Obama “sbaglia mira” nel voler bandire solo le armi d’assalto

Dopo la strage nella scuola di Newtown, che è costata la vita a venti bambini e sei adulti, negli Stati Uniti si riaccende il dibattito politico sulla vendita di armi. I Democratici hanno di nuovo messo in agenda il tema come era accaduto dopo altre stragi ad Aurora, Colombine, Tucson, Virginia Tech. Secondo la CNN  “questa volta la Casa Bianca e un numero crescente di legislatori promettono che sarà diverso. Le cose cambieranno”. Sull’onda emotiva della strage molti si mobilitano firmando appelli e proposte on line per il bando o limitazioni delle armi e in qualche cittadina le autorità pagano fino a 250 dollari per ogni arma consegnata da chi le custodisce in casa. Martedì sera il presidente Obama ha espresso il suo sostegno alla proposta di legge della senatrice Dianne Feinstein che intende reintrodurre il divieto di vendita per le armi di tipo militare come il fucile d’assalto che possedeva la madre del killer.  Adam Lanza aveva un Bushmaster AR-15, fucile d’assalto simile all’M-4 utilizzato dalle forze armate statunitensi, e lo ha portato con sé quando è uscito di cada per recarsi alla Sandy Hook Elementary School. La strage però non l’ha compiuta con il fucile, lasciato nel bagagliaio dell’auto forse per non dare nell’occhio all’ingresso della scuola, ma con due pistole calibro 9, uno SIG e una Glock, utilizzate per uccidere a sangue freddo 20 bambini di sei e sette anni e 6 adulti. Armi non strettamente militari che non rientrano tra quelle che la nuova legge vorrebbe vietare. La mobilitazione sociale, morale e politica in atto negli Stati Uniti rischia quindi di “sbagliare la mira” bandendo le armi più impressionanti agli occhi dell’opinione pubblica o dotate di maggiore cadenza di tiro e volume di fuoco ma che ben raramente vengono utilizzate per compiere crimini  di ogni tipo per i quali fuorilegge e pazzi omicidi continuano a preferire pistole e fucili a pompa. Armi meno care dei fucili d’assalto il cui bando non sembra essere previsto dalla nuova proposta di legge.

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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