Il simposio di Elettronica SpA su Digital Transformation e Cyber Security

Per alcuni segmenti in rapida evoluzione e dinamismo, “come per esempio quello della Cybersecurity”, per l’Italia “sarà necessario valutare attentamente le competenze possedute dall’industria e quelle della Difesa in modo da allocare le risorse e gli investimenti in modo efficace ed efficiente”.

Il monito è contenuto nel position paper “Digital Transformation: nuovi confini, crescita e sicurezza del Paese”, realizzato da Elettronica SpA (che insieme a Expert Systems ha costituito nel 2015 la società di cyber security Cy4Gate) in collaborazione con The European House – Ambrosetti, per mettere a fuoco a fuoco il piano di implementazione della “digital transformation” che porterà benefici in termini di competenze, risorse e tecnologia.

“La mole di connessioni e trasmissione di informazioni – sottolinea lo studio (qui il testo integrale) presentato ieri a Roma – richiederà tecnologie, processi, prodotti e standard per proteggere dispositivi, collegamenti e dati (ad esempio, proprietà intellettuale, dati personali relativi a dipendenti e/o clienti, accordi di riservatezza, password di conti correnti e carte di credito, infrastrutture critiche, eccetera) e tutelare la privacy di privati e aziende”.

In questo scenario, “la Cybersecurity”, si rileva ancora, “è un ambito che attraversa trasversalmente tutte le altre tecnologie della Rivoluzione 4.0 e diventa parte integrante di qualsiasi scelta, sistema o soluzione che si voglia adottare. Di fatto, il progressivo sviluppo di nuove tecnologie determina una maggiore esigenza di sicurezza e stimola l’introduzione e il rinnovo di regole e policy a tutela della privacy e sicurezza non solo dei sistemi informatici ma anche delle persone”.

Per “minimizzare i rischi connessi alla sicurezza informatica”, rimarca il rapporto, “occorre individuare i requisiti di architettura di sistema e tecnologici che consentono di massimizzare la Cybersecurity e le logiche da seguire per regolare la materia della proprietà dei dati e delle infrastrutture critiche dei diversi Paesi”.

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In particolare, si aggiunge, “competenze e adeguata formazione sulla Cybersecurity rivestono un ruolo strategico nel settore Aerospazio, Difesa e Sicurezza, nell’ambito del quale le guerre cibernetiche (Cyberwarfare) stanno diventando un’arma a disposizione di tutti i Paesi e anche di singole organizzazioni”. La Cyberwarfare, soprattutto, “implica un riassetto organizzativo radicale dell’industria della difesa in quanto, le tradizionali strutture gerarchiche devono essere sostituite da sistemi a rete, caratterizzati da: ridotta consistenza numerica; elevato livello di supporto tecnologico; efficacia e velocità di intervento”.

Per quanto riguarda più specificamente – si legge ancora nel report – l’Industria della Difesa nel suo complesso, nonostante la perdita di competitività a livello europeo e globale, essa resta uno dei settori italiani più competitivi.

Tuttavia, rispetto ad altri Paesi europei, l’Industria della Difesa nazionale presenta delle caratteristiche che ne limitano il potenziale di contribuzione: i principali Paesi europei (in particolare Francia, Germania e Inghilterra) mantengono piena autonomia e una capacità diffusa di competenze in ambito Difesa e Sicurezza per tutte le componenti strategiche nelle quali si colloca quella Cyber.

Se si guarda invece al nuovo modello di Impresa 4.0, evidenzia il rapporto, “si riducono drasticamente i tempi di sviluppo e di produzione e i prodotti e i servizi sono in grado di connettersi tra loro e adattarsi completamente alle esigenze dei singoli utenti. Ad un generale innalzamento del livello di competenza e pervasività tecnologica deve corrispondere un maggiore bilanciamento tra le competenze da mantenere nell’ambito delle Difesa e in ambito industriale. L’Impresa 4.0”, sottolinea lo studio, “sfruttando la digitalizzazione pervasiva, cambia completamente i propri paradigmi e fa della velocità, flessibilità e adattamento leve di crescita fondamentali”. Tra le tecnologie che abilitano l’Impresa 4.0 c’è anche la Cybersecurity.

Grande importanza per il successo della transizione 4.0, si dice infine, “dipenderà anche dalla creazione di un sistema dell’istruzione e formazione più moderno e di percorsi universitari e formativi volti a creare nuove figure professionali, più coerenti con le esigenze del mondo del lavoro di oggi”, tra le quali i “Cybersecurity Specialist”.

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Al simposio erano presenti anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, l’ex premier Enrico Letta, il vice segretario generale della Difesa generale Nicolò Falsaperna, il presidente di Corporate & Investment Bank Emea di JP Morgan Vittorio Grilli, il rettore della Luiss Guido Carli Paola Severino, Gianni Letta già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il presidente della Rai Monica Maggioni, l’ex arbitro Pierluigi Collina oggi presidente della Commissione Arbitri Fifa e il general manager Italia di Deliveroo Matteo Sarzana.

La giornata si è articolata in due sessioni, una focalizzata sullo scenario internazionale – geopolitica, industria, difesa e sicurezza – e una sulla trasformazione digitale delle imprese nei settori ad alta tecnologia (a questo link le relazioni) .

“L’onda del cambiamento digitale è arrivata ed è inarrestabile” ha detto Enzo Benigni, presidente di Elettronica SpA.”Questa rivoluzione digitale di Impresa 4.0″, ha aggiunto, “è probabilmente una delle medicine che possono riattivare una crescita globale e riequilibrare le aspettative e le opportunità in tutto il pianeta. Perché nella prossima economia tutti potranno avere una chance, senza limiti e frontiere”.

Per Benigni “l’innovazione sarà per chi avrà la capacità di immergersi nelle nuove tecnologie, ma dal punto di vista del metodo e del pensiero. La sfida di oggi del nostro Paese è rappresentara da come grandi innovatori e imprese di ieri possano diventare imprese di innovazione e di imprenditoria globale di domani. Il nostro Paese ha creato grandi imprese nell’era agraria e industriale, nell’era di informazione e del digitale stiamo facendo fatica a produrrre imprese globali”.

Per Vittorio Grilli, già ministro dell’Economia e delle Finanze con Mario Monti premier e oggi Chairman, Corporate & Investment Bank Emea di JP Morgan Uk, “ Se l’attenzione dei cyber criminali si concentrasse “sul sistema internazionale di pagamenti, l’economia mondiale potrebbe essere bloccata”. Per questa ragione “c’è bisogno di un alto livello di consapevolezza di questi pericoli” e c’è necessità “di investire in tecnologie innovative, orientate alla protezione del sistema finanziario”. “Uno dei più recenti attacchi di questo tipo”, ha aggiunto Grilli, “ha colpito la Banca del Bangladesh, attraverso la quale si è poi riuscito a intaccare il sistema Swift”. Ciò è accaduto “perché in un sistema globale e interconnesso, se qualcuno è debole tutti sono a rischio”. Spesso, ha concluso, “il cyber crime c’è, ma in molti Paesi che sono arretrati dal punto di vista delle capacità cyber si viene colpiti senza nemmeno rendersene conto”.

Paola Severino, già ministro della Giustizia del Governo Monti, oggi rettore della Luiss Guido Carli, ha sostenuto che “l’economia digitale e il fenomeno della cyber security devono essere regolamentate su un piano internazionale” e “l’Italia, con la sua cultura, può rendersi protagonista di un dialogo” su questi temi, “già avviato a livello europeo. Quando parliamo di cyber crime e di cyber attacchi parliamo anche di una cultura delle regole, che devono essere internazionalizzate. In un mondo globalizzato i problemi collegati al cyber spazio non possono essere risolti o regolati a livello nazionale o locale”.

Con fonte Cyber Affairs e Agenzia DIRE

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