500 munizioni guidate di precisione calibro 155 mm
  • 000 munizioni da 155mm Remote Anti-Armor Mine (RAAM) Systems;
  • Oltre 1.300 armi anticarro
  • 125 veicoli 4×4 High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicles (HMMWVs);
  • Armi leggere con oltre 2.750.000 munizioni
  • 4 antenne per comunicazioni satellitari

Nel settore della difesa aerea 2 sistemi NASAMS sono pronti per essere consegnati come ha confermato il Pentagono il 1° novembre aggiungendo che si prevede l’invio di 8 batterie di questo tipo. Finora per la difesa aerea gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev 1.400 missili portatili Stinger e sistemi di disturbo elettronico anti-drone.

Dal gennaio 2021 gli Stati Uniti hanno fornito aiuti militari all’Ucraina per 18,9 miliardi di dollari di cui 18,3 dopo il 214 febbraio 2022, quando ha preso il via l’offensiva russa.

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Il 3 novembre la Bulgaria ha reso noto che inizierà a fornire armi e munizioni all’ Ucraina dopo il voto del parlamento di Sofia in cui hanno votato a favore dell’iniziativa i partiti conservatore Gerb, liberale Continuiamo il cambiamento (PP), il partito della minoranza turca DPS, il partito di destra Bulgaria Democratica e il neocostituito partito ‘ Balgarskivazkod’ (Ripresa bulgara, BV). Hanno votato contro i deputati del partito socialista BSP e del partito nazionalista Vazrazhdane (Rinascita).

Il parlamento ha dato mandato al governo ad interim di precisare entro un mese quali tipologie di armamenti inviare all’ Ucraina in base a un accordo bilaterale che dovrà essere ratificato col governo di Kiev. Prima del voto parlamentare il ministro della Difesa ad interim Dimitar Stoyanov ha dichiarato ai giornalisti che Sofia non è in grado di inviare armamenti pesanti all’Ucraina per non indebolire e rendere più vulnerabile la difesa nazionale.

Nel marzo scorso l’allora premier Kiril Petkov (PP) aveva escluso la possibilità di inviare aiuti militari all’ Ucraina, nel corso di una conferenza stampa congiunta a Sofia con il segretario allaDifesa statunitense Lloyd Austin, in visita in Bulgaria.

Secondo indiscrezioni apparse sulla stampa, Austin avrebbe chiesto alle autorità di Sofia di inviare in Ucraina le batterie di S-300 da difesa aerea, compatibili con quelle dello stesso tipo in servizio in Ucraina o donate da altre nazioni.

Sofia aveva finora sostenuto di non voler inviare armamenti e munizioni in Ucraina ma soltanto aiuti umanitari anche se Mosca ha accusato il governo bulgaro di aver fornito ingenti quantitativi di armi e munizioni a Polonia e Repubblica Ceca che le hanno poi girate all’Ucraina. La Bulgaria ha di recente firmato nuovi contratti con Gazprom per forniture di gas.

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Il 3 novembre la Svizzera ha negato alla Germania il permesso di inviare all’Ucraina munizioni da 35 mm di fabbricazione elvetica per i cannoni da difesa aerea dei semoventi Gepard che Berlino ha consegnato a Kiev.

“Non è ancora opportuno rispondere favorevolmente alla richiesta della Germania di inviare materiale bellico svizzero in Ucraina” in nome della legge sulla neutralità e della legislazione svizzera sul materiale bellico, ha spiegato Guy Parmelin, ministro dell’Economia, in una lettera al Ministro della Difesa tedesco, Christine Lambrecht.

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Intervistato dal magazine statunitense Politico, il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov si è detto fiducioso di poter ottenere carri armati e aerei da combattimento occidentali. “Sono ottimista sul fatto che sia in futuro possibile ricevere carri armati Abrams e anche caccia come F-16, F-15 o Gripen”. L’uso da parte dell’Ucraina di armi occidentali offre l’opportunità ai paesi produttori di testare il proprio equipaggiamento contro l’esercito russo.

“La guerra in Ucraina offre un campo per i test in combattimento.  Abbiamo otto diversi sistemi di artiglieria da 155 mm sul campo … quindi è come una competizione tra sistemi” per vedere quale si rivela più efficace, ha detto Reznikov.

Il ministro ha parlato anche delle sfide che riguardano la logistica. “Dobbiamo predisporre sistemi per riparare e mantenere ciò che abbiamo nelle forze armate ucraine sul campo di battaglia, in strutture di riparazione più grandi in Ucraina non lontano dal campo di battaglia e predisporre un sistema di riparazione e manutenzione più sofisticato che potrebbe essere organizzato in Polonia, Slovacchia o Romania, per esempio”.

Reznikov ha suggerito di formare joint venture con Polonia, Regno Unito e Germania per sviluppare armi e attrezzature che potrebbero essere costruite in Ucraina, in particolare per i sistemi di difesa aerea. “Dobbiamo sviluppare un’industria UAV non solo per i droni aerei, ma anche terrestri e navali perché è il futuro” della guerra.

Foto US DoD

 

 

 

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