Lampedusa: la mistificazione di una tragedia

La tragica vicenda di Lampedusa ha innescato nella classe dirigente del nostro Paese una sindrome penitenzial-masochistica che ha dell’incredibile e che finirà per nuocere in primis a coloro in  nome dei quali tale sindrome ha preso corpo, ovvero i poveri profughi africani che cercano di arrivare in Europa con tutti i mezzi a tutti i costi. Una volta di più, di buone intenzioni è lastricata la via dell’inferno, di  un inferno autentico, fatto di attraversamenti di deserti mortiferi e bracci di mare tempestosi con mezzi pateticamente inadeguati, traversate che finiscono spesso in tragedie crudeli . Sul tema, chez nous,  è in corso una gigantesca e corale opera di mistificazione che fa rizzare i capelli anche a chi non ce l’ha (a qualcuno accade). Viene implicitamente colpevolizzato uno stato, quello italiano, che deve fronteggiare ondate di immigrazione clandestina che se fossero lasciate a se stesse inonderebbero l’Europa di centinaia di milioni di africani. Non occorre sottolineare che, nonostante si dica il contrario,  l’Unione Europea – come è oggi – non può avere alcuna potestà esecutiva sul tema, lasciato all’esclusiva gestione e giurisdizione degli stati membri.

Le invocazioni che provengono anche da fonti molto autorevoli circa una presa a carico “scarica-barilante” della questione da parte di Bruxelles sono senza alcun costrutto, una semplice invocazione di chimere  che non hanno alcuna probabilità di realizzarsi, almeno finché l’Europa non sarà uno stato. Stupisce che tale fantasia sia fatta propria da addetti ai lavori che sanno benissimo quanto siamo lontani da questo obiettivo.  E’ altresì evidente che, data la vastità del problema, i singoli stati europei, pur disponendo di canali informativi in grado di fornire previsioni attendibili, non sono in grado di fare più di tanto di quello che già fanno, anche perché  hanno risorse limitate, sono molto impegnati sul fronte antiterrorismo – che confina strettamente e si intreccia con quello dell’immigrazione clandestina e ha ricevuto nuova linfa dal fallimento delle varie Primavere Arabe – e probabilmente su quello del contenimento della  penetrazione politico-economica (e prossimamente anche militare) della Cina “Popolare” in Africa.  Non è questo un tema in grado di muovere le ideologie e  le teologie, ma le cancellerie sì.

 

 

 

 

 

 

Si aggiunga a tutto ciò l’instabilità e la precarietà della maggior parte degli  stati africani interessati (sia come matrice etno-statuale degli aspiranti immigrati clandestini che come basi di lancio degli stessi), i quali sono in gran parte falliti o in via di fallimento. Tali  labilità non consentono di intavolare serie trattative e accordi di cooperazione e sicurezza che soli potrebbero portare ad un attenuarsi del fenomeno (che non cesserà mai, sia chiaro, ma potrebbe assumere configurazioni meno letali per gli interessati). Il solo tentativo serio è stato quello del tanto deprecato accordo Berlusconi-Gheddafi che forse avrebbe potuto funzionare, almeno per un po’, se Sarkozy e compagni non fossero intervenuti in Libia come hanno fatto (il perché è ancora open) . Questa immersione nella realtà dei fatti non sembra riguardare o preoccupare le grandi figure pubbliche del Bel Paese. “Vergogna!!!” ammonisce il Papa. “Basta con questa indegnità!!” ribadisce il Presidente della Camera,  Laura Boldrini. E ad essi fanno eco autorevoli leader e opinionisti. “Vergognarsi” di cosa? Di aver salvato da morte certa decine di migliaia di incoscienti sprovveduti che mettono in pericolo la vita loro e dei loro cari, delle loro donne incinte, dei loro figli piccoli, con una superficialità che lascia senza fiato??….

Dovremmo dire basta alla diuturna e strenua opera di ricerca e soccorso delle nostre forze navali, di ogni ordine e grado, le quali praticamente non fanno altro da vent’anni, nel Mediterraneo Centrale, che salvare ogni giorno centinaia di aspiranti suicidi inconsapevoli? Ma hanno mai sentito parlare, l’Eccellenza Boldrini e quella stampa  calunniatrice che segue dappresso, dell’obbligatorietà assoluta del soccorso in mare, che prima di essere una secolare prassi consolidata di tutti i marinai degni di questo nome è sancita da un imperativo morale che non è mai venuto meno, neanche in tempo di guerra? Ma con chi crede di avere a che fare, l’illustre rappresentate del Popolo Sovrano? Con dei politici?

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultimo capolavoro della stagione è l’invocazione di  un “corridoio umanitario”- derivato, non ci sarebbe da stupirsi,  dall’estrapolazione dei  corridoi di lancio dei wind surf dalle spiagge, maggior sito di consapevolizzazione marittima per  le nostre “elite” – il quale, dopo i primi disastri, porterebbe immediatamente al passo successivo, ovvero l’invio di traghetti della Tirrenia (e magari anche le LPD della Marina Militare) a Tripoli e Tunisi a imbarcare gli aspiranti emigranti, un bel “ponte navale” che faccia entrare chi vuole…

Vogliamo derubricare il reato di immigrazione clandestina? La vituperata Bossi-Fini che tutti citano e pochi conoscono? Accomodiamoci alla sagra della demagogia: chi la spara più grossa vince la riffa, e poco importa se entro pochi anni torme di poveri africani si metteranno a girare per le nostre strade  in cerca di mezzi per la sopravvivenza, generando in breve tempo le consueti esplosioni di xenofobia di questi casi e provocando l’inevitabile espulsione da Schengen dell’Italia, ridotta al ruolo di terra di nessuno dell’Europa, semplice molo di attracco dei disperati della terra.

 

 

 

 

 

 

Il crimine contro l’umanità che queste assurde flagellazioni quasi sottintendono, naturalmente a carico degli egoisti occidentali adoratori del Dio Denaro,  è ascrivibile  soprattutto agli poveri sprovveduti/aspiranti suicidi di cui sopra, che tali sono sotto qualunque punto di vista, anche se da noi il solo pensarlo è proibito. Fuggono i pericoli – veri, presunti o gonfiati – dei loro paesi, dove peraltro rimangono ancora vivi e vegeti milioni di persone che non dispongono delle migliaia di dollari a cranio  (per inciso,  da dove provengono?) che servono per queste imprese, e si buttano a capofitto in avventure folli che fanno correre rischi altissimi a loro ma soprattutto alle famiglie che  si portano dietro, del tutto sproporzionati – questi rischi – ai risultati conseguibili, come chiunque veda una tv (e un bollettino meteo) sa benissimo (non c’è bisogno di leggere e scrivere). Purtroppo le stesse tv mostrano il mondo inventato delle telenovelas e delle grandi competizioni sportive, dell’happy life hollywoodiana degli anni Settanta e dell’affluenza europea di un tempo, ovvero i miti che sono ormai polvere, nel mondo avanzato, ma abbagliano ancora le bidonville africane e non solo.

Fuggire la miseria e la guerra (che peraltro in Africa sono diminuite drasticamente) per finire ai pesci, o calcinati in qualche uadi, ad arricchire le mafie?  E’ questo il risultato ultimo del libero arbitrio della  famosa “negritude” del compianto Senghor?
Nella storia si sono viste molte pazzie, ma questa supera veramente ogni altra. E noi dovremmo vergognarci!! I padri e le madri che fanno correre ai loro figli rischi del genere no,  quelli sono “eroi”!!….
Ditemi che sbaglio, please…..e magari anche dove sbaglio…

Ufficiale di Marina in spirito ma in congedo, ha fatto il funzionario Nato e il dirigente presso aziende attive nel settore difesa. Scrive da quasi un quarantennio su argomenti navali, militari, strategici e geopolitici per pubblicazioni specializzate e non. Vive a Roma.

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