News da Mosca

Assemblaggio della prima aerocisterna Il-478

Come correttamente anticipato da Analisi Difesa nel novembre 2013, l’ufficio stampa della Ilyushin Aviation Complex ha ufficialmente comunicato che la Aviastar-SP con sede a Ulyanovsk ha iniziato le attività di assemblaggio della nuova aerocisterna Il-478 (o Il-78M-90A), derivata a sua volta dall’aereo di trasporto Il-476 (o Il-76MD-90A).

Mentre scriviamo si sono concluse le unioni tra le sezioni di fusoliera e le semiali.Il lavoro, secondo quanto riferito dall’ufficio stampa Ilyushin, viene svolto in conformità con il contratto firmato col Ministero della Difesa russo che ha espressamente richiesto un primo esemplare di ricerca e sviluppo. Allo stato attuale non si conosce il numero esatto di Il-478 che potrebbe adottare la VVS, anche se lo scorso anno la portavoce di United Aircraft Corporation Olga Fedonyuk aveva riferito l’alta probabilità di un primo ordine relativo a 31 aerocisterne.

Su richiesta del cliente governativo –  sporto militare: una rampa d’accesso, attrezzature per il lancio con paracadute e, se necessario, persino dispositivi antincendio.  Assieme a tutto questo sarà ovviamente possibile installare all’interno della stiva serbatoi supplementari per svolgere la sua principale funzione. Il velivolo consentirà in tal senso di rifornire contemporaneamente due aerei attraverso le unità alari e un terzo velivolo della categoria bombardieri strategici tramite l’unità di coda; a terra invece, l’Il-478 permetterà il rifornimento contemporaneo di quattro velivoli. L’Il-478 come il suo derivato Il-476 sarà dotato di quattro nuovi motori Aviadvigatel PS-90A-76 con prestazioni superiori e consumi ridotti del 12-14% rispetto ai vecchi Aviadvigatel’ Solov’ëv D-30KP utilizzati sull’Il-76/78. Per la cronaca l’Il-478 sarà la prima aerocisterna totalmente realizzata in Russia, le vecchie cellule di Il-78 sono state assemblate finora dall’azienda TAPO (Tashkent Aviation Production Association) sita in Uzbekistan. Una fonte vicina al settore militare-industriale russo riferisce infine a tal proposito che le prime consegne degli Il-478 alle Forze Armate russe inizieranno a partire dal 2018.

12 Mi-17 per la Bielorussia e 2 per il Nepal
In occasione del salone aeronautico IDEX 2015 tenutosi ad Abu Dhabi (Emirati Arabi Uniti), il CEO di Rostec Sergey Chemezov ha riferito ai giornalisti che Russia e Bielorussia hanno firmato un contratto per la fornitura di 12 elicotteri Mil Mi-17 per uso civile.

Due invece sono gli elicotteri Mi-17V5 utility consegnati in questi giorni alle Forze Aeree del Nepal a seguito del contratto firmato il 19 dicembre 2013 del valore di 30 milioni di dollari. Dalla sua unica base aerea in Kathmandu, il Nepal Army Air Wing vola su una flotta mista di elicotteri europei, russi e indiani (tra cui l’Eurocopter AS350 e AS332, Aèrospatiale Alouette III e Lama e HAL Dhruv). Con questi due esemplari sale a sette il numero totale di Mi-8/17 a disposizione del Nepal e secondo Vladimir Ereschenko, capo del Dipartimento Regionale di Rosoboronexport, sono in corso dei negoziati per la fornitura supplementare di nuovi Mi-17. Elicottero medio multiruolo, il Mi-17 in tutte le sue numerosissime versioni continua a mietere successi in tutto il mondo: le sue caratteristiche di flessibilità e prestazioni, unite ad una proverbiale semplicità d’uso, ne fanno una vera e propria pietra miliare della produzione elicotteristica mondiale. Prossimo ai 50 anni dal suo primo ingresso in servizio, sono oltre 12.000 gli esemplari realizzati finora per le forze aeree militari e civili di più di cento nazioni del mondo intero.
Proseguono i voli strategici dei bombardieri russi

Il Ministro della Difesa russo Sergey Shoigu ha riferito ai media di Stato che le attività di pattugliamento dell’Aviazione russa a lungo raggio al momento non cesseranno di proseguire. Inoltre, ha dichiarato Shoigu: – “In futuro abbiamo intenzione di iniziare a pattugliare nuove aree geografiche in base ad accordi con i nostri alleati in altri paesi del mondo.”Shoigu ha rammentato alla stampa le recenti missioni dei bombardieri strategici Tu-95MS sopra il Mare di Barents, il Mare di Norvegia e la zona nord-est dell’Oceano Atlantico. In concomitanza dei suddetti voli sono state eseguite ovviamente missioni di rifornimenti in volo al fine di estendere l’autonomia dei velivoli strategici. Proprio in tali occasioni, come rammentato recentemente dalla stampa occidentale, sono stati frequenti le scorte dei Typhoon britannici lungo i corridoi di volo internazionali dei bombardieri russi.
  Tre Mi-8MTPR-1 da guerra elettronica per la VVS

Lo scorso 4 marzo l’Aeronautica Militare russa (VVS) ha ricevuto le prime tre nuove piattaforme da guerra elettronica ad ala rotante Mi-8MTPR-1.

L’elicottero in questione è in realtà una versione del Mi-8MTV-5-1 dotata di una stazione di disturbo attiva Rychag-AV installata a bordo. Sviluppata dalla KRET (Concern RadioElectronic Technologies), la piattaforma Rychag-AV secondo quanto dichiarato da Igor Nasenkov vice direttore generale della società – “è in grado di fornire un’elevata protezione collettiva nel suo specifico compito, in quanto riesce a sopprimere contemporaneamente vari obiettivi in un raggio di centinaia di chilometri (nello specifico sistemi di comando e controllo elettronici, radar missilistici terra-aria e aria-aria) e può essere installata agevolmente su quasi tutti i velivoli ad ala fissa e rotante, UAV, veicoli terrestri e navi di superficie.”

Secondo Nasenkov inoltre, benché non sia attualmente disponibile per l’esportazione, il sistema elettronico Rychag-AV ha suscitato l’interesse di numerosi potenziali clienti stranieri.  I tre elicotteri Mi-8MTPR-1 verranno consegnati ad una base aerea del Distretto Militare Occidentale, mentre alla data odierna la KRET starebbe realizzando ulteriori esemplari del sistema al fine di partecipare alla lavorazione dei 18 esemplari richiesti dal Ministero della Difesa russo da consegnarsi entro l’ottobre del 2016 (valore del contrato pari a 186 milioni di dollari).Il Mi-8MTPR-1 è configurato in modo simile ad un elicottero da trasporto militare Mil Mi-8MTV-5-1, anche se in realtà il suo volume interno è parzialmente occupato dal sistema Rychag-AV. L’installazione di quest’ultima invece è realizzata dalla società OJSC KOMZ di Kazan.
 Fine della collaborazione russo-ucraina sull’An-70

Abbiamo ampiamente parlato nel settembre dello scorso anno della crisi russo-ucraina nell’ambito delle ripercussioni sull’ufficio di progettazione Antonov e dei programmi ad esso connessi tra le due nazioni.

Tra quelli a suo tempo elencati il più importante è certamente relativo al nuovissimo quadrimotore da trasporto ad ala alta con capacità STOL Antonov An-70. Ebbene, secondo quanto rivelato dai media russi, i due paesi avrebbero posto la parola fine alla cooperazione già dagli inizi dello scorso anno allo scoppio delle prime tensioni tra i due paesi.

Il portavoce di Antonov Oksana Trofimchuk avrebbe dichiarato recentemente a tal proposito al quotidiano russo Izvestia: -“Dallo scorso anno la situazione è peggiorata ed ora la cooperazione in tutti i programmi militari con la Russia è finita”. Il commento di Trofimchuk arriva un mese dopo la comunicazione da parte dell’ufficio di progettazione ucraino dell’approvazione per la produzione dell’An-70 compiuto in solitaria, senza l’ausilio dello storico partner russo; anche se per dovere di cronaca è bene ribadire che né Antonov né il Governo ucraino hanno finora specificato numeri di esemplari richiesti o eventuali scadenze di consegne. Dal fronte russo però arrivano nuove grane: Mosca aveva assegnato infatti dal 2010 ben 2,95 miliardi di rubli per lo sviluppo dell’An-70 avendo in previsione l’acquisto di 60 velivoli. Ora che il Ministero della Difesa ha depennato l’aereo dal Programma di Difesa dello Stato, secondo l’agenzia di stampa TASS, il Governo starebbe cercando i mezzi giuridici per recuperare i fondi finora investiti nel tormentato progetto dell’An-70.
 MiG-31 operativi fino al 2026
Sergei Korotkov, CEO di Russian Aircraft Corporation MiG, ha dichiarato all’agenzia di stampa RIA Novosti che il MiG-31 (“Foxhound” per la NATO) rimarrà in servizio con l’Aeronautica Militare russa fino al 2026. “La nostra società – ha dichiarato Korotkov – sta attualmente lavorando allo sviluppo di un nuovo caccia intercettore pesante che dovrà sostituire il MiG-31, tuttavia quest’ultimo (soprattutto in virtù del recente aggiornamento allo standard “BM” – N.d.A.) rimarrà in servizio fino al 2026”.

Secondo il Ministero della Difesa russa la VVS ha attualmente in carico oltre 120 caccia intercettori MiG-31 (134 secondo gli analisti militari del Flightglobal); di questi oltre venti esemplari risultano essere stati aggiornati allo standard BM in riferimento al primo contratto firmato nel 2011, che prevedeva l’aggiornamento di 60 MiG-31 da consegnare ai reparti entro il 2020. Un recente contratto di cui abbiamo parlato recentemente per l’aggiornamento di ulteriori 50 esemplari di MiG-31 porterebbe alla conclusione di tutti i lavori richiesti, ad un totale complessivo di 110 caccia aggiornati. L’aggiornamento in questione prevede nello specifico un sistema di controllo degli armamenti più sofisticato e l’upgrading dell’avionica: data link digitale, cockpit provvisto di display a colori multi-funzionale e un nuovo radar multi-mode con range di 320 km e capacità di monitorare fino a 24 bersagli aerei ingaggiandone fino a 10 contemporaneamente.

Parte integrante della rete di difesa aerospaziale russa, il MiG-31BM può trasportare un carico bellico massimo di 9.000 kg tra cui missili aria-superficie Kh-29 (AS-14 “Kedge”) e missili cruise aria-superficie Kh-59 o Kh-59M (AS-13 “Kingbolt”); bombe di precisione fire-and-forget a guida TV o laser KAB-1500 o KAB-500; missili antinave a medio raggio UR Kh-31A (AS-17 “Krypton”); missili antiradar Kh-31S, Kh-25MR o MPU; un cannone GSh-6-23 da 23mm e missili aria-aria Vympel R-73 (AA-11 “Archer”), R-77 (AA-12 “Adder”), K-37M (AA-X-13 “Arrow”) e  R-33S (AA-9 “Amos”).

 Yakovlev sviluppa un nuovo aereo d’attacco al suolo?

Vitaly Borodich, Vice Presidente Senior della Irkut Corporation, ha recentemente affermato in occasione del salone spaziale Aero India 2015 che è stata preparata una documentazione informativa relativa allo sviluppo di un caccia d’attacco leggero derivato dall’addestratore Yakovlev Yak-130.

“Abbiamo preparato la documentazione che verrà presentata a breve al Ministero della Difesa. Il resto spetta al cliente” –  ha detto Borodich durante il salone indiano.Per dovere di cronaca le prime notizie sullo sviluppo di un caccia d’attacco da parte dello Yakovlev Design Bureau risalgono in realt? dal 2013, tuttavia l’allora Ministero della Difesa aveva preso la decisione di abbandonare il progetto.

È probabile, benché non si conosca ancora nessun dettaglio del nuovo progetto, che le differenze tra i due aerei possano essere notevoli dato che lo Yak-130, velivolo estremamente idoneo nel compito di addestratore avanzato, secondo quanto dichiarato dal costruttore, è stato da sempre ritenuto idoneo alle missioni ricognitive e di attacco leggero al suolo potendo contare su un carico bellico di 3.000 Kg.
 Confermato l’acquisto dei Su-30SM per il Kazhakistan

L’ufficio stampa del Ministero della Difesa kazakho ha riferito che un gruppo di piloti e tecnici militari è da poco rientrato in patria dopo aver frequentato un corso specifico di formazione presso l’Irkutsk Aviation Plant.

Tale corso riguarderebbe nel dettaglio il funzionamento del caccia russo Sukhoi Su-30SM, di cui abbiamo anticipato l’interesse formale kazakho nello scorso mese. “I piloti e i tecnici kazakhi -recita il comunicato- hanno superato l’intero corso di formazione teorica relativo alle caratteristiche e alle prestazioni del caccia che al più presto verrà consegnato al nostro paese. La successiva formazione pratica avverrà invece presso la 604^ base aerea di Taldykorgan (sita nel sud est della nazione asiatica N.d.A.)”.

Non si conoscono i dettagli dell’operazione: numero dei velivoli ordinati, valore del contratto e termini delle consegne; ma ci sembra doveroso fornire ai fini della completezza d’informazione alcuni dati recepiti dall’emittente kazaka KTK; dati che, ripetiamo, a tutt’oggi non trovano conferma: corteggiati a lungo da alcuni produttori occidentali, le Forze aeree kazakhe avrebbero deciso infatti di puntare sul caccia russo e di ottenere i primi quattro Su-30SM ad un prezzo che è stato definito estremamente a buon mercato: solo 75 milioni di dollari. Considerando che un solo esemplare di Su-30SM costa all’incirca 52 milioni di dollari, se la notizia venisse confermata si tratterebbe a tutti gli effetti quasi una donazione ad un paese amico che un vero e proprio ordine.

Foto Sukhoi, Russian Helicopters, Yak, aeronautica russa,  Antonov e Iliyushin

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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