Più armi nucleari e missili balistici per la Corea del Nord

 

 

La Corea del Nord ha salutato l’arrivo del nuovo anno con la rimozione di un alto ufficiale e con un ennesimo lancio missilistico nelle acque del Mar del Giappone.

Il regime nordcoreano ha rimosso Pak Jong Chon, segretario del Comitato centrale del partito e vicepresidente della Commissione militare centrale, guidata dal leader Kim Jong Un. “Pak Jong-chon è stato rimosso e Ri Yong Gil è stato eletto segretario del Comitato centrale del Partito dei Lavoratori di Corea”, ha reso noto l’agenzia di stampa nordcoreana KCNA, riferendo l’esito della sessione plenaria del partito. Ri è un ex ministro della Difesa. Non sono state fornite spiegazioni per il licenziamento di Pak, che era stato promosso generale maresciallo dell’esercito lo scorso ottobre dopo essere diventato generale a quattro stelle nel 2019.

Il lancio missilistico di inizio anno ha visto protagonista un vettore a medio raggio inabissatosi a 400 chilometri dal sito di lancio di nell’area di Ryongsong alle porte di Pyongyang.

Tokyo ha risposto ai lanci degli ultimi giorni con le consuete proteste ma anche annunciando che nell’ambito dei piani di riarmo che prevedono il raddoppio della spesa militare dall’1 al 2 per cento del PIL verranno acquisiti anche missili da crociera con gittata tale da poter colpire obiettivi in Cina e Corea del Nord.

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Il 31 dicembre la Corea del Nord aveva lanciato altri tre missili balistici a corto raggio al largo della sua costa orientale, caduti nelle acque tra la Penisola coreana e il Giappone dopo un volo di 350 chilometri.

La scorsa settimana Seul aveva denunciato la penetrazione di droni nordcoreani nel proprio spazio aereo, presumibilmente per attività di ricognizione o per testare le difese aeree sudcoreane.

Il leader nordcoreano Kim Jong Un ha chiesto ieri un’espansione “esponenziale” dell’arsenale nucleare del Paese e lo sviluppo di un missile balistico intercontinentale più potente e in grado di raggiungere gli Stati Uniti, secondo quanto riferito dall’agenzia di stato KCNA. Inoltre Pyongyang punta a lanciare al più presto il suo primo satellite da ricognizione militare.

Oggi il presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol, in un’intervista ha reso noto che Seul e Washington stanno discutendo della possibilità di svolgere esercitazioni congiunte che coinvolgano risorse nucleari statunitensi in risposta alle crescenti minacce della Corea del Nord. Yoon ha ammesso che “l’ombrello nucleare” americano e la sua “deterrenza allargata” non bastano più a rassicurare i sudcoreani. “Le armi nucleari appartengono agli Stati Uniti, ma la preparazione, lo scambio di informazioni, le esercitazioni e l’addestramento devono essere fatti congiuntamente dalla Corea del Sud e dagli Stati Uniti”, ha dichiarato il presidente, aggiungendo che Washington ha accolto questa idea “piuttosto positivamente”.

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Le dichiarazioni di Yoon, unitamente all’acquisizione da parte del Giappone di missili da crociera a lungo raggio, già disponibili negli arsenali sudcoreani al pari dei missili balistici a corto raggio, sembrano costituire elementi idonei a ipotizzare che la corsa al riarmo in questo settore dell’Asia possa presto coinvolgere anche le armi atomiche.

La crescente minaccia nordcoreana e l’espansione rapida degli arsenali nucleari cinesi potrebbero presto indurre sudcoreani e giapponesi a dotarsi di deterrenti nucleari autonomi dagli Stati Uniti: un dibattito peraltro aperto già da diversi anni a Seul e Tokyo.

Foto KCNA

 

 

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