Test (e battesimo del fuoco?) in Siria per l’UAV russo Orion

Il drone russo classe MALE (Medium Altitude, Long Endurance) Orion, sviluppato dal gruppo Kronstadt, ha superato i test operativi nel teatro bellico siriano e ha iniziato a svolgere ulteriori test all’interno della Forza Aerospaziale russa; ad annunciarlo all’agenzia TASS è stato una fonte del complesso militare-industriale.

– “L’UAV Orion – ha dichiarato la fonte – nella versione da interdizione può trasportare fino a quattro missili aria-terra e poiché il suo impiego in Siria è stato positivo la Difesa ne ha autorizzato l’ingresso in servizio con la Forza Aerospaziale russa per ulteriori prove in volo, dopodiché verranno prese le decisioni finali sul lancio della produzione in serie e dell’ingresso in servizio del velivolo.”

Restìo a commentare tali affermazioni il Designer Capo dell’Orion Nikolai Dolzhenkov: – “E’ troppo presto per chiarire questi punti. Attualmente siamo nelle fasi finali dei test e vorrei parlarne solo a completamento avvenuto e quindi nel prossimo futuro.” No comment invece sull’impiego di armi da parte dell’Orion in missioni operative in Siria.

Come spiegato dal capo redattore della rivista Арсенал Отечества (Arsenale della Patria) Viktor Murakhovsky, “l’Orion si trovava effettivamente in Siria nella versione da interdizione, si trovava lì e non in un unico esemplare e in Siria c’è rimasto per parecchio tempo ma non posso affermare se abbia colpito o meno bersagli terrestri”.

E mentre scriviamo giunge notizia che il 16 novembre un esemplare di Orion si è schiantato vicino a un complesso residenziale nella regione di Ryazan senza causare fortunatamente alcuna vittima.

Secondo fonti autorevoli il velivolo sperimentale sarebbe caduto durante un volo di prova poiché alcuni problemi erano già sorti poco prima dell’atterraggio e inoltre un complesso di condizioni meteo sfavorevoli avrebbe dato il colpo di grazia finale.

La società Kronstadt dal canto suo ha dichiarato che avrebbe fornito assistenza alle indagini circa l’incidente anche se le dichiarazioni ufficiali rese il giorno dopo dal competente dipartimento militare hanno fugato ogni possibilità di rinvio dell’ingresso in servizio con la Difesa russa entro la fine dell’anno in corso.

“Seppure le indagini sull’incidente dell’Orion sono in corso l’episodio in se non influenzerà affatto i tempi di trasferimento del velivolo al Ministero della Difesa per i test programmati.”

L’Orion è un UAV con un peso massimo al decollo di 1 tonnellata e con un carico massimo utile di 200 chili. Lungo 8 metri, dotato di un’apertura alare di 16,2 metri e un’altezza di 3,1 metri, secondo il costruttore è dotato di un’autonomia di volo non inferiore alle 24 ore e può volare a un’altitudine massima di circa 8.000 metri con una velocità massima di 250 chiloetri orari.

 

Maurizio SparacinoVedi tutti gli articoli

Nato a Catania nel 1978 e laureato all'Università di Parma in Scienze della Comunicazione, ha collaborato dal 1998 con Rivista Aeronautica e occasionalmente con JP4 e Aerei nella Storia. Dal 2003 collabora con Analisi Difesa occupandosi di aeronautica e industria aerospaziale. Nel 2013 è ospite dell'Istituto Italiano di Cultura a Mosca per discutere la propria tesi di laurea dedicata a Roberto Bartini e per argomentare il libro di Giuseppe Ciampaglia che dalla stessa tesi trae numerosi spunti. Dall'aprile 2016 cura il canale Telegram "Aviazione russa - Analisi Difesa" integrando le notizie del sito con informazioni esclusive e contenuti extra provenienti dalla Russia e da altri paesi.

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