Washington vende a Seul i velivoli teleguidati Global Hawk

I missili balistici a lungo raggio nordcoreani hanno indotto Washington a cedere mezzi sofisticati quali i super droni Northrop Grumman RQ-4 Global Hawk agli alleati di Seul. L’amministrazione Obama ha infatti proposto formalmente al Congresso di accettare la richiesta sudcoreana per l’acquisto di quattro velivoli di questo tipo al costo di 1,2 miliardi di dollari, aerei senza pilota da sorveglianza strategica necessari a garantire un costante controllo del territorio nordcoreano e soprattutto a rilevare i preparativi al lancio di missili balistici.  I Global Hawk sono in dotazione alle forze aeree statunitensi, alla Nasa e sono stati esportati in Germania (5 velivoli per 860 milioni di euro che imbarcheranno però sensori sviluppati in Europa da EADS) mentre la NATO ha deciso di imbarcare i radar per la sorveglianza terrestre previsti dal programma da un miliardo di euro AGS (Alliance Ground Surveillance) su 5 droni Global Hawk che verranno basati sull’aeroporto siciliano di Sigonella.   L’aereo spia teleguidato piace a molti Paesi, specie in Asia (Australia, Giappone e Singapore hanno espresso interesse all’acquisto) dove desta preoccupazioni il riarmo cinese e nordcoreano. La Corea del Sud considera prioritario poter disporre di informazioni d’intelligence di prima mano circa i movimenti militari di Pyongyang soprattutto dopo il riuscito lancio di un missile a lungo raggio, l’Unha-3, che il 12 dicembre scorso ha posto in orbita un satellite da osservazione. Dai rilievi effettuati dai tecnici di Seul su alcuni pezzi del vettore recuperati in mare trova conferma un raggio d’azione di 10 mila chilometri con un carico da mezza tonnellata, sufficiente quindi a imbarcare testate chimiche e nucleari. La tecnologia utilizzata dai nordcoreani testa però molto bassa se non arcaica, almeno in alcuni settori come dimostrano le saldature a mano del serbatoio del primo dei tre stadi del missile Unha-3. Ieri la KCNA, l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord ha reso noto che il presidente Kim Jong-Un ha ordinato lo sviluppo di missili più grandi e con maggiore raggio d’azione. Il regime parla di vettori rivolti “a un utilizzo dello spazio per scopi pacifici” ma Pyongyang persegue da anni l’obiettivo di dotarsi di missili intercontinentali da abbinare alle sue capacità nucleari.
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Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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