F-35: L’OLANDA LI RIDUCE, SINGAPORE ORDINA I PRIMI 12

di Silvio Lora-Lamia

Costretta come altri Paesi dell’Eurozona a mettere in atto tagli significativi alla spesa pubblica, l’Olanda si starebbe preparando a ridurre di un numero variabile fra 17 e 33 gli 85 esemplari dell’aereo da attacco stealth F-35A “Lightning II” che si è impegnata ad acquistare da Lockheed Martin. A rivelarlo è stata l’agenzia di stampa Reuters venerdì 22 marzo, che cita fonti vicine alle trattative in atto fra i governi olandese e statunitense. Nell’ipotesi peggiore, si tratterebbe di una riduzione del 39 per cento della flotta di Joint Strike Fighter con cui L’Aia a ha deciso di sostituire i 68 multiruolo F-16AM/BM della “Koninklijke Luchtmacht” (le Reali Forze Aeree Olandesi), un taglio più pesante di quello già ventilato dall’esecutivo dell’Aja l’anno scorso, quando il ministro della difesa del governo precedente alla nuova coalizione liberal-laburista scaturita dalle elezioni di settembre annunciò che coi fondi disponibili si sarebbero dovuti tagliare almeno 29 dei previsti 85 JSF. L’ammontare complessivo del finanziamento destinato al programma è di 4,5 miliardi di euro, (che secondo Defence Aerospace, tolte le tasse si riducono a 3,72 miliardi) sufficienti appena per 35 esemplari dello strike americano.
Come l’Italia partner di secondo livello nel programma JSF, l’Olanda ha già investito 1.233 milioni di euro, circa la metà di quanto ha speso finora il nostro Paese. Nel 2008 ha ordinato due aerei dei primi lotti di produzione a basso rateo per partecipare alla valutazione operativa dello stealth, velivoli che stanno per esserle consegnati ma che resteranno parcheggiati in hangar per un paio di anni in attesa dell’avvio di queste attività. I conseguenti oneri finanziari andranno ad aggiungersi al raddoppio della spesa a suo tempo preventivata per condurre le valutazioni, passata dai 27 milioni di euro stimati cinque anni fa agli attuali 55. A causa dei ritardi nel rilascio delle “release” del software dell’aereo, raddoppierà anche il tempo necessario a svolgere le valutazioni: programmato fra il giugno 2012 e il giugno 2014, avrà luogo invece fra il 2015 e il 2018.
La Difesa olandese ha già acquistato anche due unità del sistema di logistica “autonomica” ALIS, cosa che l’Italia non ha ancora fatto. A proposito di questo sistema, fonti qualificate hanno spiegato ad “Analisi Difesa” che Lockheed Martin e le società informatiche alle quali si appoggia dovranno rivederne profondamente il progetto, probabilmente anche a causa delle performances inadeguate dimostrate sinora, di cui riferisce anche il recente rapporto del Director of Operational Test and Evaluation del Dipartimento della Difesa americano.
Un taglio più o meno considerevole degli 85 F-35A olandesi avrà ripercussioni anche sul versante industriale italiano. La FACO di Cameri, progettata e costruita per assemblare a regime 24 aerei all’anno, nella previsione di assemblare oltre ai 131 aerei italiani (ridottisi a 90 e in procinto di probabili nuovi tagli) anche gli 85 olandesi come pure in prospettiva quelli di altri partner europei, vedrebbe allontanarsi ulteriormente il raggiungimento di quel regime, con le relative penalizzazioni finanziarie. Un taglio della flotta olandese contribuirebbe poi – anche se relativamente – a ulteriori aumenti del costo del velivolo, sul quale fra riduzioni annunciate o già decise incombe anche un possibile slittamento di ordini per almeno 40 dei 260 F-35C della US Naval Aviation americana. Nuovi tagli alle commesse potrebbero indurre altri partner e clienti a ridurre e/o posporre a loro volta gli ordinativi e questo causerebbe nuovi rincari o quantomeno un indesiderato rallentamento della discesa dei prezzi, che a sua volta potrebbe innescare nuove rinunce.
Un segnale in controtendenza arriva però intanto da Singapore, che si prepara a ordinare i primi esemplari (12 nella versione STOVL) di una commessa di ben 75 JSF, mentre alcune agenzie di stampa giapponesi danno per imminente la costruzione della catena di montaggio nella quale dal 2016 Mitsubishi Heavy Industries inizierebbe ad assemblare 38 F-35A destinati a Tokyo (i primi 4, sul totale di 42, saranno costruiti a Fort Worth).
Tornando all’Olanda, altre fonti riportano poi la notizia che la Commissione Difesa del Parlamento avrebbe predisposto una serie di presentazioni di velivoli da combattimento alternativi al Joint strike Fighter, invitando in particolare Boeing col suo F-18E/F Super Hornet e la svedese SAAB con il JAS-39E Gripen. Da parte sua anche Eurofighter, per bocca di un portavoce, starebbe “seguendo la situazione olandese, pronta a rispondere nell’eventualità di una rivalutazione del programma di sostituzione degli F-16”. Una riapertura dei giochi come quella già registrata in Canada e Danimarca che potrebbe partire proprio da uno studio che il “Netherland Institute of International relations Clingendale” ha fatto avere di recente al ministro della Difesa, nel quale viene dimostrata la reale utilità di un velivolo da combattimento complesso e costoso come l’F-35 in uno solo dei quattro diversi scenari di guerra che si prospettano in futuro alla “Luchtmacht” olandese. Una decisione definitiva del governo olandese sull’acquisto degli JSF è attesa per la fine dell’anno.

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Nato a Mlano nel 1951, è giornalista professionista dal 1986. Dal 1973 al 1982 ha curato presso la Fabbri Editori la redazione di opere enciclopediche a carattere storico-militare (Storia dell'Aviazione, Storia della Marina, Stororia dei mezzi corazzati, La Seconda Guerra Mondiale di Enzo Biagi). Varie collaborazioni con riviste specializzate. Dal 1983 al 2010 ha lavorato al mensile Volare, che ha anche diretto per qualche tempo. Pubblicati "Monografie Aeree, Aermacchi MB.326" (Intergest) e con altri autori "Il respiro del cielo" (Aero Club d'Italia). Continua a occuparsi di Aviazione e Difesa.

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