La Marina iraniana vuole un “vero” cacciatorpediniere

Torna a emergere la notizia che L’Iran ha in programma di costruire un cacciatorpediniere da circa 6.000 tonnellate. Da anni il progetto viene periodicamente annunciato dalle autorità militari di Teheran e recentemente è stato l’ammiraglio Amir Rastegari, capo dell’Organizzazione delle industrie navali del Ministero della difesa e della logistica delle forze armate (MODAFL) a rilanciarlo.

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Come ha ricordato il Jane’s Defence Weekly, l’ammiraglio Rastegari ha identificato il “cacciatorpediniere pesante” col nome Negin in un’intervista pubblicata sul sito web del MODAFL il 4 aprile, affermando che il suo design era stato completato e la sua costruzione avrebbe preso il via all’inizio del 2021.

Le dimensioni del nuovo cacciatorpediniere permetterebbero di condurre crociere di pattugliamento a lungo raggio per un massimo di due mesi, conferendo alla Marina Iraniana (IRIN) una capacità d’altura a lungo raggio in linea peraltro con la politica di presenza attuata negli ultimi anni che ha visto gruppi navali iraniani mostra bandiera anche nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano meridionale e nel Mediterraneo (con sosta nei porti siriani).
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Le più grandi navi da guerra che l’Iran ha finora costruito sono la fregata Sahand (nella foto sopra) da 2mila tonnellate in servizio dal 2018 e le 3 fregate classe Moje (Onda) indicate come cacciatorpediniere dalla Marina di Teheran ma in realtà fregate di piccole dimensioni, realizzate sulla base delle unità classe Alvand da 1.400 tonnellate costruite in Gran Bretagna (Vosper Mk 5) e consegnate in 4 esemplari alla Marina Imperiale dello Shah Reza Pahlevi all’inizio degli anni ’70 e rimaste in servizio in 3 esemplari (Alvaz, Alborz e Sabalan)  dopo che una venne affondata dagli statunitensi durante il conflitto Iran-Iraq- del 1980-88.

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Navi realizzate in tempi lunghissimi: la capoclasse Jamaran (nella foto sopra) entrò in servizio nel 2010, la Damavand nel 2013 mentre la Dena, entrerà in servizio all’inizio del 2021 ma con nuovi equipaggiamenti, motori, apparati di comunicazione e un sistema missilistico di lancio verticale.

L’ammiraglio Rastegari ha infatti affermato che l’IRIN aveva richiesto una quarta unità (originariamente ne erano previste sette), al momento non approvata, con cui sostituire la Damavand che affondò dopo una collisione con il molo del porto nel gennaio 2018. Possibile quindi che gli sforzi vengano concentrati sulla nuova classe di cacciatorpediniere.

Foto FARS

 

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