La parata di Zagabria (foto gallery)

ANSA – In un’atmosfera di festa, senza discorsi politici o patriottici, sono sfilati ieri sera per le vie centrali di Zagabria migliaia di soldati in un’imponente parata militare con cui la Croazia ha iniziato le celebrazioni per il 20mo anniversario della fine della guerra per l’indipendenza (1991-1995) del Paese dalla Jugoslavia socialista.

La capitale è stata sorvolata da nove Mig 21bis, di recente modernizzati in Ucraina, mentre davanti al palco d’onore, in presenza della presidente della Repubblica e comandante supremo delle forze armate, Kolinda Grabar Kitarovic, sono passati più di tremila ufficiali e soldati, centinaia di mezzi corrazzati, carri armati e mezzi motorizzati dell’esercito e della polizia.

“Noi oggi non vogliamo celebrare la guerra, dimostrare alcuna aggressività, ma festeggiare la libertà e la pace”, ha detto oggi in un’intervista il ministro della Difesa, Ante Kotromanovic, un ex generale che fu tra i comandanti della decisiva operazione Tempesta (Oluja in croato), sferrata nelle prime ore della mattina il 4 agosto del 1995.

Ma le celebrazioni di oggi e domani non sono trascorse senza polemiche e punti interrogativi. Nonostante i molti inviti mandati negli scorsi mesi ai Paesi alleati della Nato, nessuno ha inviato un proprio contingente per sfilare con le forze croate.

Erano solo sei le bandiere di altri Paesi che, con il consenso dei rispettivi governi, sono state solennemente esposte alla sfilata: quelle di Albania, Polonia, dei tre Paesi Baltici e del Regno Unito.

Erano comunque presenti rappresentati militari e diplomatici di 42 Paesi, inclusi due generali americani.

La scarsa presenza di Paesi alleati viene attribuita al fatto che immediatamente dopo l’operazione militare Tempesta furono commessi numerosi crimini di guerra e che 250 mila civili serbi fuggirono dalla regione della Krajina, fatto che in Serbia viene considerano come un atto di pulizia etnica.

Pochi sono stati processati e condannati, mentre i principali comandati militari dell’offensiva, tre generali, sono stati assolti in appello all’Aja.

Contro la parata militare si sono espresse inoltre molte associazioni pacifiste e per la difesa dei diritti umani che continuano a ricordare che si tratta di un festeggiamento di carattere nazionalista.

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