F-35: lo strano pasticcio dei contratti e la “sovranità” negata

Secondo i ciclici sbalzi d’umore che accompagnano da sempre la vicenda, giugno e luglio sono stati mesi di grande passione e agitazione per gli F-35 italiani. Si è annunciato di tutto e di più, in un accavallarsi di nuove cifre e scadenze che hanno aggiunto confusione alla confusione. Il balletto dei contratti già firmati e di quelli per cui al contrario c’è solo l’autorizzazione ministeriale alla firma, termometro importante del nostro impegno nel programma, è diventato un tango sfrenato. La politica, se finora non aveva afferrato granché delle dinamiche – certo, assolutamente complesse – del programma e del nostro coinvolgimento, è riuscita a fare il capolavoro: ha detto “ni” all’F-35, votando mozioni che democristianamente sospendono-ma-non-sospendono un bel niente. Un “ni” usato anche per motivi elettorali che sarebbero meno biechi se deputati e senatori entrassero seriamente e compiutamente nel merito delle problematiche, come hanno fatto i loro colleghi di altre nazioni partner. Il Ministero della Difesa poi ci ha messo del suo: a chi con quasi disarmante semplicità gli chiedeva quanti aerei abbiamo davvero ordinato e pagato finora, il Segretario generale della Difesa generale Claudio Debertolis nell’audizione del 16 luglio alle Commissioni Difesa riunite ha risposto che rilascerà volentieri informazioni e cifre in occasione dell’indagine conoscitiva di sei mesi votata dal Parlamento. S’è persa così un’occasione d’oro per fare chiarezza e mettere un po’ d’ordine su voci, interpretazioni. Da parte sua intanto organici alla mano la FIM-CISL ha levato un po’ di zeri al numero degli addetti al programma che la Difesa dichiara da anni, scendendo almeno per i tre siti di produzione di Alenia Aermacchi (Cameri, Nola e Foggia) a un miserrimo 600. Giovedì 18 luglio poi, San Federico Vescovo di Utrecht e Martire (morì per aver sgridato nobili e imperatori), è volato via senza bandiere e fanfare nella fabbrica di Cameri degli F-35, dov’era in programma l’avvio ufficiale delle attività di assemblaggio dei nostri aerei, e se qualche festicciola c’è stata, s’è svolta con modalità “stealth”.

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Silvio Lora LamiaVedi tutti gli articoli

Nato a Mlano nel 1951, è giornalista professionista dal 1986. Dal 1973 al 1982 ha curato presso la Fabbri Editori la redazione di opere enciclopediche a carattere storico-militare (Storia dell'Aviazione, Storia della Marina, Stororia dei mezzi corazzati, La Seconda Guerra Mondiale di Enzo Biagi). Varie collaborazioni con riviste specializzate. Dal 1983 al 2010 ha lavorato al mensile Volare, che ha anche diretto per qualche tempo. Pubblicati "Monografie Aeree, Aermacchi MB.326" (Intergest) e con altri autori "Il respiro del cielo" (Aero Club d'Italia). Continua a occuparsi di Aviazione e Difesa.

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