La Germania punta su tecnologie nazionali per la difesa cyber

Cresce la distanza tra Berlino e Washington anche sui temi legati alla sicurezza, in particolare quelli che attengono alla sfera digitale. La nuova agenzia congiunta tra i ministeri di Interno e Difesa presentata il 29 agosto dai ministri tedeschi dell’Interno Horst Seehofer e della Difesa Ursula von der Leyen ha infatti l’obiettivo di finanziare la ricerca in campo cyber, con il fine ultimo dichiarato, di emanciparsi dall’utilizzo di tecnologie non solo cinesi, ma anche americane.

La questione è particolarmente delicata, come ha sottolineato ieri il sito Cyber Affairs.

Se da un lato software e hardware di Pechino sono viste con sospetto anche oltreoceano per il loro potenziale uso a fini di spionaggio, dall’altro Washington è da sempre il punto di riferimento occidentale su questa materia, sia dal punto di vista commerciale sia da quello militare che si sostanzia nei sistemi, nelle reti e nella cooperazione di cyber security in ambito Nato, dove è particolarmente alta la preoccupazione per le attività di Mosca.

29.08.2018, Berlin: Horst Seehofer (r, CSU), Federal Minister of the Interior, Home and Building, and Ursula von der Leyen (CDU), Minister of Defence, come to a press conference at the Federal Ministry of the Interior on the cabinet decision to establish the Agency for Innovation in Cyber Security. The agency is to promote ambitious research and development projects in the field of cyber security that can make a sustainable contribution to securing Germany's future. Photo: Bernd von Jutrczenka/dpa (Photo by Bernd von Jutrczenka/picture alliance via Getty Images)

Le ambizioni di Berlino, però, sembrano voler andare oltre. Parlando con i giornalisti, riporta Reuters, Seehofer – tra le altre cose leader del partito conservatore Csu – non ha nascosto la voglia della Germania di divenire un attore di primo piano, al pari dei colossi Usa, nel campo della cyber security.

Per farlo, il governo tedesco ha lanciato la nuova agenzia (già ribattezzata da alcuni “la DARPA tedesca”) che si propone di difendere il Paese dai numerosi attacchi informatici e minacce specialmente contro le grandi industrie, ma soprattutto di rendere, nel tempo, indipendente la nazione per ogni tipologia di tecnologia informatica.

“In quanto governo federale”, ha sottolineato il ministro dell’Interno tedesco, “non possiamo restare a guardare mentre l’uso di tecnologie sensibili con elevata rilevanza per la sicurezza è controllato da governi stranieri: dobbiamo garantire ed espandere tali tecnologie chiave nella nostra infrastruttura digitale”.

Tale visione ha iniziato a maturare in Germania sin dal 2012, quando l’ex consulente dell’NSA Edward Snowden – oggi in Russia – parlò delle attività di controllo americane sulla Rete, messe in campo dopo l’11 Settembre 2001, che avevano riguardato anche politici tedeschi. Il caso, dalla portata globale, incrinò non poco i rapporti tra Washington e Berlino.

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Tuttavia, rilevano gli addetti ai lavori, quella fase pare oggi superata, mentre, di pari passo alla digitalizzazione, è cresciuta la necessità di cooperare e di non isolarsi.

Secondo le valutazioni espresse dal sito specializzato Cyber Affairs “l’information sharing e la condivisione di tecnologie tra alleati rappresentano oggi, secondo gli esperti del settore, una delle maggiori garanzie di protezione in campo cyber in un mondo sempre più interconnesso, dove un solo anello debole può pregiudicare la sicurezza di tanti. La scelta tedesca farà dunque molto discutere, perché sono diversi i rischi insiti in una politica autarchica nel quinto dominio. Molte delle minacce, infatti – tanto quelle che riguardano la difesa quanto quelle di spionaggio o per la sottrazione di know-how -, vengono rilevate, sventate e attribuite proprio grazie allo scambio, in tempo reale, di informazioni sensibili condivise attraverso piattaforme tecnologiche comuni. Andare in una direzione contraria potrebbe, dunque, non rivelarsi la decisione migliore”.

Al tempo stesso va però rilevato che la Germania non intende giocare un ruolo da “gregario” e mostra di essere consapevole che negli attuali scenari gli “alleati” sono i peggiori avversari come confermano le tensioni politiche ed economiche che oppongono da anni Berlino a Washington e come anche l’Italia dovrebbe aver ben compreso durante e dopo la guerra in Libia del 2011.

In quest’ottica la scelta tedesca di puntare all’indipendenza nello sviluppo e produzione dei maggiori sistemi di difesa in tutti i settori, convenzionali (Berlino non acquisterà il velivolo statunitense F-35) e cyber, indica una strada che ogni Stato che abbia l’aspirazione di tutelare in modo autonomo interessi e difesa nazionali dovrebbe perseguire.

(con fonte www.cyberaffairs.it)

Foto: Reuters, Eurasia Diary, DW e Getty Images

 

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