Continua il successo dei droni turchi in Africa: consegne ad Angola e Mali

 

 

Nuovi successi per velivoli senza pilota turchi sul mercato africano. L’Angola ha ordinato alla turca TAI un numero imprecisato di UAV MALE (media altitudine e lunga durata) Aksuingur diventando la prima nazione africana a dotarsi del velivolo acquisito anche dal Kirghizistan anche se la produzione del velivolo è iniziata ma non le consegne come ha rivelato Omer Yildiz, general manager for Unmanned Aerial Vehicles di TAI.

Yildiz ha rivelato che finora sono stati prodotti 8 UAV Aksungur, e altri 6 sono in fase di ultimazione mentre il tasso di produzione sta aumentando da uno ogni tre mesi a uno al mese.

L’accordo con l’Angola risale al 2021, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan dichiarò in ottobre che l’Angola aveva chiesto di acquisire UAV turchi e veicoli blindati a seguito di una precedente visita del presidente angolano Joao Laurenco in Turchia.

Nell’ottobre 2022, il governo angolano ha approvato un contratto da 93 milioni di dollari con la TAI per UAV.

L’Algeria era stata precedentemente segnalata come il primo cliente africano per l’Aksungur e i media algerini nell’ottobre dello scorso anno affermarono che la nazione nordafricana avrebbe acquisito 6 UAV anche se questo contratto non è mai stato confermato ufficialmente.

TAI descrive l’Aksungur come in grado di espletare missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ISR) diurne e notturne e missioni di attacco con carichi utili radar elettro-ottici/infrarossi e ad apertura sintetica (SAR) e una varietà di armi aria-terra. Tre hardpoint possono trasportare 750 kg di armi, come bombe a guida laser TEBER-81 e TEBER-82 e munizioni guidate L-UMTAS, MAM-L, Cirit e MAM-C.

Il velivolo è alimentato da due motori diesel biturbo PD-170 che consentono operazioni di lunga durata fino a 40.000 piedi. L’Aksungur è lungo 12,5 metri, ha un’apertura alare di 24,2 metri e una resistenza di 50 ore (senza armi).

L’Aksungur costituisce un’evoluzione dell’UAV Anka ed è in servizio nella Marina turca dall’ottobre 2021 ed è disponibile una versione da pattugliamento marittimo dotata di radar ad apertura sintetica, sistema di identificazione automatica (AIS), boa sonora e boom del rilevatore di anomalie magnetiche (MAD). TAI sta anche lavorando per adattare un siluro leggero all’Aksungur.

Anche l’Aeronautica del Mali si è rivolta agli UAV turchi nel programma di espansione varato negli ultimi anni soprattutto con l’acquisizione di aerei ed elicotteri russi.

Gli ultimi velivoli entrati in servizio comprendono UAV turchi Baykar  Bayraktar TB2 e addestratori/ aerei da attacco leggero Aero L-39 forniti di seconda da mano da Mosca.

Con una cerimonia tenutasi il 16 marzo all’aeroporto di Bamako Il 16 marzo, 3 YB2 e 4 L-39 sono stati ufficialmente consegnati alle forze aeree del Mali. I TB2 erano già stati visti nel dicembre scorso presso l’aeroporto di Mopti-Sevare e sarebbero stati acquisiti in totale in 6 esemplari e almeno una stazione di controllo a terra. Il Mali è il quinto paese dell’Africa occidentale ad acquisire Bayraktar TB2 dopo Niger, Burkina Faso, Togo e Nigeria ma sembra che anche il Ruanda sia interessato.

Quanto ai velivoli da attacco al suolo, dopo le ultime forniture il Mali dovrebbe schierare complessivamente 9 L-39 e un aereo d’attacco Su-25 da impiegare contro le milizie jihadiste.

Foto TAI e Ministero della Difesa del Mali

 

 

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