Israele prepara l’offensiva contro Gaza City

 

(Aggiornato alle ore 11,30)

Le forze militari israeliane (IDF) continua i preparativi per intensificare le operazioni nella regione rispondendo con forza agli attacchi di Hamas. Tra il 15 e il 16 ottobre sono stati colpiti altri 100 siti, inclusi centri di comando e controllo, siti di lancio di razzi, complessi militari e posizioni logistiche. Continuano i preparativi logistici per sostenere le attività aeree, terrestri e marittime necessarie per smantellare Hamas nella Striscia, mitigando l’impatto sui civili e invitando i civili di Gaza a spostarsi a sud.

Nel sud del Paese, l’esercito continua a proteggere i residenti delle comunità israeliane e si prepara ad eseguire un’ampia scala di piani operativi offensivi contro la Striscia di Gaza. Gli attacchi aerei dell’IDF hanno riguardato i centri amministrativi di Hamas e attacchi contro oltre cento obiettivi militari. IDF continua a dare priorità agli attacchi contro i comandanti di Hamas e contro coloro che sono coinvolti negli attacchi di sabato sul territorio israeliano, tra cui Billal Al Kedra, il comandante Nukhba delle forze nel sud di Khan Yunis, responsabile del massacro del Kibbutz Nirim. Presi di mira i siti, i tunnel, le postazioni anti carro, i punti di osservazione e i comandi operativi di Zaytun, Khan Yunis, Jabaliya, Al-Furqan e Beit Hanoun.

Il 15 ottobre è stato registrato il lancio di un missile anticarro contro un mezzo delle IDF nei pressi di Nir Oz, risultato di una serie di tentativi di infiltrazione isolati avvenuti a Zikim. Nelle stesse ore Hamas ha intensificato il lancio di razzi contro Tel Aviv ed Herzaliya e contro le comunità del sud. I sistemi di difesa missilistica attiva – incluso l’Iron Dome – continuano a svolgere un ruolo importante nell’intercettazione di molte di quest’ira minaccia.

Parallelamente, Israele ha completato l’evacuazione delle comunità del sud in prossimità della barriera di sicurezza con la Striscia di Gaza, compresa Sderot. Tra la popolazione evacuata dalle regioni meridionali e quella evacuata dal confine con il Libano sono ormai mezzo milione gli sfollasti israeliani in seguito al conflitto.

Almeno 2.808 palestinesi sono stati uccisi e 10.850 feriti da quando Israele ha lanciato gli attacchi contro la Striscia di Gaza, secondo quanto riferito il 16 ottobre dal ministero della Sanità di Hamas.

A nord, lungo il confine settentrionale di Israele con il Libano, continuano gli attacchi ai kibbutz e alle posizioni militari israeliane, compreso il lancio di un missile anticarro contro la comunità israeliana di Shtula; IDF risponde colpendo dal cielo e con artiglieria gli obiettivi e le installazioni Hezbollah site in aree non abitate. Alcune delle misure adottate per prepararsi alle operazioni intensificate includono l’arruolamento di oltre 350.000 riservisti, la preparazione dei centri logistici avanzati per supportare le unità combattenti sul fronte e la facilitazione del rifornimento continuo di armi e rifornimenti.

Le IDF hanno mostrato inoltre diversi armamenti e munizioni appartenute ad Hamas  e impiegate nell’incursione in profondità nel territorio israeliano del 7 ottobre (nelle foto sopra e sotto).

Il capo di stato maggiore dell’IDF, generale Herzi Halevi, ha discusso la situazione con il comandante dello US Central Command statunitense, il generale Michael Kurilla: gli Stati Uniti hanno confermato che stanno dispiegando nella regione una seconda portaerei, la USS Dwight D. Eisenhower Carrier Strike Group mentre domani il presidente Joe Biden arriverà in Israele: una visita che probabilmente ritarderà l’avvio dell’offensiva terrestre israeliana nella Striscia di Gaza finora limitata a incursioni mirate e limitate .

Le forze militari israeliane hanno riferito che che 600.000 abitanti palestinesi hanno evacuato l’ area della città di Gaza in seguito agli avvertimenti lanciati dalle IDF mentre altri 100 mila sono rimasti nella città’. In mano ad Hamas, ha confermato l’esercito, ci sono ancora 199 ostaggi mentre un portavoce di Hamas ha riferito di “circa 200-250” prigionieri israeliani a Gaza per la liberazione dei quali il movimento palestinese ha chiesto il rilascio di “6.000 prigionieri uomini e donne dalle carceri israeliane”.

Tra i prigionieri del gruppo figurano “ufficiali di alto rango” delle Forze di difesa israeliane (IDF), ha detto Khaled Meshaal, capo dell’ufficio della diaspora di Hamas.

Due mesi prima degli attacchi sferrati da Hamas e dai militanti della Jihad Islamica Palestinese (PIJ) contro Israele, si sono tenuti a Beirut una serie di incontri, probabilmente preparatori in vista dell’attacco del 7 ottobre.

Gli analisti del Centro di Ricerca israeliano Alma sono convinti si trattasse di meeting finalizzati ad ottenere l’autorizzazione dei piani dell’operazione. Ad organizzare tali incontri ci avrebbe pensato il padrone di casa, il segretario generale di Hezbollah, Hasan Nasrallah, anello di congiunzione tra Teheran con Hamas e Jihad Islamica Palestinese.

Nasrallah avrebbe incontrato il Comitato iraniano per gli affari esteri e la sicurezza presso il Consiglio della Shura il 12 agosto, e si è poi incontrato con i vertici operativi per spiegare la direttiva iraniana e discutere la loro strategia operativa.

Il ministero degli Esteri iraniano avrebbe avuto un ruolo determinante nel dirigere questa operazione per impedire la normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele. Secondo Alma i preparativi per l’attacco sarebbero stati completati a inizio settembre e Nasrallah avrebbe incontrato nuovamente il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian, per l’approvazione finale. Il giorno successivo informando successivamente i vertici di Hamas e Jihad Islamica Palestinese del via libera all’attacco

“Se le operazioni militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) nella Striscia di Gaza dovessero andare avanti e non si dovesse trovare una soluzione politica, non sarebbe da escludersi l’apertura di altri fronti del conflitto”, ha dichiarato ieri Amirabdollahian,in un’intervista all’emittente televisiva nazionale, dopo un tour diplomatico che lo ha condotto in Iraq, Libano, Siria e Qatar. “I capi della resistenza non permetteranno al regime sionista di fare quel che vuole nella regione”. Amirabdollahian ha criticato gli Stati Uniti e i loro alleati per il sostegno incondizionato espresso nei confronti di Israele, esortandoli a “porre fine al massacro di donne e bambini a Gaza, invece di inviare messaggi ipocriti” (IT Log Defence).

Foto IDF

Mappa BBC e Institute for the Study of the War

 

Eugenio Roscini VitaliVedi tutti gli articoli

Colonnello dell'Aeronautica Militare in congedo, ha conseguito un master di specializzazione in analisi di sistema e procedure all'Istituto Superiore di Telecomunicazioni. In ambito internazionale ha prestato servizio presso il Comando Forze Terrestri Alleate del Sud Europa, la 5^ Forza Aerea Tattica Alleata e il Comando NATO di AFSOUTH. Tra il 1995 e il 2003 ha preso parte alle Operazioni NATO nei Balcani (IFOR/SFOR/KFOR). Gestisce il sito ITlogDefence.

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