A terra oltre metà della forza aerea dell’US Navy

Il 62% dei cacciabombardieri F/A-18 della Marina Usa non possono volare, tenuti a terra per riparazioni (27%) o perché sono in attesa di parti di ricambio (35%). Lo stesso vale per il 53% dei 1-.700 velivoli tra aerei ed elicotteri dell’intera forza aerea della Us Navy. La preoccupante rivelazione sullo stato della forza aerea imbarcata sulle portaerei Usa viene dall’ammiraglio William Moran, Vice Chief of Naval Operations della Us Navy.

“Per diverse ragioni i nostri cantieri navali e aeronautici non stanno riuscendo a rispettare i tempi di manutenzione delle nostre navi e dei nostri aerei”. Moran, che parlava davanti la commissione Difesa della Camera, attribuisce la responsabilità di questo deficit di capacità di risposta delle forze armate all’invecchiamento dei mezzi, che sono stati sovra-sfruttati in tante missioni di guerra (gli F/A-18 sono tra i maggiori protagonisti dei raid aerei contro Isis in Siria ed Iraq) ed anche gli effetti della guerra politica tra la precedente amministrazione di Barack Obama ed il Congresso che ha causato più volte la mancata approvazione del bilancio e, di conseguenza un lungo periodo di tagli automatici al bilancio (sequestration).

In particolare l’F/A-18 Hornet prodotto dalla Boeing era previsto che avesse una vita operativa di 6.000 ore di volo. Ma oggi per adempiere alle missioni richieste sono state raggiunte anche le 9.000 ore di volo. A ciò si aggiungono anche i notevoli ritardi del programma F-35 di Lockheed Martin che dovrebbe sostituire l’F/A-18.

Pochi giorni prima aveva destato scalpore il doppio flop della Royal Navy britannica: il fallito lancio di un missile balistico Truden D5 da un sottomarino nucleare lanciamissili balistici e l’indiscrezione (non commentata da fonti ufficiali) che nessuno dei 7 sottomarini nucleari d’attacco classe Astute e Trafalgar sono al momento operativi.

Foto Reuters

 

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