Contractors russi in Crimea?

Quando a Vladimir Putin viene chiesto di ritirare le truppe russe dalla Crimea, la sua risposta è sempre la stessa, evasiva, ironica e, a volte, tendente al minaccioso: non sono truppe russe, sulla penisola ribelle operano “forze locali di auto-difesa”, ha assicurato. “Ci sono un sacco di uniformi che si assomigliano”. E se non fosse una bugia, bensì una mezza verità? Gli fa eco il Ministro degli Esteri Lavrov che in una telefonata al suo controparte Kerry ha negato che alcun fante di marina o altro effettivo alle forze armate russe sia stato dispiegato fuori dalla base della Flotta del Mar Nero. Sebbene si tratti solo di un vociferare mediatico, su alcuni siti web tra cui quello del The Daily Beast, dell’ABC e del Daily Mail, si avanza ripetutamente il sospetto che quegli uomini armati, dalla battle dress uniform senza mostrine e con passamontagna, siano contractors ingaggiati da Mosca come propria longa manus.

Questi misteriosi soldati apparterebbero alla Vnevedomstvenaya Okhrana, la sezione di sicurezza privata operante presso il Ministero degli Interni russo a cui è stato affidato il compito di fornire personale di sicurezza per la protezione di installazioni della Marina russa in Crimea. Concretamente, i contractors russi avrebbero conquistato senza colpo ferire la base della Guardia Costiera ucraina a Balaklava e gli aeroporti di Simferopoli e di Sebastopoli. La situazione, ancora molto confusa e difficilmente verificabile, unitamente all’alone di segretezza che ancora avvolge il mondo delle Private Military Companies (figuriamoci quelle russe poi!), obbliga ad una disanima  storica e logica. Con la fine della Guerra fredda e il conseguente ridimensionamento delle proprie forze armate, in Russia, la disponibilità di personale addestrato ed in cerca d’impiego è sempre stata alta.

Il boom del business della sicurezza privata innescato dal clima d’instabilità planetario degli ultimi vent’anni, ha visto il fiorire di migliaia di compagnie militari e di sicurezza private, molte delle quali russe. Perciò, per tutelare i propri interessi in una crisi che minacciava e sicuramente comporterà forti ripercussioni diplomatiche ed economiche, quale miglior soluzione che impiegare truppe private su cui scaricare eventuali accuse, responsabilità, sanzioni o semplicemente beneficiare di quelle “zone grigie” giuridico legali a cui ancora si sta cercando di trovare una soluzione internazionalmente riconosciuta?  Se le democrazie occidentali hanno ben imparato ad usufruire delle opportunità dell’outsourcing della Difesa”, a quanto pare, il Cremlino non se n’è stato a guardare.

Foto AP/AFP

 

Nato nel 1983 a Brescia, ha conseguito la laurea specialistica con lode in Management Internazionale presso l'Università Cattolica effettuando un tirocinio alla Rappresentanza Italiana presso le Nazioni Unite in materia di terrorismo, crimine organizzato e traffico di droga. Giornalista, ha frequentato il Corso di Analista in Relazioni Internazionali presso ASERI e si occupa di tematiche storico-militari seguendo in modo particolare la realtà delle Private Military Companies.

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