Iran: ucciso in un agguato un comandante delle milizie Basij

A Darkhovin, un paesino di 2.766 abitanti, 70 chilometri a sud di Ahvaz nel sud-ovest del Khuzestan iraniano, killer in moto mascherati e armati di kalashnikov hanno ucciso il 22 gennaio Abdul Hussein Mujaddami, il comandante regionale delle milizie Basij, la forza paramilitare di volontari nata dopo la rivoluzione del 1979 e legata ai pasdaran. Lo racconta un dettagliato articolo di Farian Sabahi pubblicato il 24 gennaio da “Il Manifesto”.

L’ipotesi di un regolamento di conti non si può escludere in una regione al confine con l’Iraq dive non mancano contrabbandieri ma neppure ribelli arabi anti Teheran. “A riferirne la morte di Mujaddami è stata al-Arabiya, l’emittente televisiva degli Emirati dedicata ai notiziari e ai programmi di approfondimento, la più seguita nel mondo arabo anche per la tempestività delle notizie e la trasmissione di filmati dei militanti jihadisti” spiega l’articolo.

“Il governatore della vicina città di Shadegan e il direttore delle relazioni esterne dei pasdaran in Khuzestan hanno confermato l’uccisione del comandante.

Khuzestan-provinceL’agenzia di stampa Irna descrive la vittima come ”un difensore dei luoghi sacri”, sostiene che l’azione non è stata rivendicata ma ritiene sia legata all’uccisione del generale Soleimani il 4 gennaio in un raid aereo americano a Baghdad: Mujaddami aveva combattuto in Siria ed era vicino al capo delle forze speciali dei pasdaran. Anche lui è stato definito martire dalla stampa iraniana: i famigliari potranno così godere di una serie di vantaggi, anche economici”.

L’articola ricorda che il Khuzestan “è la regione al confine con l’Iraq dove vive quel due percento della popolazione iraniana di etnia araba i cui movimenti indipendentisti sono sobillati e finanziati dalle monarchie sunnite del Golfo. Nel Khuzestan si trovano molti giacimenti di petrolio: l’oro nero viene estratto in questa regione di frontiera ma i proventi vengono gestiti nella capitale Teheran, con un evidente scontento della popolazione locale che aveva sofferto parecchio durante la guerra scatenata da Saddam Hussein del 1980-88”.

 

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