Baghdad: Usa e Australia evacuano le ambasciate

Di fronte all’avanzata delle forze jihadiste alcune ambasciate occidentali a Baghdad hanno iniziato questa mattina a evacuare il personale. L’evacuazione del personale diplomatico è stata finora confermata da Stati Uniti e Australia, e ha fatto seguito all’annuncio di Washington sul rafforzamento delle forze di sicurezza nella Green Zone della capitale irachena. Non è ancora chiaro quante persone sono state effettivamente evacuate, ma la portavoce del Dipartimento di Stato Jen Psaki ha dichiarato che al momento sono state ”temporaneamente trasferite” presso i consolati statunitensi presenti nella città portuale di Basra e nella capitale curda Irbil.
A conferma della grave situazione militare le forze governative irachene rafforzano la loro presenza intorno alla capitale Baghdad e affermano di aver inflitto perdite allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante.

Fonti anonime della sicurezza hanno riferito all’agenzia Dpa di aver ucciso 23 militanti del gruppo a nord di Baquba, circa 60 chilometri a nord-ovest di Baghdad. La tv satellitare al-Arabiya riferisce inoltre che la presenza di militari è stata rafforzata intorno all’aeroporto internazionale della capitale, dopo che nella notte si sono registrati scontri nell’area. Dopo la battuta d’arresto di ieri, i jihadisti hanno conquistato dopo intensi combattimenti Tal Afar, vicino al confine siriano, a 60 km ad est da Mosul. Anche le autorità giordane hanno messo l’esercito in stato d’allerta sull’onda dei fatti nel nord dell’Iraq schierando i reparti migliori e mobilitando l’intelligence lungo il confine con l’Iraq per il timore che l’offensiva dello Stato islamico di Iraq e Siria (Isis) possa allargarsi anche al loro Paese. In base alla dottrina del gruppo islamico, propugnata dall’emiro Abu Bakr al Baghdadi, l’area chiamata “Sham” cui si riferisce il gruppo non comprende solo la Siria e l’Iraq, ma tutta la regione del Levante ovvero anche Giordania, Libano e Territori palestinesi.

Ieri i jihadisti avevano diffuso foto e video del massacro compiuto a Tikrit dove sarebbero stati giustiziati 1.700 soldati sciiiti dell’aeronautica irachena arresisi all’ISIS nei giorni scorsi. Come ha sottolineato il New York Times l’esecuzione di massa, che se fosse confermata assumerebbe i contorni di un primo passo verso un genocidio religioso, sembra fatta apposta per innescare quella serie infinite di rappresaglie tra sciiti e sunniti. Il governo di Baghdad ha sollevato dubbi sull’autenticità della notizia anche se il generale Qassim al-Moussawi, portavoce delle forze armate irachene sentito dalla Bbc, la considera vera.

Foto: Ambasciata USA a Baghdad (Panoramio)

Grafica: ISW

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