Gli ultimi aggiornamenti dalla guerra tra Israele e Hamas

 

(Aggiornato alle ore 20,55)

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) continuano a compiere incursioni in profondità all’interno della Striscia di Gaza: il Capo di stato maggiore, Generale Herzi Halevi, sta valutando la possibilità di continuare l’operazione di terra e penetrare in profondità. A questa fase, con il supporto aereo dei caccia della Heyl Ha’Avir, stanno prendendo parte i reparti di fanteria della Tzahal, i mezzi corazzati, il corpo del Genio, le forze speciali, inclusa le unità di ricognizione Sayret Matkal, e i reparti speciali della Marina, Shayetet 13.

Nel corso di questi attacchi sono stati presi di mira due alti dirigenti di Hamas: Ratib Abu Tzahiban, comandante delle forze navali della Brigata città di Gaza, responsabile della pianificazione di recenti attività di infiltrazione fino ad ora state sventate, e Asem Abu Rakaba, capo della squadra aerea di Hamas, responsabile degli UAV, dei droni, dei parapendii, del rilevamento aereo e della difesa aerea della Striscia.   Sono segnalati scontri con i miliziani di Hamas a Bureji, nella parte centrale dell’enclave palestinese, e in altre località più a nord. Al momento, tra i soldati israeliani non ci sono né vittime né feriti, mentre sarebbe alto il numero di combattenti palestinesi rimasto ucciso.

Sono almeno 311 i soldati israeliani rimasti uccisi dal 7 ottobre scorso. A dichiararlo è stato il portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari. Il portavoce ha poi commentato l’annuncio del leader di Hamas nella Striscia di Gaza, che si è detto disponibile ad un accordo immediato di scambio tra ostaggi e detenuti, definendolo “terrorismo psicologico”.

I carri armati dell’esercito hanno “diretto gli elicotteri dell’aviazione verso un punto d’incontro operativo di Hamas per i suoi operativi terroristici all’interno di un edificio” che poi è stato colpito. Secondo il portavoce militare “diverse cellule terroristiche hanno tentato di lanciare missili anticarro contro i soldati” che sono state “neutralizzate”. Un drone dell’esercito – ha concluso – ha anche colpito “i terroristi di Hamas in una struttura con trappole esplosive.

 

Attacchi in profondità

La puntata offensiva in profondità della notte tra il 27 e il 28 ottobre, interpretata da molti come l’inizio dell’invasione della Striscia da Gaza, sembra essersi esaurita nelle prime ore del mattino pur consentendo agli israeliani di stabilire il controllo nel nord della Striscia su un’area di oltre 6 chilometri quadrati e profonda fino a 3 chilometri lungo la costa mediterranea.  l’IDF ha riferito che uno degli scontri è avvenuto vicino al valico di Erez dopo che i miliziani di Hamas erano usciti da un tunnel e aggiunge di avere ucciso molti membri del gruppo.

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha sostenuto che la resistenza di Hamas ha costretto i militari israeliani a ritirarsi. Secondo Raisi, gli israeliani “hanno attaccato ieri Gaza dal cielo, dal mare e via terra, con un’operazione su vasta scala e senza precedenti, ma nonostante il sostegno economico e le armi degli Stati Uniti e di vari Paesi europei si sono visti costretti al ritiro”. Per Raisi, intervistato dalla tv satellitare al-Jazeera, si tratta della “seconda sconfitta” per Israele dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas. “Questa seconda sconfitta è molto più dura della prima perché nel primo caso c’era il fattore sorpresa, mentre nel secondo hanno attaccato Gaza con un esercito armato fino ai denti ma la resistenza li ha costretti al ritiro”.

Dal Libano Ghazi Hamad, dirigente di Hamas, ha affermato durante una conferenza stampa alla periferia sud di Beirut che “le Brigate Ezzedine el Qassam (ala armata del movimento palestinese) hanno fermato un tentativo israeliano di avanzare e hanno inflitto enormi perdite in termini di soldati e di equipaggiamento”.

Durante la notte tra il 27 e il 28 ottobre, nel nord della Striscia, l’esercito e i caccia israeliani hanno colpito 150 obiettivi sotterranei, posti comando, siti di lancio dei razzi, depositi di munizioni, infrastrutture e un gran numero di tunnel. L’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) riferisce che su un totale di 1,4 milioni di sfollati interni, 640 mila palestinesi avrebbero già trovato rifugio all’interno delle 150 strutture messe a disposizione dall’agenzia in tutta la Striscia. Secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa palestinese Maan, ci sarebbero stati colloqui e sforzi politici per raggiungere un accordo su un potenziale cessate il fuoco e sullo scambio di prigionieri.

Da ieri sera, forze combinate di combattimento di mezzi corazzati, genieri e fanteria hanno operato sul terreno nel nord della Striscia di Gaza” al cui confine sono ammassati decine di migliaia di militari.

Secondo l’esercito israeliano, a Gaza sono trattenuti circa 230 ostaggi, e funzionari affermano che dozzine di loro sono stranieri o con doppia cittadinanza. Il braccio armato di Hamas si é detto pronto a rilasciare gli ostaggi sequestrati se Israele avesse liberato tutti i prigionieri palestinesi detenuti. IDF bolla la proposta come “terrore psicologico”.

“Il prezzo da pagare per il gran numero di ostaggi nemici nelle nostre mani è svuotare le carceri (israeliane) di tutti i prigionieri palestinesi”, ha detto il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam Abu Obeida. “Se il nemico vuole chiudere in un colpo solo questa cartella di detenuti, siamo pronti. Se vuole farlo passo dopo passo, siamo pronti anche a questo”, ha aggiunto. Il leader di Hamas aGaza, Yahya Sinwar, ha detto che il gruppo è’ pronto a fare uno scambio “immediato”.

Dopo l’intensificazione dei bombardamenti, Hamas spinge per una tregua di qualche giorno ed uno scambio che prevede il rilascio dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi israeliani. Ai microfoni di Al Jazeera, il portavoce del movimento islamico di resistenza, Osama Hamdan, ha affermato che gli israeliani “vorrebbero isolare Gaza dal mondo per commettere i loro crimini in un profondo silenzio. Sono preoccupati per ciò che potrebbe accadere sul campo e per il fatto che stanno affrontando una resistenza molto forte”.

Hamas afferma di esser riuscita nelle ultime ore a fermare l’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza e di aver causato “ingenti perdite” al nemico. Ghazi Hamad, dirigente di Hamas in Libano, ha affermato, durante una conferenza stampa alla periferia sud di Beirut, che “le Brigate Qassam (ala armata del movimento palestinese) hanno fermato un tentativo israeliano di avanzare e hanno inflitto enormi perdite in termini di soldati e di equipaggiamento”.

 

Fase 2

Nella mattinata di oggi le IDF hanno annunciato l’avvio di una “seconda fase” dell’operazione militare riferendo di oltre 450 obiettivi militari di Hamas colpiti in diverse parti della Striscia. “Durante la notte abbiamo ampliato l’ingresso delle forze dell’esercito nella Striscia di Gaza ed esse si uniranno alle forze che già’ combattono”, ha riferito il portavoce delle forze armate Daniel Hagari. “I combattimenti di terra nel nord della Striscia continuano, l’attività di terra è complessa e comporta rischi anche per le nostre forze”, ha aggiunto.

L’intelligence israeliano ritiene che Hamas utilizzi l’ospedale Shifa, il più grande ospedale di Gaza City, come centro di comando: i sospetti sono confermati dall’intercettazione di due telefonate e dalle informazioni ottenute dai servizi di sicurezza durante gli interrogatori dei terroristi di Hamas catturati il 7 ottobre. Ma il fatto che Hamas abbia già utilizzato i civili ricoverati in ospedale come scudi umani non sembra essere un fatto nuovo. Nel 2014, un giornalista ha spiegato in dettaglio come gli uomini del movimento che controllano l’enclave lo abbiano interrogato in una stanza dell’ospedale.

Il reporter, che per motivi di sicurezza è rimasto anonimo, descrisse l’ospedale Shifa come “il quartier generale dei leader di Hamas, un luogo dove è facile incontrare i miliziani nei corridoi e negli uffici”. Intanto, per operare all’interno della rete di cunicoli che attraversano la Striscia di Gaza, liberare gli ostaggi e stanare i combattenti palestinesi, Israele ha preparato lo squadrone “Samor”, reparto dell’unità Yahalom specializzato nel combattimento all’interno dei tunnel sotterranei costruiti da Hamas e Hezbollah.

Durante i primi venti giorni di guerra, Hamas ha lanciato contro Israele più di 7.000 razzi ed ha colpito strutture civili israeliane ad oltre 130 miglia da Gaza.  Il 25 ottobre un condominio è stato colpito a Rishon LeTzion e tre civili sono stati feriti, mentre le sirene suonano costantemente a Petah Tikva, Bat Yam, Rose Ha’ayain e in molte altre città circostanti.

Il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, governata da Hamas, ha dichiarato questa mattina che oltre 8.000 palestinesi sono stati uccisi dallo scoppio della guerra il 7 ottobre. Il bilancio è salito a 8.005 palestinesi morti, tra cui più di 3.300 minori e oltre 2.000 donne. Il ministero della Sanità fa parte del governo gestito da Hamas.

 

Il fronte libanese

Sul fronte settentrionale, continuano gli attacchi contro le comunità israeliane nel nord di Israele, con tentativi di lancio di razzi e missili anticarro contro le posizioni israeliane. La mattina del 28 ottobre, un UAV delle IDF ha preso di mira una cellula di Hezbollah mentre tentava di lanciare raffiche di missili anticarro dal Libano verso il nord di Israele, vicino al Kibbutz Hanita. I miliziani hanno inoltre aperto il fuoco contro una postazione dell’esercito israeliano vicino ad Avivim e al Kibbutz Misgav Am.

Non sono stati segnalati feriti; sono stati lanciati anche razzi e colpi di mortaio. In tutti i casi, le forze delle IDF hanno preso di mira la fonte dell’attacco. Sabato mattina la difesa aerea israeliana ha intercettato un missile terra-aria lanciato dal Libano verso un UAV delle IDF: gli israeliani hanno risposto al fuoco colpendo la postazione Hezbollah da cui era partito il missile.

Il possibile allargamento del conflitto è considerato possibile anche dalla Casa Bianca secondo quanto riferito dal sito d’informazione Axios. L’amministrazione Biden si sta preparando alla possibilità di un allargamento della guerra fra Israele e Hamas nel Medio Oriente ed è concentrata a far sì che le forze americane nell’area abbiano adeguate tutele, riferiscono le fonti di Axios secondo le quali il possibile allargamento del conflitto è stato discusso in una conversazione fra il capo del Pentagono Lloyd Austin e il ministro della Difesa di Israele Yoav Gallant in una telefonata del 27 novembre.

Il generale americano James Glynn ha lasciato Israele. Lo riporta la Cnn citando alcune fonti, secondo le quali il fatto che non sia più a Tel Aviv indica che le scelte su come procedere nella guerra sono prese esclusivamente da Israele. Glynn era stato inviato da Joe Biden insieme ad altri ufficiali nei panni di consulenti per cercare di arginare il numero delle vittime civili nella possibile operazione di terra a Gaza.  Come Analisi Difesa aveva ipotizzato, l’intelligence israeliane è ora convinta che Hezbollah intensificherà gli attacchi contro Israele quando sarà in corso l’offensiva a Gaza. (IT Log Defence)

Foto: IDF, Telegram e Ahnas al-Sharif

 

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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