L’Italia “partner nation” al Berlin Security Conference 2019

da Berlino

La 18a edizione del Berlin Security Conference (BSC 2019) organizzata dal quotidiano nazionale tedesco Behörden Spiegel a Berlino su due giornate dedicate (26-27 novembre) al tema “l’Europa e le sue sfide esterne – un approccio a 360° in un momento di incertezze”, ha visto quest’anno come ‘Partner Nation’ l’Italia. Tenutasi per la prima volta nel 2011, questa conferenza riunisce annualmente prestigiosi relatori rappresentanti dei Governi, delle Forze Armate, dell’Industria dei Paesi europei, delle principali Organizzazioni internazionali ed affronta i rilevanti temi riguardanti la Difesa e la Sicurezza collettiva.

Quest’edizione ha registrato il più alto numero di adesioni dalla sua istituzione, con oltre 1.200 partecipanti e ben 160 relatori provenienti dalla Germania, dall’Europa e da fuori i confini del Vecchio Continente, che hanno rispettivamente preso parte e si avvicendati nel corso della due giorni d’interventi e ‘panel dedicati’ ai principali temi che caratterizzano la difesa e sicurezza in Europa ed Alleanza transatlantica.

La BSC 2019 è stata aperta dal Presidente dell’Advisory Board del BSC, Hans-Gert Pöttering (nella foto sotto), ex presidente del Parlamento Europeo ed ex presidente del Konrad-Adenauer-Stiftung. Nel suo discordo il primo ha sottolineato come l’Italia sia stata lasciata sola nell’affronta i flussi migratori che tale situazione debba essere corretta. Successivamente sono intervenuti Il Ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini, e Miroslav Lajčák, Ministro degli esteri slovacco, il cui paese di origine ricopre quest’anno la presidenza dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Alla conferenza ha partecipato anche il Primo Ministro norvegese Ine Marie Sǿreide che ha tenuto un ‘keynote’ incentrato sulla situazione scandinava, ed il Ministro della Giustizia e degli affari europei, l’ungherese Judit Varga.

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Coesione e solidarietà europea, esigenza di un’autonomia strategica UE, carattere imprescindibile e perdurante solidità, malgrado le difficoltà, del legame transatlantico e della NATO, e la necessità di aggiornare le capacità di risposta della UE e della NATO alle grandi sfide e minacce alla sicurezza che si profilano nel nuovo contesto tecnologico e geopolitico internazionale, sono stati gli argomenti più richiamati ed al centro dei lavori della conferenza.

La compartecipazione dell’Italia come ‘Partner Nation’ per il 2019, ha inoltre portato ad un importante focus sulle tematiche attinenti alla sponda Sud del Mediterraneo. A questi s’aggiunge la necessità di sviluppare un’industria della difesa ed i presupposti affinché quest’ultima possa effettivamente progredire, senza dimenticare una particolare attenzione sul ruolo delle donne.

La 18a edizione del Berlin Security Conference è stata caratterizzata dalla forte partecipazione del ‘Sistema Italia’, che ha colto appieno l’opportunità offerta dal suo status di ‘Partner Nation’ per il 2019. In aggiunta alle principali cariche militari nazionali nonché UE e NATO presiedute da un militare italiano, erano presenti rappresentanti di diversi Ministeri così come in rappresentanza dell’industria della difesa e sicurezza nazionale da parte dell’AIAD, nonché esponenti di quest’ultima.

In particolare, l’a.d. del gruppo Leonardo Alessandro Profumo, l’a.d. e presidente di Elettronica Enzo Benigni, il presidente di Fincantieri Giampiero Massolo, a cui s’aggiungevano il responsabile delle vendite e dello sviluppo del gruppo MBDA nonché managing director di MBDA Italia Pasquale Di Bartolomeo, ed il direttore marketing e relazioni istituzionali di Iveco Defence Vehicles Giampaolo Giraudi, società presenti alla conferenza con propri stand, a cui s’aggiungevano anche quelli istituzionali, della Difesa e dell’industria tedesca ed internazionale, fra cui Airbus, Rheinmetall, Hensoldt, IBM, Thyssenkrupp, l’associazione BDSV che rappresenta gli interessi dell’industria della difesa e sicurezza tedesca, Lockheed Martin, Raytheon e CAE.

L’evento ha visto la sponsorizzazione di una trentina di entità industriali, fra cui in aggiunta a quelle citate, vi sono importanti gruppi e società medio piccole tedesche, fra cui KMW (gruppo KNDS), RUAG, ESG, General Dynamics, Mercedes Benz, RSA ed ATOS.

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Una significativa compartecipazione italiana con oltre un centinaio di rappresentanti dei diversi Ministeri, Segredifesa e della Forze Armate, che ha posto l’Italia ed il suo ruolo strategico al centro dei lavori, unitamente alla forte comunanza di programmi ed intenti con la Germania.

L’Italia condivide con quest’ultima importanti programmi come i velivoli da combattimento Eurofighter Typhoon, Panavia Tornado e la famiglia di elicotteri NHIndustries NH90, mentre nel settore navale s’annoverano il programma congiunto per la realizzazione, ricerca e supporto dei sottomarini con sistema propulsivo indipendente dall’aria (AIP) U212A ed i siluri MU90.

In quello terrestre, il programma congiunto per il munizionamento guidato a lunga gittata Vulcano e la produzione su licenza del semovente d’artiglieria PzH 2000. I due Paesi condividono anche importanti programmi a livello sia NATO come l’AWACS e l’AGS (Alliance Ground Surveillance) che EU, in quest’ultimo caso rappresentati principalmente da quelli PESCO gestiti dall’OCCAR con EDA come nel caso dell’European MALE RPAS (Medium Altitude Long Endurance Remotely Piloted Aircraft Systems) conosciuto anche come Eurodrone e l’European Secure SOftware defined Radio (ESSOR) e quelli legati al mondo spaziale,  a cui s’aggiungono il Training Mission Competence Centre (EU TMCC), l’EUFOR Crisis Operation Core (EUFOR CROC),  lo Strategic Command and Control (C2) System for CSDP Missions and Operations, L’European Medical Command e l’EU Radio Navigation Solution, insieme ad altre nazioni europee. I due Paesi condividono anche le operazioni della EU e NATO, fra cui l’operazione antipirateria Atalanta ed in Afghanistan per menzionare le principali.

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Nell’ambito della conferenza non vi sono stati annunci di ulteriori attività congiunte fra i due Paesi, ma secondo quanto risulta ad AD, i rappresentanti dei due Ministeri e della Forze Armate hanno effettuato ‘proficui incontri’, in cui sono state poste le basi per ulteriori passi verso potenziali convergenze d’attività o programmi.

Sebbene non vi siano state conferme ufficiali, fra i diversi argomenti  non sarebbe mancato l’argomento della collaborazione già in atto per la comune flotta subacquea mentre un dialogo si sarebbe aperto nel settore delle operazioni anfibie, così come approcci embrionali avrebbero riguardato il settore spaziale.

La Germania è membro osservatore della EU Amphibious Initiative (EAI) ed ha dichiarato in più occasioni di voler sviluppare una propria componente anfibia ed in tale ambito l’Italia e l’industria nazionale potrebbe supportare la Germania in tale crescita.

Lo scorso ottobre, in occasione dell’incontro dei paesi partecipanti ed osservatori della EAI, l’Italia ha assunto la Chairmanship per il 2020, anno in cui ricorrerà il ventennale dell’istituzione dell’iniziativa ed in cui verrà svolta l’esercitazione Emerald Move.

Questo evento addestrativo ha l’obiettivo di verificare l’efficienza di una Task Force anfibia multinazionale, in grado di operare con il supporto fornito dalle navi in mare conseguendo un elevato grado di integrazione e di interoperabilità per tutto il personale coinvolto. Nel settore delle contromisure mine, vi sarebbe una convergenza dei requisiti per le nuove piattaforme e sistemi dedicati, convergenza che potrebbe far da spinta verso un potenziale comune programma in tale settore.

 

Gli interventi istituzionali

Nell’ambito del suo discorso il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha concentrato la propria attenzione sul versante sud dell’Europa, e più in generale sul cosiddetto “Mediteranneo allargato”, evidenziando come la sicurezza dell’Europa è intrinsecamente legata alla sicurezza e alla stabilità del Mediterraneo e nel Mediterraneo.

“Il fianco sud dell’UE e della NATO è infatti caratterizzato da una situazione particolarmente complessa e interessato da criticità che costituiscono pericolosi vettori di instabilità: fragilità istituzionale, Stati falliti, flussi migratori, terrorismo e criminalità transnazionale”.

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Tale scenario secondo il Ministro richiede “iniziative coraggiose a livello europeo”, portando avanti le iniziative già avviate di stabilizzazione, di capacità building e per il contrasto al traffico di essere umani nel Mediterraneo. E consolidando la cooperazione in materia di sicurezza e di gestione dei flussi migratori, in stretto partenariato con le Nazioni Unite e con i paesi del Nord Africa, a partire dalla Libia, la cui stabilizzazione è cruciale per l’intera regione e del Sahel.

Parlando di EU e NATO, il Ministro ha poi ribadito “che gli sforzi per rafforzare l’EU, passano anche attraverso il rapporto strategico tra EU e NATO, pilastri del nostro sistema di alleanze.  L’Alleanza Atlantica, in particolare, rappresenta per il mio Paese l’imprescindibile punto di riferimento, in termini di dissuasione, deterrenza e difesa, contro ogni minaccia”.

Il “Framework for the South” rappresenta secondo il Ministro una significativa attestazione della consapevolezza dell’Alleanza di dover affrontare, sistematicamente, le sfide che promanano dal suo fianco meridionale.

“Un’Europa rafforzata, strategicamente unita e pienamente complementare alla NATO può e deve giocare un ruolo chiave per l’individuazione di soluzioni condivise, anche nel settore tecnologico, che ci consentano una sempre più adeguata capacità di risposta ma anche di anticipazione strategica”, ha affermato il Ministro.

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Rispondendo a domande sul recente dibattito sulla NATO, Il Ministro Guerini ha osservato “che la riflessione sia utile, perché richiede la capacità di immaginare l’Alleanza e la sua evoluzione in ordine alle nuove minacce che dobbiamo affrontare. Allo stesso tempo, ha osservato lo stesso Ministro, “prescindere dalla NATO è impossibile”.

A margine della conferenza, il Ministro Guerini ha incontrato la collega tedesca, Annegret Kramp-Karrenbauer, il cui colloquio è stato incentrato sulla comunanza di intenti per il rafforzamento della Difesa Europea e complementarietà nei rapporti tra Nato e Unione Europea, nonché cooperazione industriale e bilaterale.

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“Fondamentale adattare la nostra capacità di rispondere alle minacce in evoluzione. Tutto questo richiede approcci diversi e capacità migliorate. I nostri strumenti militari devono cambiare ed essere pronti ad affrontare tali sfide”, ha sostenuto il Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli, nel suo intervento, sostenendo l’importanza della BSC quale momento per sviluppare uno scambio di punti di vista sulle nuove sfide alla sicurezza globale e per definire una solida cooperazione.

In particolare, il Generale Vecciarelli ha affrontato il delicato tema del terrorismo nelle aree di interesse nazionale (Mediterraneo e Africa) evidenziando la necessità di promuovere un approccio a 360° tramite le Organizzazioni Internazionali e accordi bilaterali e di riportare così il Mediterraneo al centro del dibattito europeo.

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Nel prosieguo dell’intervento ha sottolineato come “gli elementi della minaccia globale non sono mutati, ma è cambiata la nostra percezione e la celerità con cui si manifesta che richiede una risposta veloce” definita come ‘speed of relevance’.

il Generale Vecciarelli ha inoltre confermato l’importanza centrale del processo di digitalizzazione delle Forze Armate che “sarà uno degli argomenti chiave del prossimo decennio quale fattore fondamentale per il miglioramento delle nostre Forze Armate”.

I recenti sviluppi della politica di Difesa Europea sono stati rimarcati nel proprio intervento dal Generale Claudio Graziano, Presidente del Comitato Militare dell’Unione Europea, il quale ha evidenziato che gli sforzi e strumenti messi in atto come il Piano di sviluppo delle capacità (CDP, Capability Development Plan) e la Revisione annuale coordinata sulla Difesa (CARD, Coordinated Annual Review on Defence), il recente incremento a 47 dei programmi PESCO e l’istituzione del Fondo Europeo di Difesa (FED) da 13 miliardi di euro, quest’ultimo quale strumento innovativo per promuovere una base industriale di difesa competitiva e contributiva dell’autonomia strategica, saranno vani se non saranno sfruttati nelle missioni ed operazioni militari a sostegno della strategia globale della UE.

Nel suo intervento, il Generale Graziano ha sottolineato come tali missioni ed operazioni sono uno dei modi “per dimostrare la nostra volontà di agire”, fornendo alta visibilità alla politica estera dell’EU ed offrendo le capacità per affrontare le situazioni di crisi.

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In termini di obiettivi, le operazioni di ‘crisis management’ e ‘capacity building’ dei partner rimangono le priorità delle nostre missioni e operazioni militari. In particolare, nel contesto del ‘capacity building’, come discusso durante la riunione dei Capi di Stato Maggiore della Difesa della settimana precedente alla BSC 2019, il Generale Graziano ha evidenziato come sia stata concordata la possibilità di migliorare la natura delle missioni d’addestramento UE, per le disponiamo oggi quest’ultima dispone di uno strumento di gestione autonoma rappresentato dalla capacità di comando operativo permanente MPCC (Military Planning and Conduct Capability).

Ma per rendere tali missioni più influenti ed efficaci, occorre sopperire alla limitazione di personale. “Per il momento, infatti, come confermato dalla Global Force Generation Conference tenutasi lo scorso 19 novembre, continuiamo ad assistere ad un trend negativo nel contributo di truppe ed equipaggiamenti”.

Queste carenze incidono sulla credibilità delle azioni esterne dell’EU e sono evidenti in tutte le operazioni ma in particolare per EUTM Somalia, EUTM RCA ed EUTM Mali. Per contrastare tale tendenza l’EU ha proposto l’European Peace Facility (EPF), uno strumento da 10 miliardi che mira al finanziamento di attività militari correlate e che potrebbero dare maggiore slancio a iniziative come il concetto di BATTLEGROUP UE, ma tale progetto deve essere sostenuto, “altrimenti il segnale che verrà dato sarà molto negativo” ha aggiunto il rappresentante militare europeo.

Secondo il Generale Graziano, per continuare ad attuare effettivamente la strategia globale dell’EU, le sfide da affrontare rimangono essenzialmente tre: una corretta comunicazione verso l’interno ed esterno dell’EU secondo cui bisogna intervenire alle radici della potenziale instabilità internazionale e del terrorismo, con energia e impegno; il forte sostegno alla generazione delle forze per le operazioni e missioni della Comunità Europea, per diventare eventualmente più efficaci, passando dalle attività di formazione al mentoring ed accompagnamento dei partner, ed infine il sostegno a tali attività integrandole con la pianificazione nazionale di difesa dei singoli paesi, superando gli approcci nazionali e dimostrando unità d’intenti.

 

In ordine alle operazioni della EU, il Generale Graziano ha auspicato che “assetti navali vengano reinseriti quanto prima nell’operazione EUNAVFOR MED Sophia”, che è stata recentemente rinnovata per altri sei mesi, ma esclusivamente con l’impiego di piattaforme aeree.

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L’implementazione della Strategia Globale dell’EU passa oggi attraverso una revisione strategica, che include uno stop nella generazione dei progetti PESCO, mentre vengono consolidate le iniziative esistenti, acquisite lezioni e ottenuti tangibili risultati, prima di introdurre nuove iniziative.

Nel rapporto tra Ue e Nato, “quello che a noi importa è la cooperazione e la complementarità” ha detto il Generale Graziano. Vi sono sicuramente degli “elementi da risolvere”, ma NATO ed EU hanno “garantito sicurezza e benessere dell’Europa e del rapporto transatlantico per molti anni”. Secondo il Generale Graziano, se deve dunque comprendere che “non vi è alternativa all’Ue, non vi è alternativa alla Nato, non ci può essere e non vi è alternativa al successo”.

Tra i principali relatori nazionali intervenuti, il Generale Paolo Ruggiero, Deputy Supreme Allied Commander Transformation della NATO e i quattro Capi di Forza Armata, il Generale Salvatore Farina, l’Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, il Generale Alberto Rosso e il Generale Giovanni Nistri, a cui s’aggiunge il Vice Segreterio generale/Vice DNA Ammiraglio Dario Giacomin (nelle foto sopra e sotto) che sono intervenuti alla conferenza e a margine in “panel” su specifiche tematiche di sicurezza e difesa. Nell’ambito del panel dedicato alle “Women, Peace and Security”, è infine intervenuta la Dr. Nicoletta Pirozzi dell’Instituto Affari Internazionali (IAI).

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La visione dell’industria e le sfide della Difesa Europea

Nel corso della conferenza, i principali esponenti dei gruppi italiani rappresentanti da Leonardo, MBDA ed Elettronica hanno avuto modo di ‘rappresentare’ le sfide che l’Unione Europea (UE) sta affrontando in termini decisionali, organizzativi e di fondi per sviluppare una Industria della Difesa Europea e le proprie strategie nonché proposte per rispondere a tali esigenze, nell’ambito di una sinergica risposta che comprenda le istituzioni e la filiera industriale, universitaria e di centri di ricerca dei singoli Paesi.

A fronte di un mondo sempre più imprevedibile, l’amministratore delegato di Leonardo, Alessandro Profumo, ha evidenziato come i cittadini europei siano più interessati a una politica di difesa e sicurezza comune (3 su 4) piuttosto che al commercio comune dell’UE (70%) o al mercato unico digitale (63%).

Nella nuova strategia globale dell’UE, gli Stati membri hanno fissato congiuntamente un nuovo livello di ambizione dell’UE, compresa, la “protezione dei cittadini dell’UE e del suo territorio”.

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“Per questi motivi, noi europei dovremmo mirare ad aumentare la nostra autonomia strategica il più rapidamente possibile, ma nel quadro generale della NATO, che continua a stabilire gli standard per la difesa e la sicurezza globali sia a livello operativo che tecnologico. Non c’è competizione, c’è invece una grande complementarità. Alla fine, entrambi condividono e difendono i valori occidentali comuni che sono alla base delle nostre democrazie”.

Solo un approccio cooperativo e inclusivo che coinvolga tutte le diverse parti interessate – governi, industria e istituzioni – ha rimarcato l’a.d. di Leonardo avrà la possibilità di migliorare e rendere la base tecnologica e industriale della difesa europea più competitiva su base globale.

L’industria della difesa in tutta Europa sta lavorando a pieno ritmo per sfruttare al meglio i nuovi strumenti messi a punto dall’Unione europea, rappresentati dal Fondo Europeo per la difesa (FED) volto a integrare gli investimenti nazionali, sia per la ricerca che per lo sviluppo delle capacità (13 miliardi di euro fino al 2027) e dalla Cooperazione Strutturata Permanente (PESCO) nella difesa, per consentire lo sviluppo di programmi complessi che sarebbero impossibili ai sensi della clausola dell’unanimità. Ed è importante ha sottolineato Profumo che il Fondo Europeo per la Difesa (FED) deve sostenere la ricerca e le capacità, non gli appalti, che rimangono a livello nazionale.

“In tale contesto, iniziative come il Piano di sviluppo delle capacità (CDP, Capability Development Plan) e la Revisione annuale coordinata sulla Difesa (CARD, Coordinated Annual Review on Defence), costituiscono elementi imprescindibili per definire e promuovere una visione a medio/lungo termine e una pianificazione precoce dei requisiti di capacità futura e garantire che i singoli piani nazionali siano coordinati a livello dell’UE”.

“Gli Stati membri dovranno impegnarsi e osare sostenere un’iniziativa ambiziosa che ha il potenziale per modellare il panorama tecnologico e di difesa europeo per i decenni a venire, anche a costo di cedere parte della loro sovranità in tali un’area sensibile. Se questo impegno svanisce, la nuova architettura di difesa creata con uno sforzo così scrupoloso sotto forma di EDIDP, EDF, PESCO e altre iniziative dovrebbe dimostrarsi troppo fragile e, alla fine, poco più che un’opportunità mancata”.

Guardando oltre i confini del Vecchio Continente, per rafforzare il peso dell’industria di settore, “è fondamentale che le esportazioni di prodotti europei per la difesa siano strutturate e regolamentate al fine di consentire alle imprese internazionali che sono chiamate a cooperare (e alla fine a integrarsi) lavorando su progetti cooperativi europei possono fare affidamento su linee guida chiare e comuni in materia di esportazione”.

L’amministratore delegato di Leonardo ha inoltre ricordato che qualunque sarà la prossima configurazione dell’UE, esiste una dimensione nazionale di difesa che rimarrà e dovrà essere ulteriormente sviluppata. “Entrambi i fondi EDF e PESCO non sostituiranno infatti le risorse nazionali, né sarà possibile partecipare con successo alle offerte dell’UE senza un settore nazionale competitivo, basato su forti programmi nazionali e sullo sviluppo di tecnologie proprietarie che sono il fattore abilitante per la cooperazione”.

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A margine della conferenza l’a.d. di Leonardo, ha affermato che il rapporto con la Germania è “molto buono”, con il Paese che ha un’industria della Difesa “importante” con cui l’azienda italiana “lavora molto” e pensa che “questa sia un elemento molto significativo”. Riguardo a eventuali iniziative di collaborazione tra Leonardo e le aziende della Difesa tedesche, Profumo ha evidenziato che “i progetti si descrivono sempre quando sono realizzati”, aggiungendo che “con l’industria tedesca vi sono tante aree di cooperazione e collaborazione sui sistemi operativi”.

Rispondendo ad una domanda sull’interesse al progetto franco-tedesco per il carro armato europeo (European Main Battle Tank, EMBT), Profumo ha affermato che “ci piacerebbe molto che il programma fosse aperto anche ad altri paesi”, ma ha osservato come “vadano avanti” Francia e Germania”.

È infatti “sulla base di programmi comuni che si costruiscono convergenze e l’EMBT potrebbe essere uno di questi”, ha dichiarato l’a.d. di Leonardo.

“Il livello di minaccia alla porta europea è in costante aumento e non sembra esserci un’attenuazione di questa tendenza negli anni a venire”, ha evidenziando Pasquale Di Bartolomeo (nella foto sotto), responsabile delle vendite e dello sviluppo del gruppo MBDA nonché managing director di MBDA Italia, rimarcando come “da un punto di vista politico, un approccio europeo ancora più deciso e cooperativo alla difesa sembra inevitabile”.

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“Esistono misure che possono sicuramente migliorare la situazione e portare vantaggi tangibili: migliore pianificazione, appalti incrociati e congiunti e condivisione delle capacità di difesa. Ciò può migliorare la qualità e i risultati della spesa militare e portare importanti risparmi per i contribuenti”.

MBDA ha un ruolo molto attivo nei più importanti programmi di cooperazione finanziati dall’UE a partire da OCEAN 2020, il primo programma finanziato dall’Azione Preparatoria dell’Unione Europea per la Ricerca sulla Difesa (PADR, Preparatory Action on Defence and Research) e attuato dall’Agenzia Europea per la Difesa o EDA (European Defence Agency). Solo alcune settimane orsono, MBDA ha ricevuto il via libera dal Consiglio dell’Unione Europea per il programma TWISTER, un progetto internazionale di sistemi missilistici di difesa aerea che comprende già cinque paesi europei e mira allo sviluppo di un intercettore multiruolo europeo entro il 2030.

MBDA è inoltre attivamente coinvolta nell’identificazione di soluzioni adeguate che consentano di contrastare le minacce attuali ed emergenti in vari settori con un approccio cooperativo. Nel settore dell’Air Dominance, il rappresentante del gruppo paneuropeo ha citato il missile Meteor, “l’esempio perfetto di una soluzione che mette insieme sei nazioni per soddisfare un bisogno comune su tre piattaforme aeree, per cui si sta lavorando ad un’evoluzione futura”, al pari dello Storm Shadow/Scalp, sistema per attacco in profondità a lungo raggio.

Nel dominio della Difesa Antiaerea, non poteva non annoverare la soluzione basata su Aster, sia terrestre che navale: una storia di cooperazione riuscita (Franco-Italiana poi allargata al Regno Unito) che si sviluppa e migliora, con l’evoluzione delle munizioni e del sistema. Il CAMM ER, il missile di ultima generazione per la difesa aerea a corto e medio raggio, sia navale che terrestre che rappresenta un perfetto esempio di cooperazione tra Italia e Regno Unito. “Il programma TLVS (Taktische Luftverteidigungssystem) qui in Germania, basato sulla collaborazione transatlantica di USA/Germania e Italia nel programma MEADS”. Nel dominio della Superiorità Marittima, infine il rappresentante di MBDA ha citato il futuro missile da crociera antinave FCASW (Future Cruise and Anti-Ship Weapon), una cooperazione tra Regno Unito e Francia per cui l’Italia mostra interesse.

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Nuovi tipi di minacce richiedono nuove soluzioni, come il caso di laser ad alta energia o mini droni, ma anche l’implementazione di metodi, controlli e tecnologie nei sistemi d’arma contro le minacce cyber. A questi sono stati aggiunti i sistemi che vengono immaginati sia per il programma Tempest (con Regno Unito, Italia e Svezia) sia per il FCAS (Future Combat Air System) franco-tedesco-spagnolo. “Per la prima volta tutti i player sono stati coinvolti sin dall’inizio del progetto, contribuendo con le loro conoscenze e abilità specifiche a modellare e progettare i diversi componenti del nuovo sistema in modo innovativo”.

Guardando alla quarta rivoluzione industriale, Di Bartolomeo ha evidenziato come la medesima sta portando a una produzione completamente automatizzata e interconnessa. “Solo pochi anni fa abbiamo iniziato a parlare di ‘Industria 4.0’. Eppure, oggi siamo alle porte di un nuovo, importante cambiamento: la quinta rivoluzione industriale”. Quest’ultima sarà quella “dell’’industria collaborativa’, caratterizzata dalla cooperazione tra macchine ed esseri umani e una maggiore attenzione ai sistemi e alle reti, come è abbastanza chiaro nei Future Combat Air Systems”.

Come sopra rimarcato, nell’ambito della joint-venture TLVS (Taktische Luftverteidigungssystem: TLVS) con Lockheed Martin, le due società stanno attualmente negoziando con il Ministero della Difesa tedesco la vendita del sistema MEADS (Medium Extended Air Defence System) dopo che il Governo tedesco ha selezionato il sistema nel 2015. Secondo quanto emerso nel corso del BSC 2019, un contratto dovrebbe essere siglato nella seconda metà del 2020. MBDA Deutschland sta inoltre proponendo la versione aerolanciabile del missile spalleggiabile “Enforcer” per soddisfare un requisito del Ministero della Difesa riguardante, secondo quanto appurato da AD, l’equipaggiamento degli assetti ad ala rotante utilizzati in supporto alle forze speciali dell’Esercito tedesco.

Il Presidente ed amministratore delegato di Elettronica, Ing. Enzo Benigni (nella foto sotto) ha invece parlato di “geopolitica digitale”, volendo offrire uno spunto di riflessione con particolare riferimento all’Europa ed alla definizione di un possibile ed auspicato modello di difesa collettiva nel contesto dei nuovi scenari.

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L’Ing. Benigni ha preso spunto dall’attacco contro i centri di raffinamento della Saudi Aramco di Abquaiq e Khurais nell’Arabia Saudita orientale dello scorso settembre per evidenziare come attori sullo scenario della difesa (o offesa in questo caso) di “secondo e/o terzo livello” abbiano raggiunto la capacità di condurre attacchi di sorpresa precisi e devastanti che possono avere ripercussioni internazionali.

“Una manciata di droni, relativamente poco sofisticati, ha reso indisponibile il 6% della produzione globale di greggio e creato tempesta sui mercati finanziari, al di là dell’orizzonte geografico saudita” ha rimarcato l’ing. Benigni.

Siamo in pieno contesto di geopolitica e geopolitica del digitale: “nel prossimo futuro, il “conflitto” continuerà ad evolversi con l’adozione di tecnologie cyber e digitali e lo Spettro Elettromagnetico sarà un dominio di crescente conflitto e concorrenza”.

Se l’Europa deve rimanere sicura e “se vogliamo continuare a disporre di un settore della difesa che possa sia proteggere noi stessi, in primis, sia contribuire a proteggere i nostri partner in tutto il mondo, allora dobbiamo agire ora e il modo in cui dobbiamo agire è creare una nuova generazione di alleanze e consorzi delle migliori aziende europee, ognuna con le proprie capacità di nicchia, sostenuta dal necessario ed opportuno sistema di alleanze ed accordi governativi”.

La guerra elettronica ed il mondo cyber/digitale stanno convergendo ed Elettronica sta sviluppando capacità e prodotti per poter offrire soluzioni efficaci di contrasto alle nuove minacce. “l tema delle collaborazioni europee/internazionali è uno strumento abilitante della strategia di Elettronica”.

Il presidente ed a.d. di Elettronica ha rimarcato come si dovrebbe capitalizzare e rafforzare l’esistenza di Centres of Excellence già presenti in Europa e costruire un adeguato sistema di governance che possa assicurare la sovranità nazionale su argomenti ritenuti strategici, ma anche la disponibilità di risorse “condivise” limitando al massimo la duplicazione di investimenti, così come tecnologie abilitanti ITAR-free.

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Superare le frontiere fra i Paesi Europei diventa un’esigenza fondamentale ed alcuni esempi di successo degli ultimi anni, che hanno permesso sviluppi importanti, andranno ulteriormente studiati e messi in campo. “I progetti multinazionali Europei già in corso e di recente lancio possono essere di esempio per ulteriori casi d’intensa cooperazione”.

L’ing. Benigni ha auspicato che tale approccio si applichi con urgenza ai nuovi domini basati sul digitale: la Cyber-warfare e la Sicurezza, affrontando il tema di come creare uno “spazio comune” in Europa dove EW e Cyber possano convergere in maniera ottimale. “Voglio citare un solo progetto: un Cloud Europeo, da creare, gestire, proteggere opportunamente quale elemento abilitante di sovranità Europea nel digitale”.

Il Gruppo Elettronica è presente in Germania fin dalla fine degli anni ’70 e grazie alla controllata Elettronica Gmbh oggi centro d’eccellenza nell’homeland security, sistemi di test e validazione, sviluppo e produzione di componentistica digitale, offre sul mercato locale ed internazionale la famiglia di sistemi MUROS per compiti di sorveglianza e sicurezza così come sistemi e servizi per la simulazione nel settore della Guerra Elettronica che oltre dal Ministero della Difesa tedesco sono stati acquistati anche dalla NATO, senza dimenticare la partecipazione e supporto a programmi Europei come l’Eurofighter Typhoon e l’NH-90, dove Elettronica è rispettivamente protagonista nell’ambito del consorzio Eurodass per il sistema di protezione del velivolo e nel programma di futuro sviluppo della medesima suite e del sistema di sorveglianza elettronica ed autoprotezione per la versione navale dell’elicottero.

Anche Iveco Defence Vehicles, società del gruppo CNH Industrial, vede nella Germania un mercato strategico ed ha un importante presenza nel paese. La società è un fornitore di fiducia delle Forze Armate tedesche, di cui la più recente commessa riguarda 280 Eurocargo 4×4, che si aggiunge alla fornitura di 133 autocarri militari tattici “Trakker” GTF 8×8, caratterizzati da una cabina protetta che offre una delle migliori protezioni balistiche, antimine e contro ordigni improvvisati della propria classe. Negli ultimi dieci anni Iveco Defence Vehicles ha fornito all’Esercito Tedesco circa 1.000 veicoli della sua vasta gamma. Molti di essi sono già stati ampiamente testati sul campo in diversi teatri operativi, tra cui Mali e Afghanistan.

Foto: Difesa.it, Berlin Security Conference, Elettronica Group e Leonardo.

 

Nato a Genova nel 1966 e laureato in giurisprudenza, è corrispondente per l'Italia e collaboratore delle riviste internazionali nel settore della difesa del gruppo inglese IHS Markit (Jane's Navy International e Jane's International Defence Review) e della casa editrice tedesca Mittler Report Verlag (European Security & Defense e pubblicazioni collegate) nonché delle riviste di settore Armada International, European Defence Review e The Journal of Electronic Defense. In Italia collabora anche con Rivista Marittima, Aeronautica & Difesa e la testata online dedicate al settore marittimo ed economico The MediTelegraph (Secolo XIX).

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