A SIRTE IN 180 DIFENDONO L’ULTIMA RIDOTTA DELL’ISIS

Sarebbero non più di 180 i combattenti dello Stato Islamico che difendono l’ultima ridotta nella città libica di Sirte dove domenica hanno lanciato un contrattacco teso ad aggirare l’assedio posto dalle milizie libiche fedeli al governo di Tripoli probabilmente per tentare lasciare la città e sfuggire all’assedio.

Lo ha riportato ieri il quotidiano libico al-Wasat citando fonti militari di Tripoli secondo le quali nella battaglia oltre 80 i jihadisti sono rimasti uccisi, 55 durante il contrattacco in direzione del porto e altri 25 nell’ultimo quartuere ancora controllati dai miliziani del Califfato.

Secondo il generale Mohammed al Ghasry , portavoce del comando libico, tra i caduti le vittime ci sarebbero diversi esponenti di spicco dell’Isis in Libia, tra cui il comandante Abu Turabah.

Diversi i cadaveri di miliziani di origine egiziana, tunisina e di altri Paesi africani.

Lo stesso giornale riporta che un jihadista libico, originario di Derna, catturato dalle forze governative avrebbe confessato che i combattenti Isis rimasti a Sirte “sono solo 180, tra cui 22 che hanno subito amputazioni e ai quali è stato dato l’incarico di condurre autobombe”.

Lo stesso prigioniero ha detto che tra i sopravvissuti ci sarebbero 37 jihadisti feriti e 10 medici.

Le forze di Tripoli hanno ammesso di aver registrato 8 morti negli scontri di domenica in cui è rimasto ucciso anche il giornalista olandese Jeroen Oerlemans, colpito da un cecchino dello Stato Islamico.

In cinque mesi di battaglia per Sirte le forze di Tripoli hanno registrato oltre 500  norti e più di 2.500 feriti: imprecisate le perdite dello Stato Islamico.

Foto: AFP e Stato Islamico

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