La flotta russa mostra i muscoli nel Mediterraneo Orientale

Le forze navali russe dall’ 1 all’ 8 settembre svolgeranno una grande esercitazione nel Mediterraneo Orientale con la partecipazione di 25 unità navali e oltre aerei ed elicotteri. Lo ha riferito ieri il ministero della Difesa russo dopo che erano state diffuse notizie circa una crescente presenza di navi russe nel Mediterraneo, dove cresce la tensione attorno alla Siria.

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Le esercitazioni “si terranno sotto il comando del capo di Stato maggiore della Marina, ammiraglio Vladimir Koroliov”, riferisce il ministero della Difesa russo, precisando che si prevede il dispiegamento di “25 navi da guerra e battelli di supporto guidati dall’ incrociatore lanciamissili Maresciallo Ustinov (nella foto in alto)  da 12.500 tonnellate della classe Slava.

Presenti anche le fregate lanciamissili da 3.600 tonnellate Admiral Grigorevich e Admiral Essen e almeno due sottomarini.

Coinvolte navi delle Flotte del Mar Nero, del Baltico e del Nord e della Flotta del Caspio: a quest’ultima appartengono le due fregate tipo Gepard da 1.500 tonnellate e 6 corvette classe Buyan M da 1.000 tonnellate che già in passato hanno lanciato contro obiettivi in Siria i missili da crociera Kalibr NK.

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Mosca fa inoltre sapere che “nello spazio aereo internazionale vi saranno attività di addestramento con circa 30 jet tra cui i bombardieri strategici Tu-160, gli aerei antisommergibili Tu-142 Mk e Il-38, i caccia Su-33 e Su-30SM dell’aviazione di Marina”, probabilmente rischierati sulla base siriana di Hmeymin.

Le manovre, che faranno perno sulla base navale di Tartus, sulla ciosta siriana (nella foto qui sotto) ,  sono da mettere in relazione all’imminente offensiva delle forze di Damasco contro la “sacca di Idlib”, ultima roccaforte dei ribelli jihadisti che potrebbe scattare proprio al termine delle esercitazioni della flotta russa.

Il 7 settembre è infatti previsto a Teheran un vertice sulle operazioni militari in Siria tra russi, turchi e iraniani in cui dovrebbero definirsi gli equilibri in vista dell’attacco delle truppe di Assad a Idlib.

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“Aumentare le precauzioni in Siria è pienamente giustificato e fondato”, in quanto la situazione nel Paese” ha un notevole potenziale di peggioramento” ha detto ieri il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, rispondendo ai giornalisti che chiedevano se ci fosse una correlazione tra le esercitazioni navali annunciate da Mosca nel Mediterraneo e la situazione a Idlib, dove l’offensiva governativa potrebbe far scattare una reazione militare statunitense.

“La situazione attorno a Idlib lascia molto a desiderare – ha denunciato Peskov – il covo di terroristi che si sta formando lì non promette nulla di buono, se si continua a non agire”

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Sempre ieri la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova (nella foto a sinistra), ha dichiarato che un eventuale possibile attacco statunitense alla Siria, motivato dal presunto uso di armi chimiche, avrebbe “conseguenze imprevedibili” e ridurrebbe gli sforzi per una soluzione pacifica nella regione.

“Si tratterebbe di un duro colpo al processo di pace in Siria e alla sicurezza globale – ha avvertito la portavoce – quando giochi col fuoco è impossibile prevedere le conseguenze.

In questo modo, gli Stati Uniti farebbero tornare indietro tutte le misure adottate per risolvere in modo pacifico la crisi siriana e di questo devono rendersi conto”, ha aggiunto.

Foto Us Navy, Ministero della Difesa russo e Reuters

 

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