Se in Danimarca i foreign fighters prendono la pensione
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Le notizie che giungono dalla Danimarca suscitano serie perplessità circa l capacità dell’Europa di combattere i jihadisti e contrastare il terrorismo islamico e il ritorno dei foreign fighters.
Il governo di Copenaghen paga infatti sussidi e pensioni di invalidità a cittadini danesi andati in Siria a combattere per l’Isis. Lo scrive il quotidiano Berlingske ripreso dal sito The Local. Sono stati i servizi di sicurezza di Copenhagen a identificare diversi danesi cui sono state corrisposte pensioni anticipate o di invalidità e che poi sono andati a combattere in Siria.
Secondo i dati del governo circa 145 danesi complessivamente si sono uniti all’Isis in Siria e Iraq dal 2012. “E’ un grosso scandalo che sborsiamo il denaro del nostro welfare per gente che va in Siria – ha detto il ministro del lavoro Troels Lund Poulsen.
Stare in zone di guerra e prendere parte direttamente o indirettamente a operazioni militari non è in alcun modo compatibile con il ricevere sussidi per disabilità”. Ora sarà necessario un provvedimento di legge per poter sospendere il pagamento delle pensioni, perché allo stato attuale non è sufficiente la segnalazione dei servizi.
La Danimarca si è già distinta negli ultimi anni per il suo approccio “rieducativo” nei confronti degli estremisti e terroristi islamici “negoziando” con l’imam di una moschea di Aarhus, salafita propagandista della sharia fautore di roghi, decapitazioni e lapidazioni schieratosi apertamente con lo Stato Islamico e per aver pagato gli studi universitari ad alcuni foreign fighters rientrati dalla Siria allo scopo di facilitarne il “reinserimento” nella società.
Foto Askanews
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