TRIPOLI: LA FLOTTA EUROPEA FAVORISCE I TRAFFICANTI

da Libero Quotidiano del 28 maggio 2016

La flotta europea è il miglior alleato dei trafficanti di esseri umani libici le cui attività costituiscono una parte rilevante dell’economia della Tripolitania.

A puntare il dito contro la flotta Ue è stato il portavoce della Marina libica, il colonnello Ayoub Kasem in un’intervista all’agenzia di stampa Aki-Adnkronos International. “L’operazione Sophia ha facilitato moltissimo il viaggio ai migranti clandestini, anzi ha incoraggiato anche i trafficanti”.
Una critica non nuova, già espressa in più occasioni dal governo britannico, all’operazione navale Ue che doveva “interrompere il modello di business dei trafficanti” mentre si limita a raccogliere in mare e a portare in Italia chiunque paghi i criminali.

Secondo un rapporto di Europol i trafficanti hanno guadagnato solo l’anno scorso 5/6 miliardi di euro mentre l’arresto di scafisti da parte delle flotte italiana ed europea non ha avuto effetti deterrenti anche perché la gran parte di loro sono stati rapidamente rimessi in libertà.

Kasem sottolinea che “l’ampliamento dell’Operazione Sophia, assieme al miglioramento delle condizioni meteo, hanno incrementato il numero di migranti certi di essere salvati una volta entrati in acque internazionali a 12 miglia dalle coste libiche”.

Il portavoce della Marina libica ha detto anche che i Paesi di origine degli immigrati illegali e quelli di passaggio hanno contribuito in modo consistente all’aumento dei flussi clandestini e per questo prevede “un notevole incremento di migranti”.

Valutazioni confermate dagli oltre 8 mila clandestini raccolti in mare negli ultimi 4 giorni e che cozzano con l’ottimismo del governo italiano.

Del resto il “migration compact” proposto da Matteo Renzi per finanziare lo sviluppo dei Paesi africani come antidoto ai flussi migratori richiederebbe tempi lunghissimi per produrre ricchezza in Africa (in ogni caso non paragonabile con gli  standard europei) col rischio concreto che il denaro europeo finisca per alimentare solo la corruzione, endemica in Africa.

Intanto i clandestini sbarcati in Italia dall’inizio dell’anno sono oltre 40 mila, provenienti per lo più dalla Libia ma anche dall’Egitto e dalla Turchia.

Secondo i rapporti della Guardia Costiera per tre quarti sono adulti e per la stragrande maggioranza arrivano dai Paesi dell’Africa Occidentale inclusi Camerun, Ghana e Gambia considerate “tigri economiche africane”.

Si tratta quindi di clandestini che secondo l’agenzia europea Frontex dovrebbero venire rimpatriati perché privi dei requisiti per l’asilo.

L’Italia invece non rimpatria nessuno né le quattro flotte schierate dall’Italia (Guardia Costiera e Operazione Mare Sicuro) e dalla Ue (Sophia e Triton) respingono in Libia i clandestini.

Una linea difesa dall’ammiraglio Enrico Credendino, alla testa dell’Operazione Sophia che in un recente intervista a Repubblica ha sottolineato l’applicazione rigorosa del principio del “non respingimento”.

Il premier libico, Fayez al-Sarraj (nella foto a sinistra) a chiesto alla missione Ue di addestrare la Guardia Costiera libica ma in alto mare, senza consentire alle navi europee di operare contro i trafficanti nelle acque territoriali libiche.

Renzi ha detto che “se consolidiamo la Libia con il governo di al-Sarraj, riduciamo gli arrivi” ma è improbabile che il premier di Tripoli voglia combattere davvero i trafficanti.

L’ammiraglio Credendino ha infatti rivelato che tra il 30 il 50 per cento del Pil della Tripolitania proviene proprio dal traffico di esseri umani che coinvolge i clan tribali. Gli stessi che sostengono il governo di al-Sarraj.

Foto: Marina Militare, EunavforMed/Op. Sophia e AP

Gianandrea GaianiVedi tutti gli articoli

Giornalista bolognese, laureato in Storia Contemporanea, dal 1988 si occupa di analisi storico-strategiche, studio dei conflitti e reportage dai teatri di guerra. Dal 1991 al 2014 ha seguito sul campo i conflitti nei Balcani, Somalia, Iraq, Afghanistan, Sahara Occidentale, Mozambico e Sahel. Dal febbraio 2000 dirige Analisi Difesa. Ha collaborato o collabora con quotidiani e settimanali, università e istituti di formazione militari ed è opinionista per reti TV e radiofoniche. Ha scritto diversi libri tra cui "Iraq Afghanistan, guerre di pace italiane", “Immigrazione, la grande farsa umanitaria” e "L'ultima guerra contro l’Europa". Presso il Ministero dell’Interno ha ricoperto dal 2018 l’incarico di Consigliere per le politiche di sicurezza di due ministri e un sottosegretario.

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