F-35: le croci (tante) e le delizie (teoriche) della logistica

C’è una parte fondamentale del cacciabombardiere stealth Lockheed Martin F-35 della quale non si parla mai, che è davvero, letteralmente invisibile. Non si vede perché non c’è, nel senso che non è nell’aeroplano. Gli sta però a fianco. E’ il suo angelo custode, discreto e sempre pronto ad appoggiarlo e soccorrerlo 24 ore al giorno e 7 giorni su 7. Senza di lui il Joint Strike Fighter non può svolgere la sua missione, al limite neppure fare un innocente “giro campo”. Parliamo del suo apparato per la manutenzione e il sostegno tecnico-operativo Autonomic Logistics Information System (ALIS), al quale il JSF resta perennemente “incollato”. E’ un sistema, o meglio un “ambiente logistico” centralizzato e completamente networkizzato che riceve di continuo dati sullo stato di salute e di prontezza operativa dell’intera flotta mondiale di JSF, e rilascia le informazioni e procedure necessarie a garantire l’una e l’altra. Come? Dialogando senza sosta con chi a vario titolo, dentro o fuori gli Stati Uniti, provvede alla fornitura e allo stoccaggio di ogni pezzo di ricambio (di cui monitora le scorte istante per istante), alla manutenzione, alle attività operative, all’addestramento, all’implementazione dei relativi manuali e a ogni altra attività di supporto. Per “nutrirsi” di tutte le informazioni che gli sono necessarie il sistema resta in continua connessione persino con chi sta a monte di tutto, cioè con i siti di fabbricazione del JSF. ALIS è insomma un “Grande fratello”, che vede e provvede a tutto. Come gli astronauti di “2001: Odissea nello Spazio” col supercomputer HAL 9000, nessuno che abbia a che fare a qualsiasi titolo con l’F-35 può sottrarsi al suo sguardo e ai suoi richiami.
Insieme estremamente complesso di server, hardware di ogni genere, software e information technology, ALIS è stato concepito assieme all’aereo, anzi prima ancora dell’aereo. E’ il “tool”, lo strumento operativo di un concetto avanzato di logistica che va ben al di là di una semplice organizzazione del supporto e sottintende un insieme articolato di processi chiamato Autonomic Logistics Global Sustainment (ALGS).

Una dottrina non nuova – la logistica dell’Eurofighter ne richiama già i principi fondamentali – ma che con l’F-35, “aereo da combattimento globale” almeno nelle intenzioni degli Stati Uniti, è stata portata alle estreme conseguenze.
Il “grande fratello” abita, e non poteva essere diversamente, al di là dell’Atlantico, alla Lockheed Martin di Fort Worth, in una centrale operativa in funzione dal 2007 accanto alla catena di montaggio del caccia. La centrale è collegata a un certo numero di “snodi” regionali del sistema, dislocati in determinate aree geografiche del pianeta. Saranno tre, forse quattro. Uno di essi potrebbe trovare la sua sede in Italia, a Cameri, dove entro uno, al massimo due anni accanto agli scali di produzione dovrà cominciare a funzionare la struttura di sostegno alla flotta italiana di F-35, con la prospettiva di supportare in seguito anche quelle almeno Sud-europee e dell’area mediterranea, non potendo escludere che altri (la Gran Bretagna in testa) decidano di realizzare a loro volta un centro di supporto per il Nord Europa. Intanto la base piemontese dell’Aeronautica Militare servirà da “Country Point of Entry” italiano dell’ALIS, il nostro cancello di ingresso al sistema logistico e centro di smistamento del traffico di dati fra Fort Worth e le basi italiane di F-35. In quanto anello di una catena che ha origine e termina negli Stati Uniti, il centro ALIS di Cameri sarà controllato direttamente dal Dipartimento della Difesa statunitense.

 

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Silvio Lora LamiaVedi tutti gli articoli

Nato a Mlano nel 1951, è giornalista professionista dal 1986. Dal 1973 al 1982 ha curato presso la Fabbri Editori la redazione di opere enciclopediche a carattere storico-militare (Storia dell'Aviazione, Storia della Marina, Stororia dei mezzi corazzati, La Seconda Guerra Mondiale di Enzo Biagi). Varie collaborazioni con riviste specializzate. Dal 1983 al 2010 ha lavorato al mensile Volare, che ha anche diretto per qualche tempo. Pubblicati "Monografie Aeree, Aermacchi MB.326" (Intergest) e con altri autori "Il respiro del cielo" (Aero Club d'Italia). Continua a occuparsi di Aviazione e Difesa.

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