Antropologi in Guerra

È appena stato pubblicato dalla Novantico Editrice il libro del polemologo e storico militare Federico Prizzi Antropologi in Guerra, la spedizione Nazionalsocialista in Amazzonia.

Prizzi, Political Military Affair Analyst del Think Tank di Geopolitica “Il Nodo di Gordio”, è uno studioso, da quasi tre lustri, di movimenti insorgenti, conflitti asimmetrici e tecniche di guerre psicologica. Argomenti questi, ai quali ha dedicato decine di libri, saggi e articoli per varie testate giornalistiche e case editrici.

Il libro, per la prima volta in Italia, presenta al lettore il ruolo fondamentale avuto dagli antropologi, veri e propri esperti “dei cuori e delle menti” delle popolazioni locali, nelle attività di Intelligence condotte in America Latina, e non solo, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Punto di partenza per analizzare come gli antropologi abbiano operato per conto dei Servizi Segreti del tempo, è stato l’analisi del diario di viaggio dell’esploratore e geografo tedesco Otto Schulz-Kampfhenkel intitolato Il Mistero dell’Inferno della Foresta Vergine. Un libro mai tradotto in italiano e pubblicato in Germania nel 1938, in cui si descrive la spedizione condotta in Amazzonia, tra il 1935 e il 1937, per volontà delle autorità naziste.

Un testo importante quest’ultimo, poiché rappresenta, insieme al libro di Ernst Schäfer Tibet Misterioso, uno studio su quelle che, ad oggi, vengono considerate le principali spedizioni tedesche nel campo delle Scienze Umane, al di fuori del proclamato Lebensraum germanico. Spedizioni sempre patrocinate dal Terzo Reich, ma che non erano assolutamente destinate alla ricerca di uno “Spazio Vitale” per il Volk di lingua tedesca, né rientravano nel desiderio di realizzare aree geografiche nelle quali esportare l’ideologia nazionalsocialista.

Questa non immediata chiarezza sulle reali motivazioni che spinsero il Nazionalsocialismo, pochi anni dopo la sua salita al potere, a intraprendere questo tipo di esplorazioni in terre così lontane, ha alimentato, durante e dopo l’ultimo conflitto mondiale, la diffusione di teorie più o meno fantasiose e, spesso, parzialmente fondate.

Pertanto, lo scopo che si prefigge questo libro è quello di dimostrare come le spedizioni geografiche, archeologiche ed etnologiche volute dal Reich in Sud America, si inserissero in un preciso disegno geopolitico volto a garantire risorse e appoggi internazionali in vista di un possibile conflitto con le potenze democratico-liberali. Il tutto, attraverso un approccio intelligence che, come avviene ancora oggi, impiega ricerche scientifiche sul campo per coprire attività di vero e proprio spionaggio per fini anche militari.

Il libro, inoltre, è arricchito da uno studio sull’esperienza americana degli “antropologi in guerra” in America Latina durante la Seconda Guerra Mondiale. Ciò permetterà al lettore di comprendere il ruolo che le ricerche antropologiche, non solamente in tempo di guerra, possano rivestire per i Servizi Segreti di un Paese. Per di più, dimostra come allora si posero le basi, politiche e metodologiche, che saranno in seguito utili agli USA anche per tutta la durata della Guerra Fredda. Metodologie che, oggi, trovano un nuovo impiego proprio con la Global War On Terror (GWOT).

Infine, il libro vanta la prefazione del Professore Mario Polia, archeologo e antropologo, considerato il maggiore esperto italiano di culture amazzoniche.

Emilio Del Bel Belluz

 

Antropologi in guerra

Autore: Federico Prizzi

Caratteristiche tipografiche: Brossura, Pag. 312, cm. 21×24,5

ISBN: 978-88-98996-37-7

Editore: NovAntico

Anno: 2017

Euro 35

Federico PrizziVedi tutti gli articoli

Antropologo, Polemologo e Storico Militare specializzato nell'applicazione degli studi antropologici alla guerra non convenzionale e alle PSYOPs, è anche Civil-Military Cooperation (CIMIC) Subject Matter Expert. Tra le numerose pubblicazioni è autore di "Cultural Intelligence ed Etnografia di Guerra" (2021), "Al Manar, la Guerra Psicologica di Hezbollah" (2012), "I Manifesti Armati. Analisi delle tecniche di attrazione nella guerra psicologica" (2010). Collabora con Università, Think Tank e Centri Studio in Europa e Africa.

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